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Sulla Costa Luminosa

Crociera monferrina; dal cinema alla Nasa e poi alle Bahamas

Visite in Florida e ai Caraibi

Niente ferma i Monferratini all’arrembaggio dei Caraibi: una partenza alle tre e mezza di notte? Cosa volete che sia? Eccoli tutti belli pimpanti in piazzale Silvio Pia all’ora in cui si svegliano solo i panettieri e c’è pure chi non ha dormito per l’emozione e lo farà solo tra 24 ore in Florida. È il primo scaglione: 38 persone da Alessandria, Casale, Valenza, Vercelli e un po’ tutto il territorio, accomunati dalla passione per la “Crociera del Monferrato-Stat” che da una ventina d’anni porta ovunque gli abbonati della nostra testata: quest’edizione, come è noto, si vola oltre Atlantico: noi faremo due giorni in Florida per poi imbarcarci sulla Costa Luminosa e piroettare per tutto il Golfo del Messico.

Però bisogna prima arrivarci, ma sono tutti determinati e poi a galvanizzare ulteriormente la comitiva ci pensa la famiglia Pia. Non siamo nemmeno al casello dell’autostrada che Paolo Pia prende il microfono e saluta tutti i presenti a nome del Gruppo Stat di cui è amministratore delegato. L’idea di questa crociera è nata nel 2019, l’anno del centenario del Gruppo, con l’intento di festeggiare l’anniversario di un altro grande viaggio: il cinquantenario dell’uomo sulla luna, andando a visitare Cape Canaveral.

Infatti «avendo esaurito il mondo la prossima crociera sarà sulla Luna» chiosa Luigi Angelino che porta i saluti de “Il Monferrato” (ebbene sì come vedrete dalla firma congiunta quest’anno avrete ben due voci a raccontarvi la crociera).

La famiglia Pia si compone anche Alessandro Pia che, fresco di un lungo soggiorno in USA, si sopporterà tutto l’onere di fare da guida al gruppo, anche se la data di partenza coincide con quella del suo compleanno, e Simona Pia. Per inciso scopriremo più tardi che la Florida è una delle destinazioni del cuore della famiglia, Paolo e Simona fecero qui uno dei oro primi tour insieme 27 anni fa, andando in auto da Orlando a Miami e questa Crociera cade a cavallo dei 25 anni del loro matrimonio. Insomma appena partiti e stiamo già festeggiando.

 

Italia-USA via Germania

Il viaggio è lungo, ma con poche note di colore, a Malpensa alle 5 del mattino i Monferratini sono ancora carichi e sbrigano in scioltezza le formalità d’imbarco; alle 7,30 sono tutti sull’Airbus 320 per Francoforte. Si fa un po’ di ritardo in pista, l’aereo viene spruzzato dalla prua alla coda con un liquido che previene il ghiaccio, in compenso il sole appena sorto sorvolando le Alpi è uno spettacolo. A Francoforte, uno più grandi aeroporti al mondo, il gate della coincidenza si rivela insolitamente vicino e, a parte qualcuno fermato per un controllo di routine dalla dogana tedesca (gentili, ma la lingua non aiuta a sentirsi a proprio agio), abbiamo quattro ore di attesa. I Monferratini continuano a non sentire la stanchezza e salgono compatti su una “leggenda dei cieli”: un 747 Jumbo Jet che farà la tratta intercontinentale, per metà carico di ragazzini con una felpa rossa dalla scritta “Orlando 2020”. «Siete una squadra sportiva?» chiediamo «No sono una scuola egiziana in gita scolastica». E pensare che noi al Liceo al massimo andavamo a Barcellona.

Al sole della Florida

Atterriamo ad Orlando poco dopo le 23 in italia, ma solo le 17 in Florida, e scopriamo che la terra del sole è piuttosto uggiosa, anzi la nostra guida che si chiama Loredana Cicchetti (viene da Melegnano da 27 anni in USA) ci informa che quella è stata la giornata più fredda dal 1985. Orlando non è propriamente una città storica, è nata per supportare i grandi parchi di divertimenti che sorgono nell’area a partire dagli anni 50 ed è il più grande centro congressi del mondo a cui tutti gli alberghi sono collegati, compreso il nostro Rosen Hotel. Insomma la prima impressione è di essere finiti sulla tangenziale di Milano all’altezza di Rho Fiera. Ma il mattino dopo il discorso cambia, il sole accarezza le palme e in maniche corte entriamo agli Universal Studios.

Il mondo di Harry Potter

Sono talmente grandi che è difficile scegliere, così i Monferratini scelgono... tutto. Anche film che la maggior parte di loro, per ragioni anagrafiche, non ha mai sentito nominare: una missione con i Trasformers? Fatto. Una corsa in auto insieme ai protagonisti di Fast & Furious? Fatto. A caccia di alieni con i Men in Black? Fatto. In volo sulla bicicletta di ET? Fatto. Harry Potter poi è un parco nel parco, hanno ricostruito tutta Diagon Halley e la gente affolla le botteghe per comprare una bacchetta magica (55 dollari). Ciononostante riusciamo a farci un giro nei sotterranei insieme al maghetto. Anche questa, come la maggior parte delle attrazioni, è un mix tra montagne russe, robot e schermi 3D, ma la ricostruzione degli ambienti e l’immersione nella realtà virtuale è ancora più impressionante. Non è tutta adrenalina, riusciamo a rilassarsi con uno spettacolo che fa rivivere i Blues Brothers e un hamburger. Alla fine della giornata però rimane solo una cosa da fare: il gigantesco ottovolante, quello con una discesa verticale di oltre 50 metri e doppio giro della morte. Lo sfidano in tre: li citiamo a imperitura memoria Alessandro Pia, Celeste Eugenio Canepa e Piero Amateis. Anche questa sfida è vinta. Il giorno dopo ci attende la Luna.

A Cape Canaveral...

I Monferratini hanno visto tutto il mondo, ma poche cosi li hanno fatti rimanere a bocca aperta come le meraviglie che li hanno accolti a Cape Canaveral, e questa volta non è finzione cinematografica (a meno che non vogliate credere che lo sbarco sulla luna l’abbiano girato a Hollywood). Tutto al Kennedy Space Center è organizzato per stupire il visitatore con la differenza che qui le attrazioni hanno viaggiato nello spazio. Quando, dopo il filmato di presentazione, entriamo ad ammirare lo shuttle Atlantis abbiamo la sensazione di essere in orbita con questo gigantesco veivolo. Nel padiglione ci sono un po’ di memoriabilia su quello che il bestione ha portato in orbita: Paolo Pia si infila in un corridoio dello Spacelab e quasi ci si incastra. Decisamente gli sono più congeniali i pullman.

Sull’autobus della NASA...

La nostra impagabile guida Loredana ottiene dalla NASA un autobus tutto per noi con cui girare la base. Arriviamo di fronte al gigantesco centro di assemblaggio, vediamo tutti i luoghi più significativi della corsa allo spazio, mentre alligatori scorrazzano nelle rogge come da noi le nutrie. E rimaniamo ancora una volta senza parole nel padiglione del Saturno V, perché dopo averci fatto rivivere l’emozione di un lancio lunare nella sala controllo originale degli anni ‘60 eccoci di fronte al razzo. E’ steso per il lungo e non finisce più. Cammina e cammina e sei solo al primo stadio. Le sorprese per la giornata non sono finite, vi abbiamo detto che per i Pia ricorrono le nozze d’argento? Bene, decidono di invitare tutta la comitiva a pranzo per festeggiare. L’efficientissima Loredana prenota al volo il ristorante Cuban Island che però è gestito dal signor Carlo Massaro di Caserta, volto abbronzato da avventuriero che ci accoglie mentre sorseggia Amarone della Valpolicella di fronte a una Ford Impala degli anni ‘50. La cucina cubano – campana però si rivela eccezionale, specie nel pesce e alla fine spunta pure una torta per con 25 candeline per Simona e Paolo.

Sulla Costa Luminosa

È tempo però di tornare a casa e per “casa” i Monferratini intendono una nave della Costa Crociere. Dopo tre ore di viaggio verso Miami a Fort Laurderlale ci appare la Costa Luminosa, dove imbarcandoci incontriamo il secondo gruppo dei lettori del Monferrato: sono 40 e altrettanto inossidabili, nonostante anche loro siano partiti alle 2,45 di notte. Alla loro testa altri pilastri della Stat Viaggi: Dino Chierotti, Patrizia Pagliano e Samantha Badino già attivi per occuparsi dei croceristi. Per i passeggeri in cabina un’altra sorpresa c’è a stampata dell’edizione de “Il Monferrato” di venerdì 24 che li riguarda. La nostra copia la regaliamo all’hotel director venuto ad assicurarsi che tutto fosse a posto. Salpiamo alle 23 e chi riempie la pista da ballo? Ovviamente sempre i Monferratini.

L’arrivo a Nassau

Domenica ci si saluta tutti all’infopoint “Il Monferrato – Stat” (panoramico sulla galleria del ponte 3) poi sbarchiamo a Nassau (Bahamas). C’è chi si rilassa in spiaggia e chi ammira la barriera corallina con una barca dal fondo trasparente.

 


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Marco Imarisio

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