Lavoro, in Piemonte +47% nei primi 70 giorni del 2015
di a.m.
È un quadro in chiaroscuro quello del mercato del lavoro in Piemonte nel 2014 che emerge dal complesso dei dati Istat, Inps e dell’osservatorio regionale, in cui si risente ancora della pesante crisi economica che ha colpito la nostra regione in maniera particolare, ma in cui cominciano a intravedersi degli spiragli di ripresa.
Un andamento che pare confermato dalle prime rilevazioni del 2015: le assunzioni a tempo indeterminato standard (cioè al netto di fattispecie contrattuali specifiche, come il lavoro domestico o il lavoro intermittente a tempo indeterminato), sono state dal 1° gennaio al 15 marzo 25.480, contro le 17.304 dello stesso periodo del 2014, cioè 8.200 unità circa in più, pari a una crescita del 47,2%.
Occupazione-disoccupazione
Secondo le stime dell’Istat, nel 2014 resta sostanzialmente stabile l’occupazione, con 1.773.000 addetti, 2mila in più dell’anno precedente, con una variazione quindi marginale dell’1%, in un contesto, quello del Nord Italia, che appare più dinamico (+8%), a fronte di un forte arretramento del mezzogiorno (- 45mila unità).
Per il Piemonte il 2014 pare diviso in due: un primo semestre in cui si fanno ancora sentire gli effetti della recessione che ha colpito con forza la nostra regione nel 2013 (-15mila occupati in media con una marcata flessione nei servizi e nelle costruzioni e un saldo positivo nell’industria manifatturiera) e un secondo semestre in ripresa (+19mila addetti) con un recupero nel terziario, ma un rallentamento negli ultimi mesi nel ramo industriale, forse indotto dal picco di licenziamenti di fine anno.
La media annua, frutto di dinamiche contrapposte che tendono a compensarsi, vede un incremento degli occupati nel settore agricolo, nell’industria in senso stretto e nell’area commercio/turismo, mentre diminuiscono gli addetti nelle costruzioni e nei servizi non commerciali.
Quanto alla disoccupazione, sempre i dati Istat parlano di 226mila persone in cerca di lavoro nel 2014, con un aumento di 17mila unità rispetto al 2013, cifra che fa arrivare il tasso all’11,3% con un’accelerazione nell’ultimo trimestre, interessando maggiormente le donne, soprattutto per le difficoltà nella prima fase di inserimento al lavoro, mentre la disoccupazione maschile cresce per effetto della perdita dell’occupazione di soggetti adulti.
«Non accenna a diminuire spiega l’assessore regionale al Lavoro Giovanna Pentenero - la disoccupazione giovanile, che raggiunge nella fascia fino a 24 anni il 42,2%, un punto e mezzo in più rispetto al 2013. È un dato in linea con la media nazionale (e ricordiamo che i livelli generali di disoccupazione in Piemonte sono invece di un punto e mezzo al di sotto di quelli italiani), e che si colloca di quasi 10 punti al di sopra del livello medio delle regioni settentrionali (32,7%), a sottolineare una specifica gravità della questione giovanile sul territorio piemontese e l’urgenza di rafforzare gli interventi di politica attiva finora svolti, con il consolidamento del progetto Garanzia Giovani, i cui risultati cominciano a essere incoraggianti».
Gli ammortizzatori sociali
Per quanto riguarda la cassa integrazione, il 2014 è caratterizzato dalla progressiva caduta della domanda per tutte e tre le tipologie in uso.
I dati sulle ore di integrazione salariale autorizzate diffusi dall’Inps evidenziano in Piemonte una rilevante flessione della cassa integrazione ordinaria (- 33%, -17,5 milioni di ore), che ha tempi di approvazione relativamente brevi.
Secondo i dati a disposizione della Regione diminuiscono anche le richieste di cassa integrazione straordinaria (CIGS) e in deroga.
Le assunzioni
Il panorama sui movimenti di flusso sul mercato del lavoro appare moderatamente positivo. I dati annuali mostrano un incremento degli avviamenti attestato intorno al 6% trainato dalla ripresa dell’industria e dei servizi alle imprese (+ 10%), mentre resta critica la performance delle costruzioni (- 4,3%) e stagnante l’area commerciale e turistica (+ 0,2%), dove però va valutato il parziale spostamento della domanda più flessibile dal lavoro intermittente verso il sistema a voucher del lavoro accessorio, non registrato dalle comunicazioni obbligatorie.
Il dato dell’industria in senso stretto rivela, ad un’analisi più approfondita, aspetti significativi che fanno pensare ad un incoraggiante consolidamento della domanda: crescono infatti in questo settore sia le assunzioni a tempo indeterminato (+10%), in misura superiore a quelle di natura precaria (+8%), demandate in buona parte alla somministrazione, sia, sul piano professionale, le componenti di natura più strategica, cioè le figure tecniche (+14%) e quelle operaie specializzate (+17%).
«L’anno appena trascorso - ha concluso l’assessore Pentenero - segna inoltre l’avvio di un processo di cambiamento importante ed esteso della normativa sul mercato del lavoro, che investe l’insieme degli istituti ora in vigore e lo stesso assetto istituzionale e che troverà compimento nel primo semestre 2015. Si tratta di un passaggio delicato che segna lo spostamento dell’intervento pubblico dalle politiche passive a quelle attive, con un più alto grado di interazione fra queste due componenti, e dove si delinea un ragguardevole impegno per migliorare la condizione giovanile sul mercato».