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Siltal: ordini per quasi 10 milioni di euro. Presto una linea di produzione per il freddo passivo

Dovrebbe essere annunciata nel primo trimestre del 2008 la rivoluzione del cosiddetto «freddo passivo», sul quale la nuova proprietà della ormai ex IAR, oggi Siltal, fin dall'inizio, aveva fatto conto per rilanciare il gruppo. Un progetto brevettato, su cui l'azienda comunque mantiene il più stretto riserbo e che dovrebbe fare concretamente i primi passi a maggio-giugno del 2008. «Un piano ambizioso di investimenti e di produzione – commenta il manager Evasio Novarese – che comporterà un investimento di circa 8 milioni di euro per Ticineto e che punterà su prodotti di refrigerazione commerciale, non per il settore domestico e che non entreranno in competizione con gli altri produttori del freddo commerciale locale». Intanto questa settimana si è fermata la produzione dei congelatori orizzontali domestici, in quanto la stagione si è ormai conclusa, e a Ticineto si è continuato solamente con le asciugatrici su una linea. Da lunedì, riprenderà invece la produzione dei conservatori gelato che proseguirà fino a marzo-aprile, in quanto devono essere sul mercato all'inizio della primavera. Attualmente Siltal ha un portafogli ordini per un totale di 9,5 milioni di euro ed è proprio quest'ultima produzione che ha tenuto in piedi l'azienda negli ultimi anni, spiega Novarese. Il ritardo con cui si è chiusa l'operazione di compravendita – ricorda il manager di Siltal - ha costretto ad avviare l'attività a luglio quando la stagione del freddo è praticamente conclusa. Dalla data ultima e inderogabile per il closing, fissata originariamente per il 26 aprile 2007, si era infatti slittati al 26 luglio 2007, nonostante gli acquirenti, gli stessi sindacati e i lavoratori avessero più e più volte chiesto di accelerare le procedure, perché «i contratti di fornitura con la grande distribuzione – spiega Novarese - si fanno al massimo a marzo. A luglio dunque non eravamo in grado di fare nessun contratto.» Quest'anno invece l'attività è avviata regolarmente e l'acquisizione delle commesse dovrebbe essere più regolare, anche se il mercato sarà in parte Da lunedì dovrebbe essere impiegato circa il 60% della forza lavoro - 200 persone su circa 310 - ma non ci si deve stupire che ci sia il ricorso alla cassa integrazione evidenzia Novarese, perché Siltal spa ha preso in carico dalla Iar 900 dipendenti senza avere il bisogno di tutti; il piano industriale presentato originariamente prevedeva possibilità di reimpiegare nell'arco di due anni 650 persone. Col sindacato si stipulò però un accordo di principio per coniugare aspetti di competitività ma sociali e trovare una soluzione positiva per tutti facendo in modo che nessun restasse per strada». E il delta fra i 650 lavoratori effettivamente previsti e i 900 poi passati a Siltal – spiega Novarese – è concentrato negli stabilimenti di Ticineto e Pignataro. Una sfida accettata comunque proprio in vista dello sviluppo del progetto relativo al freddo passivo e alle linee di nuovi prodotti nuovi. Inizialmente vi sarà una sola linea flessibile per la produzione di più di un articolo, «una linea impegnativa per grosse produzioni». Altro problema da affrontare in questi mesi - e che non ha semplificato la ripresa dell'attività - è stata la mancanza di fiducia da parte dei fornitori delle materie di lavorazione, anche se la Siltal è un'altra azienda con un'altra proprietà. «Attualmente – sottolinea Novarese - non c'è un fornitore né un dipendente che vanti un euro i credito nei confronti di Siltal. Comunque la situazione sta migliorando gradualmente e nell'ultima parte di questo anno circa il 60% del totale fatturato è stato acquistato con dilazione di pagamento a 30 giorni, qualcuno a 60 e solo due fornitori a 90 giorni che è più o meno lo standard. Mentre i clienti pagano con ritardo contrattualizzato dettato dal mercato di 100-105 giorni». Una situazione in ogni caso più positiva di quella in cui si trovava l'azienda immediatamente dopo la ripartenza, quando molti fornitori chiedevano il pagamento cash e qualcuno addirittura al momento dell'ordine. Infine la cassa integrazione. Il nostro decreto di concessione della cassa integrazione straordinaria è da mercoledì mattina è sul tavolo del ministro Damiano e nel giro di una settimana dovrebbe essere firmato. Cosa che sbloccherebbe l'erogazione delle indennità e risolverebbe al tempo stesso il problema dell'anticipo da parte della Provincia. Non si sa invece a che punto sia la pratica della Iar, presentata una quindicina di giorni più tardi rispetto a quella di Siltal, spedita il 27 luglio, il giorno dopo il closing.

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Lorena Balbo

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