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La lettera dopo la decisione dell'EPA

Il sindaco Palazzetti scrive a Donald Trump: «La sollecito ad assumere una posizione netta affinché l’utilizzo dell’amianto sia bandito»

Tra la posta che la segreteria della Casa Bianca riceverà nei prossimi giorni vi sarà anche una lettera del primo cittadino casalese Titti Palazzetti. A spingere il sindaco di Casale a prendere carta e penna per scrivere al presidente Donald Trump vi è la recente decisione dell’Agenzia di protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (EPA) che ha reso di nuovo legale l’utilizzo dell’amianto nei materiali per l’edilizia.

Questo, per il sindaco Palazzetti, rappresenta un grande «passo indietro da parte di un Paese così avanzato» che «ha profondamente scioccato tutta la nostra comunità che si è rimboccata le maniche per trasformare una catastrofe ambientale – e una tragedia umana – in una opportunità di riaffermare la legalità, il rispetto dei diritti e la possibilità di uno sviluppo economico sostenibile e rispettoso dell’ambiente e della salute».

L’inquilino di Palazzo San Giorgio tiene a ricordare a quello della Casa Bianca come a Casale abbia operato, tra il 1907 e il 1986, «uno dei principali insediamenti produttivi europei per la lavorazione di lastre in amianto»; come questo abbia causato «migliaia di vittime tra i lavoratori, i loro famigliari e tra le persone che in qualche modo si sono esposte al polverino»; come Casale sia stata la prima città a mettere al bando l’amianto e, parallelamente, a mobilitare cittadini e istituzioni «in nome di due priorità assolute: giustizia per le vittime e protezione della salute per le nuove generazioni»; come la nostra città sia «punto di riferimento per la ricerca di una cura per il mesotelioma e per i protocolli di assistenza ai pazienti affetti da malattie asbesto correlate» (la citazione dell’Ufim è, nella lettera, tappa obbligata).

Infine, dunque, la richiesta del sindaco Palazzetti al presidente Trump: «Le chiedo di non dimenticare le migliaia di persone che sono morte a causa dell’amianto e che ancora oggi continuano ad ammalarsi e a morire». «Ci indigna profondamente – conclude la sua missiva Titti Palazzetti – sapere che un Paese come gli Stati Uniti continui a permettere l’importazione e l’utilizzo di amianto, che ha conseguenze terribili non soltanto sugli americani, ma sul mondo intero. La sollecito ad assumere una posizione netta affinché l’utilizzo dell’amianto sia bandito, supportando l’Alan Reinstein Ban Asbestos Now Act [un disegno di legge che intende modificare la legge sul controllo delle sostanze tossiche e che chiede all’EPA di intervenire per eliminare l'esposizione umana all'amianto, nda] ed investendo fondi sulla ricerca contro il mesotelioma, una malattia che purtroppo sarà sempre più frequente e diffusa in tutti i continenti».


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