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Emergenza
Siccità: occorre incentivare colture meno idro-esigenti
Paolo Sassone, presidente della Sezione Piemonte della Società Italiana di Geologia Ambientale
«Con un deficit di precipitazioni del 55% registrati negli ultimi sei mesi rispetto alla media storica, le sorgenti idriche piemontesi sono in sofferenza. A maggio, il secondo più caldo dal 1965, le temperature sono state di 2,5 gradi più elevate della media e, nella prima decade di giugno, di 0,9 gradi. Il manto nevoso in quota è del 60% più ridotto rispetto alla norma (227 milioni di metri cubi rispetto ai 555 che dovrebbero esserci). Prima d’ora il minimo era stato toccato nel 2007 quando si erano raggiungi i 257 milioni di metri cubi. Nell’alessandrino, le difficoltà sono iniziate a giugno, soprattutto nei Comuni turistici, con l’apertura delle seconde case e quindi, con l’aumento di richiesta di acqua. I problemi maggiori si registrano nel nord del Piemonte dove, da febbraio ad oggi, sono stati eseguiti 1.080 interventi tramite autobotti nel Verbano, nel Biellese e, anche, nel Vercellese e nel Casalese».
A parlare, è Paolo Sassone, presidente della Sezione Piemonte della Società Italiana di Geologia Ambientale. Un quadro preoccupante che riflette lo stato generale a più livelli, dal locale al regionale, dal nazionale al mondiale. Queste, alcune delle proposte avanzate da Sassone: «A parte le azioni per la riduzione dei gas climalteranti, occorre incentivare colture meno idro-esigenti, lasciando più acqua possibile nei fiumi e riducendo i prelievi idroelettrici ove possibile, invece di mantenerli sempre ai massimi livelli - spiega il geologo; - poi, è necessario investire nella ricerca e nella conoscenza idrogeologica, potenziando e manutenendo le captazioni e i bacini di raccolta, nonché recependo le migliori tecniche di irrigazione. Infine, il Pnrr dovrebbe mettere al primo posto una campagna di incentivi per i bacini di raccolta delle acque di piena, anche nei territori collinari e privi di idro-risorse proprie come, ad esempio, nel mio Monferrato».
Ed è rispetto a quest’ultimo punto che, la scorsa primavera, dal Comune di Sala, dove Sassone è stato assessore esterno, era stata messa a punto una proposta virtuosa, per la realizzazione di tre bacini di raccolta acque meteoriche in altrettante vallate: «Complessivamente, sono stati quattro gli interventi di consolidamento viabile e di sistemazione aree degradate presentati, tra i quali, quello riferito all’area degradata di Zarbareto. L’idea ispiratrice è quella di recuperare le acque meteoriche, ai fini del risparmio e della salvaguardia della risorsa, oltre che per contemplare attività ludiche ambientali, favorendo, nel contempo, preziose scorte idriche in caso di fabbisogno»
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