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Santa Maria: chiesetta templare di scuola monferrina - Le diciannove chiese - Museo Ferraris e futuro archeologico - Una delle tre miracolose Madonne Nere

Pur in assenza di una precisa documentazione storica che attesti l’origine della chiesetta romanica di Santa Maria d’Isana, edificata probabilmente nella prima metà del XII secolo, si pensa ad un legame con la “mansio” dei templari, presente nel luogo e ricordata per la prima volta nel documento del 29 agosto 1208 relativo ad appezzamenti in prossimità di Santa Maria del Tempio, portati in dote da una monaca al convento di Rocca delle Donne di Camino. La facciata a capanna della chiesetta, rivolta ad oriente, si distingue per l’elegante bifora centrale impreziosita da un capitello “a tulipano”, sovrastata da archetti pensili e delimitata da alte lesene formate da conci di pietra arenaria e di granito che inquadrano una lunga fuga di mattoni a spina di pesce. Sulla cuspide del tetto campeggia, così come in cima all’agile campanile, la tipica croce templare a coda di rondine, detta delle “Otto Beatitudini”. Marisa Camoriano, la gentile proprietaria dell’omonima tenuta, nella terza edizione del fascicolo intitolato “La chiesetta di S. Maria di Isana” (agosto 2006), osserva: «Questa partitura muraria, detta “ad opum mixtum”, richiama la fattura di alcune chiese monferrine, ad esempio l’abbazia di Santa Fede in territorio di Cavagnolo, quindi, secondo alcuni esperti, la chiesa di Santa Maria d’Isana risente dell’influsso architettonico della scuola del Monferrato. L’argilla usata per i laterizi è stata ricavata certamente dal terreno circostante, tipicamente argilloso, e cotta in fornaci approntate presso la cava. Non molto lontano dall’edificio religioso esistente, ancora oggi c’è un terreno chiamato “Fornacetta”, che si trova ad un livello più basso dei campi circostanti, presumibilmente servì da cava per i mattoni della costruzione. L’arenaria proviene dalle vicine colline del Monferrato». E poco dopo, a proposito della chiesetta isolata dai fabbricati rurali della omonima cascina, aggiunge: “Tutto l’edificio indica un segno architettonico elaborato, eseguito da maestranze esperte; lascia intendere una buona disponibilità finanziaria, mentre i numerosi materiali di recupero (laterizi romani e conci angolari con sagomature a incastro, con buchi di trapano più o meno profondi o con numeri), inseriti con regolarità nella muratura, inducono a credere che nella località di Isana esistessero già insediamenti precedenti alla costruzione templare della chiesetta”. Del resto, accanto ad una roggia di acqua sorgiva, poco distante dal muro di cinta della cascina, una lastra di pietra triangolare, infissa nel terreno e inclinata ad oriente, forse parte di un antico trono, con lo schienale a punta, sarebbe dotata di straordinari poteri taumaturgici, mentre per tutta la lunghezza della chiesa scorre sotto il pavimento il rigagnolo di una sorgente, la cui presenza potrebbe spiegare l’origine dell’idronimo preromano “Isana”, che sarebbe il “luogo in cui l’acqua scorre velocemente”. Dionigi Roggero - Isana è lungo la strada Trino-Livorno F. E' sulla destra poco prima di Livorno, è indicata dalla segnaletica, bisogna ancora compiere un breve tratto di strada sterrata poi ci si trova di fronte al recinto del cascinale che ha all'interno la chiesa. Per le visite telefonare a0161-477701 ETIMOLOGIA COL PROF. MUSSO. Questo il parere del prof. Olimpio Musso, docente universitario, nostro collaboratore: "Nel fondamentale libro Altdeutsches Namenbuch,Erster Band- Ortsnamen di Ernst Förstemann, col. 1593 si documenta il nome Isana come germanico, indicante corsi d'acqua e località in Germania. Si deduce che Isana a Livorno Ferraris è il nome del corso d'acqua e della località allo stesso tempo (come Parma è il nome del fiume e della città).Probabilmente il nome è preromano (Holder lo dice ligure)". LIVORNO FERRARIS TOUR (DICIANNOVE CHIESE) E I MISTERI DI ISANA Era dal 3 marzo scorso, dalla pubblicazione in pagina cultura di un articolo di Gabriella Fogli, che avevamo in lista per un “Viaggio” la Chiesa di S. Maria di Isana. In primis per i suoi collegamenti con le maestranze templari monferrine, del resto è assodato che Isana era stato creato come forte insediamento, punto mediano tra le città di Vercelli, Casale, Ivrea, sull’importante via Liburnasca. Ci riusciamo in una bella mattinata estiva dove l'afa non ingrigisce ancora i cieli. Oggi la chiesa templare è all’interno di un grosso cascinale e, presi gli opportuni accordi, ci riceve gentilmentela proprietaria Marisa Camoriano. La chiesa non è grande ma emana subito il fascino della storia per le sue tessiture murarie e i simboli templari Ci aprono la porta e poi la grata che permette la visione della statua della Madonna circondata da ex voto. E’ una delle “Tre Stelle Sorelle” cioè le tre Madonne (nere) di Isana, Crea ed Oropa, una volta nere, perchè anche qui (come a Crea del resto dopo un restauro, il viso della Vergine non è più scuro, peccato per le tradizioni che la porrebbero a livello di altre in europa) Aggiungiamo, dicono le cronache, che la vigilia della festa dell’Assunta, cioè a mezzanotte esatta del 14 agosto si vedono apparire, splendere ed affievolirsi tre stelle in cielo, le tre Madonne. In ogni caso ad Isana ogni anno il 15 all’alba l’episodio viene ricordato con una funzione religiosa, partecipata, ci invitano. Uscendo a lato del muro perimetrale, dribblando un cane lupo non mordace, fotografiamo il menhir con una storia misteriosa (anche di guarigioni) che meriterà un altro capitolo (ma per chi naviga in internet non è una novità). Dieci minuti e siamo a Livorno Ferraris, città importante, pensate che ha 19 chiese, preceduta da un curioso, grande, cartello di "de-autovelox", cioè Livorno è stato il prmo comune d'Italia a contestare questi controlli di velocità (che quando sono anonimi fanno un po' "girare", noi cerchiamo da tempo di saltare Serralunga di Crea...). Gentilmente ci attendono nella piazza principale, oggi (sabato, ndr.) con mercato colorato soffoca monumenti e ottundi parcheggi, l’assessore alla promozione del territorio Enrico Anzola e la presidente del museo Ferrraris Carla Pugliaro che si sdoppia come guida (c’è anche un folto gruppo di torinesi, ma in aiuto ci sono due giovani volontari aiuto gudie di Livorno Ferraris, una buona idea per incrementare il turismo). Un museo apprezzabile, didascalico (vedi altro articolo). Il nostro 'Livorno Ferraris tour', mentre incomincia a picchiare il sole di mezzogiorno, prosegue alla parrocchiale con un piccolo tesoro di dipinti (tra cui un Guglielmo Crosio che ci ricorda la Battaglia di Lepanto in San Domenico di Casale) e alla Trinità (auditorium, ma vedendo i lacerti di affreschi che potrebbero riservare scoperte, sarebbe da restaurare). Bello dalla strada il gioco dei due campanili, romanico e settecentesco. Poi scorriamo in via Cavour e via Martiri ammirando l'esterno di San Pietro e Paolo (dove è appena stato messo in luce il mosaico avanti entrata). Arriviamo al convento agostiniano di S. Maria delle Grazie, in dirittura finale per un buon recupero e futura sede del museo archeologico (gli ultimi reperti sono stati trovati durante gli scavi dell’Alta velocità). Verremo all’inaugurazione (sperando di trovare parcheggio ad hoc). Luigi Angelino MUSEO FERRARIS - IL PIU' GRANDE TRA I GRANDI A Livorno Ferraris al numero uno di piazza Galileo Ferraris -dominata dalla statua di Galileo Ferraris - un bell palazzo, casa natale dei Ferraris, ospita al piano terra il Museo Civico dedicato a Galileo e al fratello maggiore Adamo. Una lapide (la doratura non facilita la lettura e, soprattutto, la riproduzione foto) ricorda le parole del grande Tomas Edison sul nostro Galileo: “Il più grande fra i grandi che al mondo hanno rivelato la bellezza della scienza elettrica”. Del resto al convegno internazionale di elettricità che si tenne a Chicago, nell’agosto 1893, fu da tutti riconosciuto che la scoperta del campo magnetico rotante , che ha risolto tecnicamente il problema della riconversione dell’energia elettrica in energia meccanica, era dovuta al genio di Galileo Ferraris (1847-1897). L’invenzione del motore asincrono e i suoi studi sul funzionamento e sul rendimento dei trasformatori cambiarono il mondo. Di Galileo, al Museo, suggestiva la ricostruzione del suo studio. Poi un primo nucleo di un laboratorio didattico e divulgativo. Come mezzo di comunicazione prioritario ripropone gli ‘esperimenti dimostrativi’, che furono utilizzati per illustrare i primi risultati della nuova disciplina scientifica. Con questo obbiettivo, sono stati costruiti alcuni modelli sperimentali funzionanti e reperiti motori elettrici storici. Fra le acquisizioni un motore a campo magnetico rotante. Il fratello Adamo (1838-1871), medico di Garibaldi, partecipò con le camice rosse a varie campagne militari e morì in battaglia a Digione (Francia). Per visite al Museo rivolgersi alla biblioteca sovrastante, oviamente se aperta, o per prenotazione tel. 3312098225.(l.a.) Una Madonna nera “dorata” Ogni notte del 14 agosto, vigilia della festa della Madonna Assunta, a mezzanotte in punto, si vedono risplendere ed affievolirsi in cielo tre stelle sopra la chiesa. Sarebbero le tre sorelle Madonne nere: la Madonna d’Oropa, di Crea e d’Isana (prima di essere indorata infatti si dice fosse nera), che si ritrovano per parlare tra di loro affettuosamente e intensamente. La statua della Madonna Nera d’Isana fu in passato rubata, ma venne subito recuperata perchè per i ladri che si erano incamminati per la stradina di campagna che porta a Bianzè, dovettero abbandonarla perchè era divenuta straordinariamente pesante e fuggirono via spaventati. Inoltre, anche qui vicino ad una Madonna Nera, abbiamo la presenza dei templari (accade spesso che le due realtà si trovino nello stesso luogo). Si dice che proprio in questo sito sia stato sepolto un cavallo d’oro, il fatto è che non si sa se si tratta di un cavallo a reali dimensioni o una semplice moneta aurea con l’effige del cavallo! Nei sigilli templari è infatti molto diffuso un cavallo montato da due cavalieri, simbolo di comunione e solidarietà, ma anche di dualismo. Inoltre dato che si parla di “tesoro dei templari” chissà che non abbia a che fare con il graal... dal sito www.luoghimisteriosi.it/piemonte_isana FOTO: S: Maria di Isana, l'antica chiesa; l'ingresso del Museo Ferraris a Livorno Ferraris (assessore e direttore); il complesso, in restauro, degli Agostiniani,a Livorno F., futuro museo. In copertina la Madonna di Isana

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Veronica Spinoglio

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