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Amministrazione

Cambio ai vertici della Provincia di Alessandria: chi al posto di Baldi?

Resterà in carica fino all’indizione delle prossime elezioni comunali

Con quasi un anno di anticipo, cambio ai vertici della Provincia di Alessandria dove, entro l’estate, è prevista l’elezione del successore di Gianfranco Baldi, sindaco di Cassine dal maggio 2015 e presidente provinciale dal 25 settembre 2017. Con la Riforma Delrio del 2014, nelle Regioni a Statuto Ordinario, il mandato da presidente provinciale dura 4 anni, salvo che lo stesso decada prima dei termini.

È il caso di Baldi, nel cui Comune si andrà alle amministrative tra pochi mesi e, non potendosi ricandidare a sindaco avendo raggiunto il secondo mandato consecutivo, decadrà automaticamente da presidente della Provincia. Il limite del 2° mandato è imposto ai Comuni con più di 3 mila abitanti, mentre in quelli con popolazione inferiore, il limite è esteso al 3° mandato. Sebbene a Cassine il dato demografico rilevato al 31 dicembre 2019 abbia registrato 2920 abitanti, quello valido per le elezioni, si riferisce all’indagine Instat del 2011, quando la municipalità monferrina ne contava poco più di 3 mila. Insomma, Baldi avrebbe potuto, ma non può: il solito caso all’italiana.

Pertanto, Baldi resterà in carica fino all’indizione delle prossime elezioni amministrative comunali la cui data, ad oggi, non è ancora stata definita dal Ministro degli Interni Luciana Lamorgese. A seguire, entro 90 giorni dalla decadenza di Baldi, verranno indette nuove elezioni provinciali a suffragio ristretto per eleggere il presidente (l’elettorato attivo è riservato ai sindaci e consiglieri comunali dei 180 Comuni alessandrini), il quale andrà votato tra i 180 sindaci della Provincia di Alessandria (elettorato passivo). Nel frattempo (durante i massimo 90 giorni in questione) assumerà la carica di presidente della provincia di Alessandria il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi, in quanto attuale vicario.

Resteranno, invece, in carica per ulteriori 4 mesi (fino a settembre), gli attuali consiglieri provinciali, i cui mandati, sempre secondo la legge Delrio, hanno una durata di due anni. Anche in questo caso, la normativa individua nei 90 giorni successivi la decadenza, i termini per le nuove elezioni dei consiglieri provinciali (indicativamente dicembre/gennaio).

I cambiamenti non finiscono qui. Dalla prossima tornata elettorale, ricoprire la carica di Presidente della Provincia sarà più appetibile, non solamente per la posizione di discreto prestigio, ma anche per il l’introduzione del compenso economico.

 “Dal primo luglio si concretizzerà il provvedimento che definisce il nuovo compenso dei sindaci di Comuni fino a 3 mila abitanti e, contestualmente, quello dei presidenti di Provincia” ha precisato Gianluca Forno, sindaco di Baldichieri, coordinatore regionale dei piccoli Comuni e tra i vice presidenti dell’Anci Nazionale. Per la provincia di Alessandria, il compenso netto del Presidente dovrebbe così passare da zero, a circa poco più di 3 mila euro al mese.

Anche i sindaci dei Comuni con meno di 3 mila abitanti, grazie alla battaglia portata avanti da anni dallo stesso Forno, potranno contare su un compenso più alto, pari all’85% di quello dei dei sindaci dei Comuni tra i 3 e i 5 mila abitanti. Si parla di circa 1.400 euro netti al mese, per i sindaci a tempo pieno e la metà per quelli dipendenti; importo ulteriormente variabile, in diminuzione, a seconda delle diverse trattenute fiscali. “Un risultato importante anche se”, precisa Forno, “stiamo ancora attendendo i testi che esplicitino i contenuti. Con questo provvedimento” prosegue il vice presidente piemontese di Anci Nazionale, “si intende dare dignità anche ai sindaci dei Comuni più piccoli, che svolgono un importante ruolo e hanno responsabilità plurime, tra le quali: protezione civile, pubblica sicurezza, igiene e sanità”.

Non farà differenza se il Comune amministrato è poche decine o centinaia di abitanti, piuttosto che migliaia (fino a 3 mila): il compenso sarà identico per tutti in quanto “le responsabilità sono le stesse” ha precisato Forno. “Questa misura potrà anche invogliare le candidature e favorire il superamento della lista unica dei Comuni o, addirittura, l’assenza di liste. Contestualmente verranno ritoccate le indennità del vice sindaco e dei membri di giunta”.

Con quali fondi si farà fronte al nuovo provvedimento? “E’ previsto lo stanziamento di un fondo statale di 10 milioni di euro” ricorda Forno. Pur riconoscendo la legittimità del diritto di avere un compenso adeguato per stimolare le candidature e riconoscere dignità, responsabilità e impegno di sindaci dei piccoli Comuni, sono in molti a interrogarsi sull’opportunità di ridurre i costi accorpando le municipalità “esageratamente piccole”.

Così, la pensa Forno: “auspichiamo che amministratori preparati vadano verso forme associative e fusioni, potendo altresì contare su importanti finanziamenti. Tuttavia, il Comune, inteso come presidio, ritengo rappresenti una ricchezza da conservare”. In Piemonte i Comuni sono 1181 (dato Istat 1/1/19), di cui 1045 superiori ai 5 mila abitanti e 136 inferiori. Alla luce del nuovo compenso previsto anche per i presidenti della Provincia, c’è chi auspica al ritorno del suffragio universale, anche per le provinciali.


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