Scatta l'allarme siccità: timori per l'agricoltura. Serve la pioggia...
di a.m.
«Uno stretto e robusto canale di alta pressione si allunga dalle isole Azzorre fino all’Europa centrale, favorendo condizioni di tempo stabile e soleggiato sul Piemonte, tale situazione determina un ulteriore rialzo termico con temperature massime che toccheranno i 33 gradi su molte località della pianura piemontese, superiori di una decina di gradi rispetto alla norma climatica della terza decade di maggio» così si legge all’interno di un comunicato dell’Arpa diramato lunedì 23 maggio, il quale preannuncia la primavera (quella del 2011) più calda degli ultimi 50 anni: «Questa seconda ondata di caldo anomalo, dopo quella registrata nella prima di aprile, contribuirà a fare della primavera 2011 la più calda degli ultimi 50 anni, superando il precedente primato che apparteneva alla primavera 2007».
Con l’arrivo del caldo non tardano ad arrivare i disagi, non solo quelli legati alla normale routine quotidiana dei cittadini ma specialmente per tutti coloro che con il clima hanno a che fare in modo più stretto: gli agricoltori. «Per salvare le colture è necessario che arrivi presto la pioggia -si legge in una nota della Coldiretti di Alessandria- un caldo record per il periodo che arriva dopo un mese di aprile che è stato il quarto più caldo degli ultimi 210 anni, secondo le elaborazioni sui dati Isac–Cnr, relative all’intera penisola».
Se nei centri urbani il nemico da temere e sconfiggere è l’afa «nelle campagne cresce l’apprensione per la mancanza di acqua infatti, non si deve dimenticare che, dopo un autunno ed un inverno piovosi, la primavera è stata, fino ad ora, particolarmente asciutta». A preoccupare maggiormente sono infatti i territori di Castelnuovo Scrivia, il tortonese, il casalese e la pianura alessandrina in generale «dove -spiega la Coldiretti- per salvare le colture è necessario che arrivi al più presto la pioggia e che cada in maniera costante, duratura, e non troppo intensa». La paura degli agricoltori è di «avere perdite importanti sia sul mais che su altri cereali come frumento, l’orzo e il riso. Lo stesso problema riguarda anche le coltivazioni orticole». «Tutto ciò si trasformerà in maggiori costi per le nostre imprese. Il rischio, nel caso in cui la siccità si prolunghi anche nelle prossime settimane, è quello di avere perdite importanti su mais e orzo -affermano il presidente e il direttore della Coldiretti di Alessandria Roberto Paravidino e Simone Moroni- l’incubo è che l’estate del 2011 non assomigli a quella del 2003 quando il caldo torrido procurò danni ingentissimi sia nei campi che negli allevamenti».