L'acqua? «A l'è basa». L'agricoltura ha paura della siccità
di Alberto Marello
«A l’è basa…» dice un anziano pescatore che da qualche ora se ne sta seduto a pochi passi dalle baracche in riva al Po, nei pressi della diga a monte di Casale, con la canna da pesca in mano.
Si riferisce, ovviamente, al livello dell’acqua. Un livello troppo basso per far fronte ai bisogni dell’agricoltura, specialmente quella risicola. E le previsioni meteorologiche, quelle passate ma anche quelle dei prossimi giorni, non lasciano sperare nella risoluzione del “problema siccità” che gli agricoltori hanno manifestato in questi ultimi giorni. «Siamo preoccupati - ci dice Germano Patrucco, responsabile di zona della Confederazione Italiana Agricoltori - localmente abbiamo un grosso problema per il riso».
Ma non solo, perché a rischio ci sono anche le colture di grano e orzo che hanno bisogno di precipitazioni calme e continue: «Avremmo bisogno di un ripristino importante delle risorse idriche».
La prima neve dell’inverno, arrivata alla fine di gennaio, aveva portato un po’ di serenità ma le rigide temperature registrate a cavallo tra gennaio e febbraio, con punte di meno 24 gradi, hanno riportato ansia in chi, di agricoltura, ci vive e ci deve vivere.
«In parte - commenta Patrucco - la neve è stata una risoluzione anche se per noi è più importante quella che si deposita in montagna e che arricchisce il nostro sistema idrico proprio in questi periodi. Il grande freddo delle scorse settimane avrà ripercussioni ancora nei prossimi mesi, ora però, c’è da pensare ai cereali autunnovernini, che sono al limite della sopportazione».
La crescente preoccupazione per le mancate piogge va di pari passo con il bel tempo e le temperature fuori stagione degli ultimi giorni che, secondo Coldiretti, «avranno un drastico effetto sulla resa ad ettaro».
Sia Cia che Coldiretti sono preoccupati per i continui cambiamenti climatici che, si legge in una nota di Coldiretti, «si fanno sempre più marcati: anticipo delle stagioni, lunghi periodi di siccità, aumento dell’intensità delle precipitazioni, maggiore frequenza di eventi alluvionali, modificazione della distribuzione delle piogge e aumento delle temperature estive sono i principali mutamenti che influenzano le stagioni e rappresentano una nuova sfida per l’attività agricola».
«Va ripensato il sistema idraulico piemontese - commentano da Cia - la siccità o l’eccesso di precipitazioni sono fenomeni sempre più frequenti anche nella nostra Regione. Dobbiamo pensare seriamente ad aumentare gli invasi e ridurre gli sprechi idrici. Questa situazione richiede anche un’accelerazione degli investimenti per il risparmio d’acqua. Sarebbe necessario, ad esempio, affrontare il tema di un piano straordinario-finanziario per diffondere il più possibile l’uso dell’irrigazione a pioggia nell’agricoltura. Chiediamo, inoltre, alle istituzioni di lavorare perché la gestione di tutta l’area del Po, nella quale finora sono stati fatti investimenti quasi esclusivamente per la difesa dalle piene, affronti anche la gestione dei periodi di magra in maniera strutturale».
La mancanza d’acqua nel fiume ha ripercussioni dirette sul sistema risicolo: «Sarà un inizio stentato la portata dei canali è inferiore alla media e la falda è bassa. Il terreno della risaia deve riempirsi di acqua e se ciò non avviene l’effetto spugna, necessario a garantire le riserve, non ci sarà, le riserve nevose sono scarse in particolare in Valle d’Aosta, dove ha nevicato poco. Insomma, si parte sotto auspici non buoni. Non possiamo essere sempre alla mercè del clima e maggior ragione è utile stabilizzare la situazione con bacini artificiali. I problemi maggiori non si manifesteranno tanto in fase di sommersione delle risaie quanto nei prossimi mesi. A maggio-giugno e in estate la fase critica, quando le aziende che hanno investito i terreni a mais dovranno disporre di una massa d’acqua consistente per le bagnature a pioggia».
E in queste ore sono attese precipitazioni ad intermittenza sul Monferrato che, però, non dovrebbero modificare i livelli del fiume: l’acqua «a l’è basa».