“Monferrato Nebbiolo” opportunità da cogliere per il nostro territorio
Monferrato Nebbiolo DOC. Per alcuni - specie i langaroli - ha il sapore della provocazione. Ma per i vigneron monferrini rappresenta un’opportunità da cogliere al volo, un valore aggiunto per il territorio Casalese. Per alcuni - ma sono pochi - il casalese è terra fertile per Barbera e Grignolino, meno per il Nebbiolo. La proposta - discussa mercoledì dal Consorzio del Barbera d’Asti e Vini Monferrini - sembra essere davvero concreta. Il progetto è in grado di superare le perplessità anche dei produttori di Langa e Roero, area vocata per eccellenza del fortunato vitigno. La denominazione Monferrato Nebbiolo Doc è per certi versi simile alla Langhe Nebbiolo, vino che sta vivendo un periodo di grande successo.
Si parla, nel disciplinare, di una resa di 90 quintali per ettaro, una tolleranza solo del 10% della presenza di altri vitigni e un affinamento minimo di 12 mesi, che diventano 18 nella versione Monferrato Nebbiolo Superiore.
Il Consorzio, tramite il presidente Filippo Mobrici, ha presentato la proposta a tutte le organizzazioni interessate e fatto un’audizione pubblica con le aziende del Monferrato, registrando ovunque pareri positivi. Verrà presentato al Comitato vitivinicolo regionale e nazionale, sperando di ricevere il via libera entro maggio con l’auspicio che la nuova denominazione venga riconosciuta a livello ufficiale già a partire dalla prossima vendemmia.
Il Nebbiolo, in Monferrato, viene prodotto sotto l’etichetta Vino Rosso.
Ma che ne pensano produttori e addetti ai lavori? Valerio Scarrone, responsabile provinciale del settore vitivinicolo della Coldiretti, dice: «Una grande opportunità per le nostre colline. Il Nebbiolo è un vitigno coltivato in diverse aziende monferrine tra le quali Iuli, Accornero, e in altre località. Il progetto prevede un disciplinare di qualità che incontrerà sicuramente i gusti del mercato. Confidiamo che la DOC venga riconosciuta in tempo per la vendemmia del 2017».
Tra i produttori di Nebbiolo c’è anche l’Azienda Vitivinicola Beccaria di Ozzano Monferrato. Commenta Silvia Beccaria: «Abbiamo vitigni in terreni calcarei, siamo davvero favorevoli a questa proposta di istituire il Monferrato Nebbiolo DOC, con l’etichetta apposita».
Veniamo al parere di un enologo. Andrea Delponte, della Cantina san Giorgio, commenta: «Ben venga questo riconoscimento: il Nebbiolo è un vitigno robusto che più di ogni altro resiste bene alla flavescenza dorata. Viene prodotto da Santoro (La Puledra n.d.r.) - a Sala Monferrato, tra Treville e Ozzano Monferrato. Può essere remunerativo in un periodo non troppo felice per alcuni vini».
Il Monferrato Nebbiolo DOC potrebbe avere fortuna anche sui mercati esteri ma è ancora prematuro azzardare questa previsione. Magari anche in Cina, dove per i nostri vini si sta aprendo una corsia preferenziale che vede diversi produttori in prima fila grazie al consumo crescente. La concorrenza con la Langa c’è, senza dubbio: ma la scommessa sulla nuova DOC rappresenta, per chi produrrà questo nobile vino, una novità che va affrontata con energia. Ne vanno di mezzo l’economia di un territorio che potrà ottenere nuovi benefici, e il reddito di chi produrrà il Monferrato Nebbiolo DOC.