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Manifestazione

Le pro loco monferrine protagoniste al Festival delle Sagre

Tanta affluenza al "Villaggio gastronomico" in piazza Alfieri

La pro loco di Calliano alla sfilata delle sagre

Circa due ore di coda. Questo il tempo medio necessario per poter gustare i celebri agnolotti d’asino della pro loco di Calliano. Ancora una volta il paese monferrino ha fatto il tutto esaurito al Festival delle Sagre di Asti andato in scena nel weekend in piazza Alfieri.

Nonostante fosse un’edizione nettamente ridimensionata rispetto a quelle prima dell’avvento del Covid, basti pensare che le pro loco partecipanti erano 42 contro le tredici di questo weekend, la scommessa è stata vinta superando le più rosee aspettative. Code in tutte le casette delle pro loco presenti nel “villaggio gastronomico” di piazza Alfieri con Calliano in testa. Per rendersi conto dell’affluenza di persone che han mangiato presso le casette, bisogna sapere che sabato hanno iniziato a servire i pasti dalle ore 18.30 e alle 21 molte pro loco avevano dovuto chiudere perché avevano già esaurito le scorte per cucinare le loro specialità. “E’ stato faticoso ma davvero emozionante tornare alle ‘Sagre’ e vedere così tanta gente in fila per assaggiare le nostre specialità”, commenta a caldo Francesco Dona della pro loco di Calliano. Dopo due anni di stop dunque i monferrini e molti turisti sono tornati ad Asti per vivere un weekend all’insegna del buon cibo e della tradizione. Molto sentita e partecipata, infatti, la sfilata del Festival delle Sagre che si è tenuta domenica mattina. Un appuntamento immancabile che vede scene di vita quotidiana della tradizione contadina, un modo per tenere vivo il ricordo dei tempi in cui vivevano i nostri nonni. 

Numerosi figuranti in costumi d’epoca che ha visto insieme tre generazioni, dai nonni ai nipotini, a piedi e sui carri trainati dai trattori “a testa calda” hanno portato in sfiata per il centro storico oggetti e scene di vita di una volta nelle nostre campagne. Calliano ha rappresentato il tema con protagonista la fonte solforosa della Pirenta e tutti coloro che si fermavano per bere l’acqua solforosa: da chi si fermava solo per rinfrescarsi a chi la frequentava per ragioni curative, comprese le ragazze che la usavano per i fanghi contro l’acne giovanile. Cunico ha invece portato in scena la vinificazione, il ciclo che porta dal grappolo alla bottiglia di vino in tavola: dai carri stracolmi di uva alla pigiatura nell’aia fino alla fermentazione e al momento di “tirare” il vino no- vello. Montechiaro come protagoniste aveva le sarte della tradizione del paese. E’ stato uno dei temi più allegri e “leggeri” di tutta la sfilata, con una presenza quasi completamente femminile. Carri traboccanti di colorate stoffe, pizzi, merletti, nastri e fili usati per cucire gli abiti. L’acqua invece è stato il tema della sfilata di Montiglio. L’acqua elemento essenziale di vita e di lavoro nel Monferrato agli inizi del ‘900. Dopo una vita passata a reperire l’acqua dai pozzi e dalle sorgenti, finalmente, agli inizi del secolo scorso, arriva l’acqua potabile in tutte le case. In piazza l’inaugurazione della prima fontanella pubblica e i primi contratti dell’Acquedotto del Monferrato.


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