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40 in Quarantena

I fumetti e il lockdown su un balcone. Pensando a Terruggia

«La prima cosa che abbiano fatto è stata rimodulare i piani editoriali».

Da una parte una pandemia dall'altra quaranta monferrini famosi per “trafficare” con l'arte. L'idea di questa rubrica, nata a marzo, era di raccontare la prima dal punto di vista dei secondi: il virus ha azzerato le loro occasioni di confronto con pubblico e spesso l'unico spazio dove si sono esibiti questi artisti è stato quello interiore. Un vuoto che però ha fatto da eco alle loro parole. Il risultato è stata una bella collezione di emozioni alla quale ho dovuto porre un limite: quaranta, più per assonanza con la parola quarantena che per necessità. Il personaggio di oggi è appunto il quarantesimo. Però chiudiamo col botto.


Se, come me, avete in casa tutto uno scaffale di libri con un piccolo bulldog francese sulla costa e aprendoli non ci trovate foto di bulldog ma disegni, allora la conoscete già: Caterina Marietti, cofondatrice di BAO Publishing, un cognome che ai casalesi evoca una famosa casa editrice cittadina e che per gli amanti del fumetto apre un universo: i più importanti autori italiani, i megastand in megafiere, le presentazioni letterarie con code misurabili in isolati.

Che può fare il motore di questa “fabbrica di storie” quando gli dicono di fermarsi? «Sono stata a casa a Milano, davanti a un balconcino che ho praticamente trasformato in una giungla per sentirmi altrove - ci racconta - e confesso che più volte mi sono sognata la mia casa di famiglia a Terruggia. Ho due gatti e un cane. Quindi le passeggiate erano assicurate, ma alle 17 usciva anche l’acerrimo nemico del mio cane e rompevamo il silenzio di tutto il vicinato con le abbaiate»


In questa rubrica abbiamo conosciuto pittori che in quarantena si sono dati all'erboristeria, scrittori che hanno ripiegato sul puntocroce e musicisti afoni. Agli editori è andata meglio? «Ci sono stati giorni in cui non riuscivo a commentare uno storyboard o a leggermi una pagina di fumetto - confessa Marietti - Insomma, non sono una di quelle persone che grazie alla calma è riuscita a fare più cose di prima. Certo il lavoro è continuato: le settimane erano scandite dalle riunioni video con la redazione per preparare i libri da stampare non appena sarebbe stato possibile, ma ho fatto cose che impensabili per una persona timida come me, come le dirette su Instagram con gli autori BAO. Una rincuorante chiacchierata a ora di merenda ogni settimana. Per tenermi occupata ho smaltito la mia pila di romanzi sul comodino, ho visto tutto Better Call Saul, ho seguito goffamente video di ginnastica su Youtube e giocato a Borderlands 3. Infine ho guardato un sacco di live storici on-line delle mie band preferite (ogni venerdì appuntamento con i Radiohead). Mammamia quanto mi mancano i concerti dal vivo».

Capisco, ma parlando di vuoti esistenziali a me sono mancate tutte le fiere del fumetto e se permette anche il mio piccolo CasaleComics. Chissà come doveva sentirsi lei? «Non avere fiere e presentazioni in libreria ci ha tolto la linfa vitale del nostro lavoro: stare insieme per giorni con gli autori ci permette di parlare e farci venire in mente idee e libri nuovi...»

Libri che peraltro avrebbero dovuto anche essere venduti e qui BAO dimostra di avere la marcia creativa in più che l'ha portata al top del mercato. «Come tutti gli editori, la prima cosa che abbiano fatto è stata rimodulare i piani editoriali, spostando anche alcune uscite al 2021 per farle avere l'attenzione che meritano. Il settore editoriale si è fermato per più di due mesi: tipografi, distributori... Anche quando sono state riaperte le librerie non era possibile fare uscire novità fino a metà maggio. Noi abbiamo avuto la fortuna che alcune delle uscite più importanti del 2020 come Turconi, Radice, Ortolani e Zerocalcare erano previste per la seconda metà dell’anno, quindi non c’è stato bisogno di grandi cambiamenti. La cosa più eclatante è che i lettori hanno scoperto come i fumetti si possano leggere anche in digitale, pratica che veniva vista quasi come lesa maestà!».

Non tutte le pandemie vengono per nuocere insomma, l'esperienza rimane e serve, specie adesso che il COVID19 ha fatto uscire 'Quarantena parte seconda': «Ci riteniamo fortunati, - conclude Caterina Marietti - chiuderemo un anno molto buono, tutti in redazione hanno lavorato sodo perché fosse così. Festeggeremo, anche se ognuno in casa propria, l’esordio al primo posto in classifica di Scheletri di Zerocalcare! Ma soprattutto in questi mesi abbiamo imparato che dobbiamo essere modulabili e veloci per adattarci alle situazioni senza farci travolgere. A fare presentazioni virtuali, tour de force di firma copie su Twitch, a connettere direttamente fumettisti e lettori tramite Instagram. Non vediamo l’ora di tornare in giro a parlare dei nostri libri, ma intanto siamo pronti a farlo in mille altri modi diversi».

Insomma la BAO “je spiccia casa al Covid” (scusate ho appena finito Scheletri di Zero Calcare parlerò da coatto romano per tutta la settimana). Più in generale - ed è questo il senso di queste quaranta interviste - la creatività è qualcosa che non si può contenere: è come l'onda energetica di Goku o la rabbia di Hulk, o per dirla più semplicemente come Caterina Marietti: «Non credo che sia possibile vivere senza storie. Per questo vogliamo continuare ad aiutare i nostri autori a raccontarle. Questo rende la mia visione del futuro molto più rosea!»

Caterina Marietti è nata a Casale Monferrato il 6 novembre del 1986. Ha vissuto tra i libri tutta la sua vita e nel 2009 ha fatto una pazzia insieme a Michele Foschini: ha fondato una casa editrice di fumetti, BAO Publishing!


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