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  • 22 gennaio 2017
  • Casale Monferrato

Buona Scuola? Più o meno. I presidi vorrebbero maggiore autonomia e più continuità

Dopo l’«ok», di sabato scorso, del Consiglio dei Ministri alle otto deroghe di attuazione della Buona Scuola, si attende il passaggio parlamentare per varare il «secondo tempo» della legge. In campo diverse riforme che dovrebbero cambiare la vita degli studenti disabili, l’accesso all’insegnamento, il cosiddetto «tratto 0-6 anni», le valutazioni nelle scuole Primarie e le valutazioni finali di Medie e Superiori con l’Invalsi che verrà sì ancora sostenuto dagli studenti ma non avrà alcun peso sull’esito degli esami. Ma come è vista questa riforma in Monferrato? Per il preside dell’Istituto Balbo, Riccardo Calvo, sembra mancare un disegno globale alle spalle della riforma. «Aspettiamo - ha detto - che il testo esca dalla commissione parlamentare per un commento definitivo. La valutazione del percorso scolastico al fine del voto di Maturità lo trovo un fatto positivo. Sono però perplesso sul resto: questa riforma avrebbe dovuto avvicinarci agli standard internazionali e invece sembra concedere maggiore peso ai diversi territori e alle diverse realtà». Soddisfatta per come è stata valutata nel contesto generale l’alternanza Scuola-Lavoro e per il rafforzamento dello studio della lingua inglese, anche la preside del Leardi, Nicoletta Berrone, attende tutti i dati per commentare nel merito l’ultima parte della Buona Scuola. «Questi cambiamenti - si è chiesta Berrone - migliorano la nostra scuola? Le regole ci vanno, ma devono essere chiare e applicabili». Quasi sulla stessa linea il collega dell’Istituto Sobrero, Riccardo Rota, che vorrebbe però una riforma «più coraggiosa» che muti radicalmente il volto della scuola italiana allineandolo con quello europeo. «Abbiamo bisogno - ha detto - di un processo di riforma non da subire ma da costruire. Gli Istituti hanno bisogno di una concreta autonomia gestionale, sia in termini di reclutamento che economici. Il resto verrà». «Speriamo - ha commentato la preside del Comprensivo Negri (e reggente anche dell’Ozzano-Vignale), Emanuela Cavalli - che ci sia una riflessione condivisa con tutta la comunità scolastica. La scuola, da questa riforma, deve trarre un vero beneficio rispetto alla quotidianità che vive. Ritengo importanti i passaggi su integrazione e miglioramento della formazione e dell’accesso degli insegnanti alla scuola». «Sono tutte modifiche ampiamente previste - ha spiegato il preside del Comprensivo Don Milani (e reggente di quello di Cerrina) Roberto Viale - Hanno delle implicazioni abbastanza grosse sugli esami e sul modo di vivere la scuola. Per Primaria e Medie si passa a un modello che boccia meno ma che determina e certifica di più le competenze specifiche. Prima di una valutazione certa, però, attendiamo una specificazione sugli sbarramenti. Nel primo ciclo una riduzione delle prove scritte era auspicabile e il presidente interno per gli esami non modifica la situazione». «C’è ancora una mancanza di informazione rispetto alla globalità della riforma - ha detto la preside del Comprensivo D’Alencon, Rossana Gianella - Principalmente mi preoccupano le revisioni del tratto 0-6 anni. La gestione congiunta potrebbe peggiorare un servizio che oggi è già di ottimo livello. Bene l’eliminazione dell’Invalsi dalla prova di Stato. Resto convinta, però, che il sistema scuola sia stato rivisto troppe volte negli ultimi anni. Serve maggiore continuità».

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