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Personaggi casalesi
Anita Bertazzoni Servato, insegnante, decana della Croce Rossa
Centenario della nascita
Anita Bertazzoni nasce, primogenita di quattro figli, nel marzo 1922 a Rovereto da Rosa Armani e dall’ufficiale di Artiglieria Giuseppe. A causa dei frequenti spostamenti del padre frequenta con un anno di anticipo le elementari a La Spezia e a Villa San Giovanni, poi prosegue gli studi a Messina, Palermo e a Casale Monferrato, dove consegue il diploma magistrale nel luglio 1939. Iscritta, insieme all’amica Tere Novarese Cerutti, al corso di Lingue e Letterature Straniere di Cà Foscari a Venezia, ma nel 1941 si trasferisce alla facoltà di Magistero a Torino, dove si laurea il 16 luglio 1945. Il secondo capitolo della tesi «Il Teatro di Oscar Wilde», scritto coll’aiuto di Cesare Pavese nascosto sotto falso nome nel Collegio Trevisio, non fu apprezzato dal relatore Aurelio Zanco. Negli anni della guerra, avendo prestato servizio come infermiera della Croce Rossa all'ospedale di Casale, ottenne dal Ministero della Difesa il “distintivo della guerra 1940-43” con un grado equiparato a quello di sottotenente dell’esercito.
Nel ‘44 è collocata come riserva e nel 2012 è la decana delle Crocerossine casalesi. Nel dopoguerra insegna inglese, prima alla Media Hugues, poi al Magistrale Lanza, dove conosce e sposa nel 1954 il collega Jean Servato, da cui ha due figli Paolo e Laura (mia allieva allo Scientifico). Ha insegnato anche al Leardi, al Balbo e al Palli (dove è stata mia collega). Ha frequentato numerosi corsi di specializzazione, anche come relatrice, in Italia e in Inghilterra. In pensione nel 1982, ha alternato molti viaggi in giro per il mondo all’attività di scrittrice presso la Marietti con testi di inglese per le medie e le superiori, per la Edisco di Torino con lo pseudonimo di Ann Berth e poi con la Piemme per manuali di Primo soccorso, guide pratiche per automobilisti e di medicina per la famiglia. Scomparsa novantenne, dopo breve malattia all’Ospedale Santo Spirito nel dicembre 2012, riposa, per suo desiderio, nella nuda terra del cimitero cittadino.
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