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II Guerra di Indipendenza: due punti di osservazione

Nella mattinata di domenica 1° maggio 1859 Vittorio Emanuele II, con il capo di stato maggiore dell’armata piemontese, conte Enrico Morozzo della Rocca, lasciava Torino diretto alla stazione di Solero, dove erano pronti i cavalli per San Salvatore. “Verso le dodici e mezzo del predetto giorno primo maggio – scriveva il colonnello di Stato Maggiore Eugenio Caputo - re Vittorio e la sua casa militare raggiungevano a cavallo, dalla pianura di Solero, l’amena cresta collinosa fra S. Salvatore e Castelletto Scazzoso; e i buoni campagnoli, che si godevano il riposo domenicale, erano accorsi numerosissimi all’arrivo del Sovrano per rivolgergli i loro evviva”. Vittorio Emanuele II prese alloggio a Villa Pona, ospite del cav. Carlo Felice Re, sindaco di San Salvatore e proprietario della villa, immediatamente collegata al telegrafo ottico posto sull’antica torre paleologa, insieme ad un cannocchiale di lunga portata puntato sulla pianura lombarda. Il conte Carlo di Robilant, incaricato di compilare in lingua francese il diario del soggiorno, consegnava alla storia il suo “Journal du quartier général du Roi”, mentre i colori delicati delle tempere del pittore di corte Carlo Bossoli fissavano sulla tela l’immagine risorgimentale di San Salvatore, conservata al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino. “Avevano seguito S. M. al campo - aggiungeva il col. Caputo - non molte persone, quasi tutte militari: fra esse, oltre il capo di Stato Maggiore tenente generale Della Rocca, vi erano gli aiutanti di campo maggiori generali Alessandro D’Angrogna, Giacomo Carderina, Paolo Solaroli, e colonnelli Cigala, Morozzo e Saint Front, oltre a parecchi maggiori e capitani, quali ufficiali d’ordinanza”. Ed ancora: “La presenza di S. M. e del suo quartier generale aumentò l’animazione che già ferveva sulle pendici di S. Salvatore. Da parecchi giorni vi si erano andate addensando le truppe, in gran parte accampate nelle ampie e graziose vallette ai piedi del poggio sul quale si erge la città, e pel resto accantonate in locali pubblici e privati”. Per tutta la durata del soggiorno la sede del quartier generale dello Stato Maggiore, al comando del gen. Morozzo che coordinava le operazioni militari con il col. Righini, il magg. Piola e il Colli di Felizzano, si era insediata nella villa del generale Carlo Alberto Lingua (Ceriana-Mayneri), come attesta l’epigrafe murata sulle pertinenze dell’elegante residenza. Dionigi Roggero DUE PUNTI PANORAMICI PER UN PERCORSO RISORGIMENTALE Mancavamo dalla prima nevicata da San Salvatore, ma ci sono ancora- come allora- i giri viziosi ( e guai a te se incroci il bus) per arrivare nella piazza principale, causa scavi acquedotto, parcheggio (da multa, la piazza è ingombra di bancarelle) di fronte al comune per fotografare la targa a freccia indicante verso la parrocchiale “Quartier generale” (è quello del 1859. Enriamo nel palazzo civico e arriviamo alla sala consigliare abbellita da incisioni d’epoca (non della II guerra di indipendenza, però); il sindaco discute di tributi con il suo capo servizio (una bella signora o signorina) ma si libera per i giornalisti (questa volta avevamo un appuntamento per tempo). Nel suo ufficio altri bei quadri e le piccole campane della torre comunale. Il primo cittadino è di origine casalese, nato in via Bligny, con nonni lavoranti all’Eternit. Si è trasferito giovanissimo a San Salvatore paese che vorrebbe valorizzare. Ad esempio sono in programma tour degli edifici sacri (molto belli) con corso per guide turistiche e targhe finali. Con l’ausilio del sindaco partiamo per Villa Lingua in via Ollearo, la sede del quartier generale di 150 anni fa, una lapide in dependance ricorda l’evento; la torre merlata che figura nelle incisioni d’epoca è stata trasformata in altana. Suoniamo e sotto il grande cedro del libano ci accoglie gentilmente la signor Giuliana Peverati da Cassine; come da allbum storico tra gli antenati del marito figura Giuliano Casanello armatore di Genova garibaldino cacciatore delle alpi e primo benefattore del San Martino di Genova. Saliamo per godere un panorama insolito del paese quasi adagiato sul cedro. Panorama altrettanto vasto sulla pianura lo godremo poco dopo dalla Torre (alta circa. 24 metri) che domina la città e la pianura (potevamo quasi acquistarla in immagine, per 40 euro, come da offerta di una lito in un'asta...non siamo arrivati a tempo). La torre venne alzata da Teodoro II del Monferrato, appartenente alla famiglia imperiale di Bisanzio, che in quel periodo governava il Monferrato. Ancora oggi reca le "ferite" inferte dai colpi di cannoni nel corso dei conflitti del Risorgimento. San Salvatore è importante ricordiamo che c'è del materiale per fare un tour delle chiese che parte dalla ricchissima parrocchiale dove il parroco don Sandro Luparia è da lodare per i resttauri opera di Giovanni Bonardi e arriva a Madonna del Pozzo santuario nel verde, già degli Olivetani. Ora suggeriamo l'itinerario dei luoghi risorgimentali collegandosi con la vicinissima Castelletto e poi, come abbiamo sempre detto, allargandosi a Ocimiano, Frassineto e Giarole. Luigi Angelino BOSSOLI- Carlo Bossoli nasce a Lugano nel 1815. Verso il 1820 si trasferì con la famiglia a Odessa in Russia. Impiegato in una libreria acquisì l’interesse per il disegno copiando numerose stampe. Queste prime esperienze saranno fondamentali, come pure fondamentale sarà il suo apprendistato presso un pittore scenografo; qui imparò a dipingere quelle vedute di paesaggi, quei panorami, che trattò poi per tutta la vita. Tra il 1831 e il ‘40 fece il suo primo viaggio in Italia, Roma soprattutto, Napoli e Milano. Dopo un nuovo soggiorno in Crimea si trasferì a Milano (1844-1853) dove assistette alle Cinque Giornate (dipingendone vari episodi). Nel 1850 si recò in Inghilterra e in Scozia. Costretto dal governo austriaco a lasciare Milano, terrà dimora a Torino dal 1853 al 1884. Nel 1848-’49 tornò a soggiornare nella nativa Lugano dov’è sepolto. Ritrasse le campagne risorgimentali del 1859-’60-’61, per incarico del “Times” e del principe Eugenio di Savoia Carignano. Andando di persona sui campi di battaglia, ne trasse centinaia di quadri, bozzetti, schizzi. Nel 1862 gli vennero conferite le patenti reali di “Pittore di storia”. Muore a Torino il 1° agosto 1884. In occasione del centenario dalla sua morte il Museo Nazionale del Risorgimento di Palazzo Carignano di Torino commemorò il pittore con una ricca esposizione di soggetti risorgimentali. Precedenti puntate del ciclo della II guerra di Indipendenza: Frassineto e Giarole FOTO. La torre di San Salvatore oggi e in una litografia del ciclo del 1859 (per g.c. Union Phill, Milano); il sindaco Tagliabue con la signora Giuiiana Peverati e San Salvatore dall'altana di quello che 150 anni fa era il quartier generale piemontese

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