Rapimento Monti: impresario edile casalese mediatore nelle trattative per il riscatto
di b.c.
Proseguono le indagini della Dda - la Direzione distrettuale antimafia che fa capo alla Procura della Repubblica di Torino - che si sta occupando del sequestro lampo, avvenuto in Russia, di Edoardo Monti, 35 anni, figlio del noto avvocato casalese Paolo, stroncato da un infarto durante le concitate trattative per il rilascio. Ad agire come mediatore tra i rapitori e la famiglia di Edoardo Monti, un impresario casalese che da tempo si è trasferito a San Pietroburgo, città dove è avvenuto il sequestro.
Si tratta di Mauro Bernardinello (nella foto), 44 anni, già titolare di un’impresa edile a Casale, attività che ha poi “esportato” oltre i Balcani. A San Pietroburgo Bernardinello vive con la moglie russa dalla quale ha avuto una bambina.
Agli inquirenti l’impresario ha spiegato di essere stato rapito insieme a Edoardo Monti, la sera del 12 febbraio scorso, quando insieme erano andati ad un appuntamento con un terzo uomo. Si erano trovati in un alloggio nel quale improvvisamente avevano fatto irruzione alcuni banditi armati e mascherati che li avevano presi in ostaggio, liberando subito dopo Bernardinello, poi spedito in Italia a trattare il riscatto: 300mila euro la richiesta fatta dai rapitori ai famigliari di Edoardo Monti che da qualche anno vive anche lui a San Pietroburgo dove insegna italiano in una scuola privata.
Come è stato spiegato dagli inquirenti in una conferenza stampa tenuta sabato scorso in Tribunale a Torino, Mauro Bernardinello aveva incontrato Paolo Monti la mattina del 15 marzo, tre giorni dopo il rapimento di suo figlio.
Dopo il primo contatto, si era deciso per un successivo incontro fissato per la mattina di venerdì 17: ma quell’incontro non c’è mai stato perchè Paolo Monti, nella notte tra il 16 e il 17 febbraio, era stato ucciso da un infarto, probabilmente causato dallo stress. Nel frattempo Bernardinello, contattato dalla Russia, quasi certamente all’oscuro del dramma che si era consumato qualche ora prima, la mattina di venerdì 17 febbraio, si imbarcava su un aereo dalla Malpensa e faceva ritorno in Russia.
Ma appena arrivato in aeroporto, veniva bloccato dalla Polizia russa, in contatto con quella italiana. Qualche ora dopo Edoardo Monti veniva rilasciato dai suoi rapitori senza che fosse stato pagato alcun riscatto.
Benchè provato - per cinque giorni era rimasto legato mani e piedi nell’alloggio e portava sul volto i segni delle percosse - riusciva a raggiungere il Consolato italiano che lo rimpatriava in Italia. Solo una volta giunto a Casale veniva messo al corrente della scomparsa del padre.
Su Paolo Monti, alla luce dei fatti in atto, la Procura aveva disposto l’autopsia: se verrà provato che a causare l’infarto sia stato lo stress dovuto al sequestro del figlio, per i rapitori, oltre all’accusa di sequestro a scopo di estorsione, potrebbe scattare anche quella di “morte a seguito di altro delitto”. Un intrigo internazionale, al momento con tanti punti oscuri.
Mauro Bernardinello alla televisione russa
A novembre di Mauro Bernardinello si era occupata la televisione russa per un caso giudiziario che lo aveva visto protagonista. Il servizio - andato in onda sul Canale 5 e postato sul profilo facebook di Bernardinello - spiega che l’impresario avrebbe presentato un esposto alle autorità locali dove si dichiara vittima di una persecuzione da parte della polizia. In pratica un ispettore lo avrebbe fermato a bordo della sua auto - una Mercedes di sua proprietà immatricolata in Italia - accusandolo di aver guidato contromano in un senso unico e in stato di ebbrezza. Tramite un avvocato del posto l’impresario casalese avrebbe presentato ricorso contro la sanzione, denunciando di essere stato accusato ingiustamente e di essere vittima di una sorte di complotto.