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Eternit: i fiori del ricordo, per far rinascere la città

Tanta gente ha preso parte sabato al corteo silenzioso che - nella «Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto» - si è snodato dal cuore della città fino al Ronzone per un omaggio alle troppe, troppe persone uccise dall’Eternit che - a Casale - ha gestito il più grande stabilimento d’Europa per la produzione di manufatti in cemento-amianto per 80 anni. Il corteo ha lentamente raggiunto il luogo in cui un tempo c’era l’ingresso principale della fabbrica: un minuto di silenzio e di raccoglimento e poi il saluto di Romana Blasotti, presidente dell’Associazione familiari e vittime dell’amianto che inesausta nonostante la una battaglia lunga trent’anni ha ribadito l’esigenza di andare avanti per vedere la fine di questa vicenda. Un messaggio che «la Romana» porterà presto anche in tivù, a «Che tempo che fa» la trasmissione di Fabio Fazio su RaiTre, durante la quale la pasionaria della lotta contro l’Eternit, nota ormai persino nella foresta amazzonica, sarà ospitata probabilmente il prossimo 16 maggio. E nel corso della quale è previsto anche un intervento forte di Roberto Saviano sulla vicenda Eternit. Ieri mattina , invece, su Radio 3 alla trasmissione «Tutta la città ne parla», dedicata all’amianto, è intervenuta Assunta Prato ospite della trasmissione con il magistrato Raffaele Guariniello. Insomma la strage, la lotta di tre decenni, il processo Eternit, il rischio presente e futuro che l’amianto fatalmente porta con sé cominciano ad ottenere dal mondo l’attenzione che questa folle e criminale vicenda merita. Sabato, là dove sorgevano i cancelli dell’Eternit sono intervenuti anche e i rappresentanti delle associazioni delle vittime di Bari particolarmente attenti alla ricerca scientifica sulle terapie alternative a quelle ufficiali e di Reggio Emilia, mentre da Bologna sono giunti in città anche una trentina di studenti impegnati contro la fibra killer. Il momento più toccante è stata la deposizione dei fiori sulla rete che delimita il cantiere di quello che - proprio dove sorgeva lo stabilimento - diventerà un grande parco delle memoria. «Questo luogo liberato dalla fabbrica è il simbolo della rinascita del quartiere e, più ampiamente, della città», ha voluto evidenziare il sindaco di Casale Giorgio Demezzi. E percorrendo il Ronzone, quartiere fino a pochi anni fa cupo e tetro, periferia industriale fatiscente e degradata si comincia a vedere davvero la rinascita, frutto di quel progetto Eternot che è nato con la vecchia Amministrazione Mascarino e che è stato portato avanti dalla nuova giunta pur a fronte di difficoltà non indifferenti legate a una fase economicamente difficilissima che ha frenato gli investimenti. Un corteo in cui si respirava un clima più sereno e pacificato rispetto a quelli precedenti. La Giornata delle vittime del 2012 è del resto la prima dopo la sentenza del 13 febbraio scorso che ha condannato i responsabili di Eternit - lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Louis De Cartier - a 16 anni di carcere. Una sentenza che ha scritto una grande pagina di giustizia non solo per Casale e le sue vittime ma contro l’orribile speculazione dell’amianto, che - purtroppo - prosegue ancora in moltissimi Paesi. Il corteo silenzioso era stato preceduto dalla messa celebrata alla parrocchia del Ronzone e la giornata si è poi conclusa a teatro con lo spettacolo «Come una clessidra» di Enrico Pesce.

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Stefania Lingua

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