Articolo »

  • 29 novembre 2007
  • Casale Monferrato

I sindacati: sulla crisi Gaiero vogliamo vederci chiaro. E Botta chiede un tavolo regionale per l'occupazione

«Aprire un tavolo di concertazione tra la Regione Piemonte, la proprietà, le rappresentanze sindacali e gli stessi dipendenti della ditta Gaiero, al fine di tutelare e garantire gli assetti occupazionali». È quanto chiede il consigliere regionale di An Marco Botta, che ha presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso. «Allo stabilimento di Casale l’azienda Gaiero ha annunciato l’intenzione di procedere a 30 esuberi sugli attuali 47 dipendenti» scrive Botta. «L’azienda, infatti, ha comunicato nei giorni alle organizzazioni sindacali lo stato di crisi, chiedendo l’apertura di una procedura di mobilità». I motivi che renderebbero inevitabile il provvedimento – ricorda Botta - sono da ricercarsi in una grave situazione finanziaria ed economica in cui versa la società, conseguente all’eccessivo indebitamento, ai costi sostenuti per il mantenimento di imponenti strutture immobiliari, unitamente ad una situazione di mercato sempre più difficile e poco attenta ai margini di contribuzione. Questi motivi troverebbero fondamento nella necessità di ritornare al più presto a un indice di produttività superiore alle 1500 tonnellate pro-capite, oggi attestato sulle 700 tonnellate, condizione insostenibile per aziende commerciali del settore siderurgico». Scrive infine il consigliere di An: «Gli ultimi provvedimenti attuati dalla società in ordine di alleggerimento dei costi aziendali non sarebbero stati sufficienti a riequilibrare la posizione sul mercato per fondare positive prospettive di rilancio». Intanto ieri è stato fissato un incontro per mercoledì 5 dicembre alle 9.30 all'Unione Industriale. Cristiano Montagnini, responsabile di settore della Cisl per il Casalese, sottolinea che la normativa prevede che la trattativa per la mobilità possa durare fino a 75 giorni «e noi vogliamo utilizzare il tempo che abbiamo a disposizione per vederci chiaro fino in fondo. «Inoltre non escludiamo iniziative di lotta, in quanto l'ipotesi che per garantire questo numero di dipendenti sia richiesta una produzione di 1500 tonnellate contro le 700 attuali non ci sembra verosimile e gli esuberi dichiarati, quindi, non appaiono congrui. Inoltre ci possono essere altri accorgimenti e vogliamo valutarli tutti, facendo una analisi del bilancio per capire qual è la produttività pro capire in un anno e confrontarla con altre aziende del settore. E poi mi chiedo: come è possibile da 47 passare 17 e garantire la produzione a cui mira l'azienda? «Viene il dubbio che ci sia un acquirente, ma che il nuovo compratore voglia l'azienda sgombra, ma a noi questa cosa non va bene».

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Lorena Balbo

Lorena Balbo
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!