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  • 14 settembre 2020
  • Casale Monferrato

Le direttive

Cosa fare con alunni sospetti Covid in aula?

Incontro tra Provincia, Asl e dirigenti scolastici

Nei giorni scorsi di è tenuto un incontro tra Orazio Barresi, facente funzione del Responsabile del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della provincia di Alessandria, il commissario straordinario dell’Asl Valter Galante e i dirigenti scolastici e/o referenti Covid delle scuole alessandrine.

Recepita la circolare regionale del 9 settembre in merito alle linee di indirizzo per la riapertura delle scuole e, più precisamente, le “Indicazioni operative per la gestione di casi e focali di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”,  sono stati aperti ragionamenti in merito all’applicazione delle relative linee di indirizzo.

Tra i punti maggiormente argomentati, i comportamenti da adottare in presenza alunni e/o operatori “sospetti Covid”. Ecco cosa specifica il documento: il soggetto che presenta sintomatologia simil-influenzale o gastrointestinale dovrà restare a casa; se, invece, i sintomi dovessero comparire a scuola, il soggetto dovrà essere allontanato dalla classe e accompagnato in ambiente dedicato (la cosiddetta aula di isolamento) fino all’arrivo dei famigliari (per gli allievi), previ tutti gli accorgimenti di protezione e distanziamento, e immediata comunicazione ai dirigenti scolastici e ai referenti Covid della scuola. I genitori dovranno poi contattare il pediatra, o il medico di famiglia, per la valutazione clinica e l’eventuale inserimento sulla piattaforma Covid-19. Per essere riammessi a scuola, i positivi al tampone rino-faringeo dovranno attendere la guarigione clinica e la conferma comprovata dalla doppia effettuazione di ulteriori due tamponi, a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, i quali dovranno risultare entrambi negativi.

Per i casi con sintomi sospetti, invece, si dovrà attendere la guarigione clinica seguendo le indicazioni del medico curante e, comunque, l’esito negativo del tampone rino-faringeo. I tamponi verranno effettuati dai medici Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziali) entro il giorno successivo alla segnalazione, mentre gli esiti verranno comunicati entro 24/48 ore dal prelievo del campione. Per i casi di assenza da scuola per condizioni cliniche non riconducibili al Covid, infine, la riammissione sarà soggiacente la presentazione di una specifica autodichiarazione da parte del genitore.

Per gli altri compagni

Ma cosa succede agli altri studenti che sono rimasti in contatto con il soggetto febbricitante e/o con sintomi sospetti? Fino a 14 anni, l’intera classe continua a frequentare in attesa dell’esito del tampone; dopo i 14 anni, dal giorno dopo, la classe resta a casa fino all’esito del tampone. Il rientro è consentito solo se il tampone risulta negativo; in difetto, tutti dovranno sottoporsi a tampone. L’isolamento fiduciario, la ricerca dei contatti e le conseguenti disposizioni di quarantena, dunque, verranno avviate per casi sospetti di studenti sino all’età di 14 anni, solo a partire dalla conferma di positività al Covid. Per gli altri, si applicherà la normale procedura di isolamento fiduciario dei conviventi.

In presenza di positività, il Dipartimento di Protezione valuterà, in accordo con i presidi e i referenti Covid, la strategia più adatta circa eventuali screening al personale scolastico e agli alunni. Tutte le Asl dovranno localizzare un punto di accesso diretto (hot spot pediatrico) per i tamponi a studenti e operatori scolastici.

Intanto, presso l’Asl di via Palestro, sono state circa 450 le richieste di test sierologici volontari, tutt’ora in corso, da parte di insegnanti e operatori. «Sotto il 2% sono risultati positivi, ma con tampone negativo», precisa Roberto Stura, direttore del Distretto Asl Al (soggetti che sono stati a contatto con il virus, ma non sono più contagiosi).


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