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Mascherine no, bavaglio sì? Bruno Pesce a Roma alla manifestazione della FNSI: «Con quella legge del processo non si saprebbe nulla»

Ieri le mascherine all’Eternit non si usavano. Oggi il Governo potrebbe mettere il bavaglio all’informazione sul processo sul Processo Eternit di Torino. «Se la normativa annunciata fosse stata in vigore il maxiprocesso sarebbe potuto rientrare nel blocco dell’informazione e quindi non si sarebbe saputo delle stesse dimensioni di questo immane disastro e non ci sarebbe stata la vasta mobilitazione in Italia e non solo, il recupero dei dati, documenti, parti lese, in tutta la fase (4 anni) della corposissima indagine. «Inoltre se questa indagine si fosse conclusa senza l’avvio del processo, non si sarebbe venuti a conoscenza dei dati estremamente drammatici dell’indagine stessa (quasi tremila vittime) senza quindi nessuna eco anche negli altri Paesi (tre quarti del pianeta) dove ancora lavorano l’amianto, prenotando alla morte ulteriori centinaia di migliaia di lavoratori e cittadini e noi avremmo avuto ancora operante oggi, in casa nostra in Casale, e infiltrata anche nella nostra Associazione e nel Sindacato, una spia (una commercialista di Casale) pagata da uno degli attuali imputati!». Sono alcuni passi dell’intervento tenuto da Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza Amianto oggi – giovedì - alla manifestazione promossa a Roma dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana contro la «Legge bavaglio». «Da anni - aggiunge Pesce - assistiamo ad un impegno straordinario e costante di una parte molto consistente della politica così come del nostro Governo, atto a rafforzare diritti, garanzie e tutele per gli imputati (quelli particolarmente eccellenti). Sulle sofferenze e sul danno subito dalle vittime dei reati, non si “spende”, in sostanza, neanche un minuto delle azioni parlamentari e di governo del nostro Paese!».

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Monica Quirino

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