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  • 28 ottobre 2009
  • Morano sul Po

Demolizione araldica dello stemma comunale di Morano

Come si distrugge in quattro e quattro fanno otto lo stemma di un Comune... E’ quello di Morano sul Po: una testa di moro ed un leone rampante, sovrastati da due stelle e da un grande cimiero. Stemma inesistente, almeno per lo Stato italiano, e per di più completamente sballato nel disegno. Ne avevo scritto nel mio recente libro “Trapo-e-lino”, a proposito della derivazione del nome Morano dai Mori che pure passarono nelle nostre contrade, affermando essere “discutibile l’origine della testa di moro che campeggia di profilo sullo stemma comunale di Morano. Tale simbolo è presente negli stemmi di parecchie famiglie nobili italiane, nessuna delle quali si è mai avvicinata a Morano; tanto meno ci possono essere collegamenti con l’isola di Corsica, che ha la bandiera a testa di moro come emblema ufficiale. Altrettanto non pare collegabile alla figura di Ludovico Sforza detto il Moro, che negli anni di governo lombardo (1494-1500) non si avvicinerà mai al Casalese. Potrebbe essere stato ripreso dal complesso stemma dei Savoia, signori di Corsica prima di avere in cambio la Sardegna, ma perchè aver ripreso proprio quel simbolo e non altri più attagliati”. Azzardavo che “un’ipotesi si collega al nome del paese: se Morano deriva dal comandante romano Maurus, e in latino “maurus” significa di pelle scura, moro, chi ha disegnato lo stemma può essersi rifatto – con molta fantasia - all’origine della comunità”. Infine aggiungevo, a proposito del leone rampante, che “potrebbe essere un richiamo agli Sforza, famiglia però estranea alla comunità moranese, o meglio ripreso dallo stemma del ducato di Monferrato”. E le due stelle? “Molto diffuse, da una fino a nove, nelle armi di tanti nobili laici e alte cariche ecclesiastiche; potrebbero riferirsi alle due vecchie frazioni di Pobietto e Due Sture? O all’alternarsi in paese di guelfi e ghibellini”? Restavano elmo e cimiero sovrastanti lo scudo, elementi però altrettanto utilizzati in araldica nella confezione di stemmi e gonfaloni. Rispetto a quelle indicazioni, raccolsi anche le perplessità di un attento storico locale come Idro Grignolio che, prendendo sul serio teste e leoni, mi chiese chiarimenti sui colori, concludendo però sull’ironico:”mi sa che elmo e cimiero sono una bella invenzione, e forse potrei anche attribuirla al pittore Mario Micheletti, autore degli affreschi sulla facciata della parrocchiale di Morano, molto legato nelle sue opere a grandi elmi e cimieri”. E aggiunse che probabilmente lo stemma era stato disegnato in tutta fretta, a metà del Ventennio, allorchè si decise che tutti i comuni dovevano averne uno! La parola fine sul valore di quello stemma è ora messa dall’Ufficio araldica di Roma. Il consigliere Ilva Sapora, direttore della struttura operante alla Presidenza del Consiglio, scrive che “dai documenti di archivio è emerso che mai il Comune di Morano sul Po abbia ottenuto la concessione dello stemma e del gonfalone”. E va oltre, perché attraverso l’esame di uno studioso dell’Ufficio, il Grand’Ufficiale Francesco Galetta, di fatto viene demolita pezzo per pezzo la validità araldica dello stemma, definito perlomeno “strano”, nato dalla fantasia di un grafico che probabilmente era “allo scuro delle regole del blasone cui fare ricorso per la costruzione di un corretto stemma” L’Ufficio analizza le singole componenti: a)     porre due stelle di argento sull’oro del “primo” viola la regola araldica “non metallo su metallo”; b)     porre il leone di marrone (colore araldicamente inesistente) sull’argento è ugualmente censurabile, in quanto il marrone potrebbe essere interpretato come oro; c)      è altrettanto censurabile far confinare l’oro e l’argento dei due “campi” del “troncato”; d)    nel “secondo”i due “elementi” di azzurro, così posti, non sono blasonabili e quindi sono da eliminare; e)     il cimiero è indebito; ai Comuni spetta la corona d’argento con nove merli. Dunque, ora per il Comune di Morano sul Po si presenta l’urgenza di definire un nuovo studio di stemma e gonfalone, affidandosi alla penna e all’intelligenza di un esperto. aldo timossi -foto dello stemma, come affrescato sulla volta all'ingresso del Municipio.

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