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Piancerreto - Il libro diario di don Alfonso Chistino

Un colpo di cannone sparato a mezzogiorno da un congegno elettrico collocato sulla torre di Santo Stefano apre a Casale il 1911. Ogni colpo costava al comune 10 centesimi. Prosegue con le prodezze dei cannonieri del Casale F.B.C. che incontrano la Juventus e l'Internazionale. Poi salgono a 21 i colpi di cannone che annunciano, alle 9,30 del 22 agosto 1911, l'ingresso in città del re Vittorio Emanuele III per le grandi manovre, mentre i casalesi ammirano stupiti a testa in su i grossi dirigibili P 2 e P 3 verso San Bernardino. Pochi giorni dopo a Piancerreto, il nuovo parroco don Alfonso Chistino, all'inizio del lungo ministero pastorale (1910-1956) nel borgo monferrino, annotava in bella grafia sul "Libro cronico" (conservato nell'archivio parrocchiale) le impressioni sull'arrivo dell'esercito. "La sera del 26 agosto 1911 questa nostra borgata fu allietata dall'arrivo di numerosa truppa che veniva a cercar riposo fra queste amene colline. Il generale comandante la brigata Valtellina col suo seguito fu ospite del parroco locale, mentre il resto dell'ufficialità trovava facilmente ospitalità nelle case di questi buoni Piancerrettesi. Verso le ore 6 del mattino fu sparato presso il cimitero dov'era accampata l'artiglieria il primo colpo di cannone, quasi ad avvertir la parte nemica che si era collocata sulle alture circostanti, che si dovevano incominciare le operazioni. Alla sera la calma era ritornata in paese, ed i belligeranti erano partiti alla volta di Ponzano". Ed a proposito del soggiorno nelle giornate successive: "Sul calar della notte giungeva il grosso dell'esercito, con a capo il General Marazzi (deputato di Crema). Egli col suo stato maggiore trovava facilmente alloggio in canonica, dove tosto si allestì la cena per venti ufficiali compreso anche il Parroco. Per la notte si improvvisano letti di paglia su cui si adagiarono tranquillamente i detti ufficiali. Erano trentamila i soldati che pernottarono in tal borgata, e vi rimasero tutto il giorno seguente". In quella occasione anche l'oratorio seicentesco al centro del paese fu messo a disposizione dei militari, come attesta il parroco: "La Cappella di S. Rocco venne adibita a Ufficio postale e Telefonico, a servizio esclusivo delle truppe. Tutte le case del paese furono prese d'assalto per trovar di che rifocillarsi, stanteché i carri viveri giunsero troppo in ritardo". Tutto si concluse nel migliore dei modi e, soprattutto, senza incidenti, anche se la piccola comunità dovette attendere a lungo i fondi necessari a ripagare le famiglie ospitanti delle spese sostenute per l'ospitalità delle truppe. Infatti il governo Giolitti, agitato nell'estate da una vivace campagna giornalistica organizzata dalla corrente nazionalista, il 27 settembre 1911 inviava l'ultimatum italiano alla Sublime Porta. Due giorni dopo, il 29 settembre, la "Grande Proletaria", per usare la celebre espressione del Pascoli, dichiarava guerra alla Libia. Dionigi Roggero DUE CHIESE BEN RESTAURATE - Partenza da villa Bardazza di Piancerreto di Cerrina, luogo magico sia per il panorama che per la storia (è stata la dimora della cantante Adriana Basile, favorita dal Gonzaga) lo scopo è ammirare recenti restauri che hanno vieppiù abbellito la frazione. Ci fa da guida Gianpaolo Bardazza anima di Idea Valcerrina dell'Osservatorio del paesaggio, della lotta alle zanzare, un vulcano di idee poi realizzate sul campo. Prima tappa la vicina chiesa di Sant'Antonio Abate, ci apre e toglie gli allarmi Piera Bosco. E' unn gioiellino e nel corso dei restauri (condotti da Ivonne Canova) sotto la cantoria dell'organo e nella parte absidale sono venuti in luce affreschi di fine Cinquecento, di buona mano e testimonianti, vista l'epoca, l'importanza del manufatto religioso e della zona. Eccellente anche una tela raffigurante la Madonna con S. Carlo, San Pietro e S. Antonio, restaurata dallo studio Nicola di Aramengo. In sacrestia ammiriamo gli arredi e reliquiari (tra cui S. Pietro, S. Carlo, di pregevole fattura lignea, da restaurare). In un cassetto, sotto un tricorno ecco un libro nero: sono le cronache del parroco don Alfonso Chistino che ci guarda soddisfatto da un quadro opposto all'armadione (il dipinto svela che il religioso è nato il 10 agosto 1874 e morto il 30 aprile 1956), nella sua lunga «cariera» ne ha visti di fatti di cronaca forse minuta (ma non le grandi manovre come scova subito il prof. Roggero...). Usciamo ammirando la croce, inaugurata da pochi giorni, opera di Giovanni Bonardi, che orna piazza Basile e saliamo al cuore del paese fino alla chiesa secentesca di San Rocco: è appena stato completato il suo restauro, riapre in onore di questi due viaggiatori d'autore. Un interno raccolto con molte testimonianze di quella fede semplice e popolare che è in fondo la ricchezza di questa valle. Citazione per il quadro di San Rocco e San Carlo. Scendiamo a piedi, vediamo ancora sulla destra la grande casa nel verde del famoso commediografo monferrin-parigino Armand Gatti e poi con il consigliere provinciale Corrado Calvo che ci ha raggiunti (abita qui...) ricordiamo le stagioni d'arte di «Percorsi» (noi scavammo alla ricerca, fruttuosa, delle scultorine di Marco Porta in un prato vicino...) era un grande messaggio di arte contemporanea forse ancora prematura. A fine discesa un cancello di ferro è quasi quello delle porte del Paradiso visto il panorama che svela tra le grate: la valle, i castelli, le montagne dal Monviso alla valle d'Aosta, più oltre sulla destra quelle dei laghi lombardi... Quasi nulla al confronto del tramonto dal prato della villa punteggiato dalle note pianistiche della signora Anna Baetens Bardazza e il cane Duska lascia la sua pallina e sembra quasi andare a tempo con la testa.... Effettivamente un Paradiso in terra e possiamo capire Basile, i Gonzaga, Gatti e... Calvo e Bardazza. FOTO: il diario (lliber cronicus) del parroco, in San Rocco (a sinistra Bardazza, a destra Roggero) e il cancello del...Paradiso nei pressi di villa Basile

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