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Onu: l’amianto non nuoce. A Ginevra il business vince sulla vita e sulla salute

La sessione ONU competente sulle questioni ambientali riunita a Ginevra da martedì ha deciso ieri - giovedì - di non inserire l’amianto crisotilo fra le sostanze nocive della Convenzione di Rotterdam, cosa che peraltro non avrebbe significato mettere al bando la fibra killer ma - semplicemente - dichiarare in modo trasparente che si tratta di un materiale che occorrono cautele. Il problemi sono stati - come sempre - gli interessi economici in gioco e le lobby che fanno fortissime pressioni per poter continuare questa sciagurata attività, soprattutto nei Paesi più poveri e arretrati. Già martedì - dopo le dichiarazioni preliminari - il clima sembrava tutt’altro che favorevole. Apertamente contrari India, Ucraina, Russia, Kazakistan, Zimbawe, Kirgistan e Vietnam. Mentre si svolgevano i lavori - a sostegno delle tante voci che si sono levate per inserire l’amianto fra le sostanze nocive - si è svolto un sit-in davanti alla sede ONU promosso dalla associazioni delle vittime di molti Paesi: dall’Afeva, alla Francia, al Regno Unito, al Brasile, agli USA, al Canada, al Giappone, alla Spagna... Erano moltissimi i Paesi presenti, rappresentati da chi ha già pagato e pagherà in futuro il tragico tributo in vite umane che causano i cinici affaristi dell’asbesto per realizzare i propri guadagni. Ai delegati era stata anche consegnata una lettera della presidente di AFEVA Romana Blasotti Pavesi, sottoscritta dalle associazioni di vittime dell’amianto di tutto il mondo, per chiedere che l’amianto fosse riconosciuto senza indugi per come sostanza nociva. Mercoledì la lettera è stata poi recapitata da Alessandro Pugno, presente ai lavori in rappresentanza di AFEVA, alla presidentessa della Convenzione di Rotterdam Magdalena Balicka, «che si è detta molto frustrata dal fatto che non si raggiunga un accordo sull’amianto crisotilo», dice Pugno. «Il ministero degli esteri italiano era d’accordo nel farla leggere alla delegazione italiana, ma purtroppo l’Unione Europea ha bloccato la lettura perché aveva paura di irritare gli animi», continua Pugno. La maggioranza dei rappresentanti - favorevoli all’inserimento dell’amianto nell’elenco delle sostanze nocive - dopo la votazione hanno alzato le loro bandiere in segno di protesta. Lunedì continua il processo Alla luce di tutto ciò assume ancora maggiore importanza l’esito del processo di appello ai dirigenti Eternit - lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Louis de Cartier- in corso a Torino. Lunedì si torna in aula per le repliche del pm raffaele Guariniello e delle parti civili, enti, associazioni e persone danneggiati dall’attività che Eternit ha svolto in Italia nei decenni scorsi.

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Stefania Lingua

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