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  • 10 ottobre 2021
  • Casale Monferrato

Il progetto

Grand Tour Unesco: investire sulla bici e sul territorio

Tra valorizzazione turistica e rilancio dell’economia

Investire, correttamente, sulla bicicletta non vuole dire solo favorire una mobilità sostenibile, ridurre l’inquinamento, rendere più vivibili le aree urbane e favorire lo sviluppo turistico del territorio. Investire sulle due ruote significa mettere in moto un’economia che vale miliardi di euro ed è in grado di generare ampie ricadute dirette e indirette. 

«Il progetto “Grand Tour Unesco del Piemonte in bicicletta” che nasce dalla volontà di valorizzare tutti i siti piemontesi Unesco, Mab (Man and Biosphere) e Città Creative in maniera nuova e trasversale, propone un’esperienza dove si coniugano cultura, arte e sostenibilità, percorrendo, in modalità lenta, paesaggi di grandissimo fascino. L’enfasi è sull’esperienza del viaggio complessiva e non sul singolo elemento culturale. Questa è un’opportunità di sviluppo territoriale importante con un potenziale di attrazione a livello internazionale». 

Parole del direttore generale di VisitPiemonte Regional Marketing and Promotion, Luisa Piazza, pronunciate a fine settembre durante l’evento di lancio del “Gran Tour Unesco”, il progetto di valorizzazione turistica a cura di VisitPiemonte (su mandato di Regione e Unioncamere Piemonte) frutto della collaborazione con Andrea Rolando dell’Osservatorio E-Scapes-Politecnico di Milano. L’anello completo consente, partendo da Torino oppure raggiungendo il tracciato con il treno dalle stazioni ferroviarie di Ivrea, Biella, Santhià, Vercelli, Novara, Casale Monferrato, Asti, Alba, Bra, Racconigi, Savigliano, Cuneo, Piscina, Avigliana), di scoprire i numerosi siti Unesco piemontesi attraverso percorsi che incrociano città, borghi e luoghi di importanza storico-artistica. Il turismo culturale ha rappresentato «la principale motivazione di viaggio in Italia sia per i nostri connazionali sia per gli stranieri. Un target di turisti - è stato precisato dai promotori - che genera interessanti ricadute socioeconomiche sul territorio, grazie alle interazioni con gli altri prodotti offerti dalle destinazioni: dalla natura all’enogastronomia, dallo shopping allo sport».

In termini economici...

Se la bicicletta ha un impatto importante in ambito urbano, per l’economia appare ancora più marcato il contributo del cicloturismo, stimato dallo studio The Benefit of Cycling di Ecf (European Cyclists’ Federation) in 44 miliardi di euro grazie a 2,3 miliardi di viaggi all’anno nell’Unione Europea e a un’occupazione di 525.000 addetti. 

E l’Italia? Le cose vanno meno bene. E il Rapporto Isnart-Legambiente 2020 parla di un giro d’affari intorno ai 4,7 miliardi di euro, pari al 5,6 per cento delle entrate generate dal turismo. Merito degli italiani? Non proprio. Dei 55 milioni di pernottamenti, sono 34,1 (pari al 63 per cento) quelli di clienti stranieri che portano nelle casse italiane 2,9 miliardi. «Il potenziale, però, potrebbe essere di cinque volte superiore, ossia superare i 20 miliardi di euro, se negli oltre 58.000 chilometri di ciclovie nazionali - sottolinea lo studio - si riuscisse a ottenere la stessa redditività (circa 338.000 euro/chilometro) presente in Trentino-Alto Adige sui suoi 3.256 chilometri di itinerari».

Abitudini e sostenibilità

Sempre secondo questi rapporti, a livello aggregato «si stima per esempio che modificare le abitudini di mobilità dall’automobile alla bicicletta sia in grado di generare un beneficio economico pari a 110 miliardi di euro l’anno nella sola Europa, solamente per quanto riguarda le spese sanitarie evitate dell’incidentalità stradale, a cui si aggiungerebbero 24 miliardi di euro grazie alla riduzione della congestione stradale».

E un cambio di paradigma per la mobilità può comportare grandi benefici anche per le economie locali, sia per quanto riguarda gli esercizi commerciali, sia per il mercato immobiliare.


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