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La strage dell'amianto: si temono 700mila morti entro il 2020. È un crimine contro l'umanità

Trentunesima udienza - lunedì - del processo Eternit di Torino essenzialmente dedicata all’audizione degli epidemiologi nominati dalla pubblica accusa allo scopo di valutare gli studi sulle patologie amianto-correlate condotti dove operavano gli stabilimenti Eternit. I risultati verranno illustrati nel contesto della letteratura scientifica sugli effetti cancerogeni provocati dall’amianto. Cos’è l’epidemiologia L’epidemiologia è la disciplina che studia la distribuzione e la frequenza di malattie e di eventi di rilevanza sanitaria nella popolazione. Una disciplina che non si limita a valutare quanto avvenuto in passato ma è importante anche e soprattutto per le proiezioni sull’evoluzione di determinate patologie, relativamente agli effetti sanitari e sociali che esse possono avere. Le stime riguardo al problema amianto sono spaventose. Considerato tumore raro si prevede che il mesotelioma causerà solo in Europa e solo fra la popolazione maschile 220mila morti entro il 2020. Cinquecentomila - occhio e croce - se si considerano anche le donne, 700mila se si metteno nel conto anche gli Stati Uniti. Una strage per descrivere la quale la quale mancano le parole, un «conto» che l’umanità paga per l’attività criminale di pochi gruppi multinazionali che hanno lavorato l’amianto in passato - e che continuano a farlo tutt’oggi in tre quarti del globo - con il solo scopo di arricchirsi. E nonostante il fatto che da metà degli Anni Sessanta sia inequivocabilmente noto che l’amianto è un cancerogeno spietato. Un crimine contro l’umanità Impossibile valutare quante saranno complessivamente - nel mondo - le vittime di questo vero e proprio crimine che si sta consumando scientemente contro l’umanità. Dal 2020 in poi la parabola dovrebbe cominciare a scendere, in virtù del fatto che con l’introduzione delle nuove normative e la messa al bando della fibra killer l’inquinamento (e l’esposizione) sarà gradualmente sempre più contenuto. Prima i medici o gli epidemiologi? La questione se sentire gli epidemiologi o se anteporre a questi l’audizione dei medici è stata - al termine dell’ultima udienza del Processo Eternit - al centro di un breve confronto tra il Tribunale e la difesa che proponeva di sentire prima i medici. La Procura ha però fatto presente che uno degli epidemiologici che verrà a Torino dagli Stati Uniti - Francesco Barone Adesi - si è già trovato nella circostanza di dover fare e rifare il biglietto più volte e che essendo stato preavvisato che avrebbe relazionato alla prossima udienza aveva già acquistato l’ennesimo biglietto. Difficile prevedere quale possa essere la linea difensiva che intendono proporre gli avvocati dello svizzero Stephan Schmidheiny e del barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de la Marchienne, accusati dalla Procura di Torino di disastro doloso permanente e inosservanza delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il nesso amianto-mesotelioma Forse il tentativo della difesa sarà quello di scardinare il nesso amianto-mesotelioma per tentare di vanificare le statistiche, che partono dall’assunto che l’asbesto sia la causa delle migliaia di morti. A ben vedere già il medico statunitense Irving Selikoff negli Anni Sessanta aveva attribuito molti altri tumori all’amianto: al polmone, allo stomaco, al colon, ma si tratta di neoplasie che possono avere anche altre cause. Non attribuibili quindi in modo univoco all’esposizione all’amianto. Ma i mesoteliomi sono stati quasi esclusivamente attribuiti a fibre specifiche, come l’asbesto (o l’erionite, in Cappadocia). E questo per i padroni dell’Eternit è un grosso problema, perché se gli imputati dovessero essere giudicati colpevoli si aprirebbe un fronte di risarcimenti per migliaia di milioni di euro. Tre periti per la Procura Tre i periti proposti dalla Procura oltre a Francesco Barone Adesi, ci sono anche Corrado Magnani e Ferdinando Luberto. Barone Adesi, 35 anni, medico del lavoro ed epidemiologo, ha cominciato a interessarsi degli effetti cancerogeni dell’amianto durante la specializzazione in Medicina del lavoro alla Cattolica di Roma. Nel 2004 si è trasferito da Roma a Torino per frequentare l’Unità di Epidemiologia dei Tumori dell’Università di Torino dove si è specializzato con Corrado Magnani e Benedetto Terracini e lì ha cominciato a lavorare sugli studi epidemiologici condotti sugli ex lavoratori della Eternit di Casale. Alcuni mesi fa ha lasciato l’Italia e si è trasferito a Washington. Attualmente lavora al National Cancer Institute (che fa parte del National Istitutes of Health, NIH), dove continua a svolgere ricerche di epidemiologia dei tumori di origine occupazionale ed ambientale. Corrado Magnani è laureato in Medicina e chirurgia e specializzato in Medicina del lavoro e Igiene e medicina preventiva. È - tra l’altro - docente all’Università del Piemonte orientale (novara) direttore dell’Epidemiologia dei tumori all’ospedale maggiore della carità di Novara, ed è autore di oltre 140 pubblicazioni scientifiche su riviste specialistiche. Gli studi sui familiari e sui cittadini Tra i suoi principali argomenti di ricerca ci sono proprio gli effetti dell’esposizione lavorativa e ambientale all’amianto. in particolare la mortalità tra i lavoratori, delle mogli dei lavoratori a causa della esposizione domestica, sulla popolazione per l’esposizione ambientale e sul rischio di malattia nella varie zone geografiche. Tutte questioni strettamente correlate con le realtà in cui è stato lavorato l’asbesto. Ferdinando Luberto dell’Unità di epidemiologia, dell’Azienda sanitaria di Reggio Emilia si è invece occupato della mortalità dei lavoratori del settore cemento amianto in Emilia Romagna. Laureato in Medicina e Chirurgia si è poi specializzato in Medicina del Lavoro. Dal 1995 è consulente tecnico della Procura di Torino. Il controesame di Silvestri Il 20 dicembre tornerà poi in aula per il controesame Stefano Silvestri, sentito lunedì scorso. Il Tribunale aveva invitato la difesa e porre subito le domande ma gli avvocati si sono detti impreparati in quanto avevano interpretato la capitolazione (gli argomenti su cui si sarebbe svolto l’esame) in modo differente dalla Procura, che ha presentato il perito.

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