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  • 25 luglio 2025
  • Casale Monferrato

Nuovo libro

Sabrina Marcon: «Come donna curiosa ho scardinato i tabù»

"La forma del cetriolo"

Sabrina Marcon, classe 1971, conosciuta con lo pseudonimo di “Sabrina Ma”, è una giornalista pubblicista casalese con una forte passione per il cinema. Attiva da anni nel mondo delle librerie, della comunicazione pubblica e dei social media, debutta ora nella narrativa con La forma del cetriolo, il suo primo romanzo. Sabato 26 luglio, alle 17.30 sarà alla Mondadori di Casale Monferrato per un incontro con firma copie.

Ci parli un po’ di lei: il suo percorso, le sue passioni, come è arrivata fin qui?
Sono nata e cresciuta a Casale Monferrato, ma a un certo punto ho sentito il bisogno di andare altrove. Ho vissuto in diverse città e alla fine sono approdata a Venezia, che mi ha portato molta fortuna: lì ho trovato un lavoro, mio marito e un equilibrio personale che mi ha permesso anche di scrivere. Questo libro nasce dal desiderio di raccontare con ironia esperienze vissute, senza la pretesa di insegnare nulla, ma con l’idea di offrire uno specchio a chi legge. I personaggi sono volutamente indefiniti, perché ognuno possa riconoscersi o rivedersi nel racconto.

Che rapporto ha con Casale Monferrato? E com’è stata la vita tra Venezia, Napoli e Ischia?Casale è la mia città d’origine, ci torno spesso: ci sono ancora i miei genitori e mia sorella Marina, figura fondamentale nella mia vita. È una città a cui sono legata profondamente.Venezia è stata la mia seconda casa: lì sono arrivata da sola con una valigia, e lì ho trovato una nuova vita. Napoli, dove ho vissuto due anni, è meravigliosa, per me il Sud ha un’altra concezione dei rapporti umani, più calorosa, più intensa. Ischia è stata una scoperta casuale durante una vacanza, ma è diventata il mio rifugio creativo e dove ho scritto il libro in venti giorni, trovando il silenzio e la solitudine di cui ho bisogno per scrivere. Oggi la considero la mia seconda famiglia. 

Com’è stato raccontare relazioni così diverse, inclusa quella con una donna?
Molto naturale. Lavorando con l’ironia, non mi sono posta problemi. Non ci sono stati filtri, le storie che ho vissuto fanno parte della mia vita, ed era arrivato il momento giusto per raccontarle. Non ho mai vissuto queste esperienze come qualcosa da nascondere.

Nel libro si riflette anche sui ruoli di genere. Quanto è importante riscriverli?
Per me i sentimenti non hanno genere. Non sento il bisogno di etichettare perchè vedo persone, non uomini o donne. Ho vissuto storie che avevano un senso in quel momento, e le ho raccontate con rispetto e sincerità. Non credo che l’amore o il dolore abbiano un’identità di genere.

“La forma del cetriolo” è un titolo forte e spiazzante. È stato difficile scegliere di essere così esplicita?
No, per me non è un tabù. Volevo un titolo che colpisse, in un panorama editoriale dove ogni giorno escono migliaia di libri. È stato mio marito a suggerirmelo, e lo ringrazio perché mi ha sostenuto in questo percorso. Il libro non è un elenco di fatti intimi, ma un racconto ironico e autentico della realtà. Ho lavorato con professionisti per farlo: la disegnatrice Danila Apuzzo da Ischia, la grafica Monia Rota, la responsabile della comunicazione Roberta De Tomi. E soprattutto, mia sorella Marina e mio marito Giorgio sono stati fondamentali. 

Crede che con l’età cambi anche lo sguardo sulle relazioni?
Assolutamente sì. A vent’anni una storia può distruggerti, a cinquanta impari a gestirla con consapevolezza. L’età cambia le priorità, la fiducia, le esigenze. E se una persona non è quella giusta, meglio restare soli che scendere a compromessi inutili. A questa età si prende tutto il pacchetto: o va bene così, o no.

Quali reazioni al libro l’hanno colpita di più?
La sorpresa di essere arrivata prima nella classifica Amazon di romanzi erotici, non me lo aspettavo. Ma soprattutto le reazioni delle lettrici: molte mi hanno detto che ho scardinato dei tabù, raccontando da donna e con ironia quello che spesso è riservato solo agli uomini. Alcune mi hanno scritto: “Se lo sapevo prima, l’avrei fatto anch’io!”. Questo per me è bellissimo, perché il libro vuole far sorridere e riflettere, senza pesantezze.

Ha mai pensato a un seguito?
Sì, ci sto già lavorando, volevo fare una versione al maschile: un racconto delle donne che si incontrano nel corso della vita, perché anche noi non sempre ci comportiamo bene. Vorrei dare voce all’altro lato della medaglia, per avere una visione completa del mondo delle relazioni.

Se il libro fosse un film, quale sarebbe?
Forse sarebbe un’opera prima, con il tono leggero e riflessivo del cinema italiano. Amo il realismo, e la scuola napoletana moderna – penso a Mario Martone, o anche a registi come Luca Guadagnino – potrebbe ispirarmi. Mi piacerebbe un film girato tra Napoli e Ischia, con quella carnalità e verità che solo certi luoghi sanno restituire.

Chi è Sabrina Ma oggi?
Una donna curiosa, finalmente serena, che si sente amata e accompagnata da persone speciali. Ho scoperto tardi il piacere della scrittura “pubblica”, ma ora non riesco a farne a meno.Mi piace vedere dove sono arrivata. Forse per qualcuno è poco, ma per me significa tantissimo.


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