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  • 18 settembre 2019
  • Castelletto Merli

A Castelletto Merli

Cinghiale aggredisce agricoltore e il suo cane: sfiorata la tragedia

«È sbucato all’improvviso da un campo di soia e ha caricato Ful che era al mio fianco scagliandolo in aria per più di un metro».

Poteva essere una tragedia e invece l’aggressione si è risolta con un grande spavento e decine di punti di sutura al cane che ha avuto parte dell’addome squarciata da una ferita lunga una ventina di centimetri. “Il cinghiale è sbucato all’improvviso da un campo di soia e ha caricato Ful che era al mio fianco scagliandolo in aria per più di un metro”, racconta Dario Bertana, 77 anni a ottobre, agricoltore di Castelletto Merli. “’Ful è sempre con me, mi segue ovunque e per fortuna era presente durante l’assalto, perché altrimenti il cinghiale avrebbe attaccato me e non so come sarebbe finita. Di certo sarei all’ospedale. Ma, se permette, vorrei aggiungere una cosa”.

Dica pure: “Da queste parti non era mai accaduto che i cinghiali assalissero gli agricoltori. Sono animali molto pericolosi e, se non si interviene seriamente, prima poi qualcuno si farà male. Molto male. Che cosa dobbiamo fare? Andare nei campi armati di fucile? Sono anni che ci lamentiamo. Risultati? Zero. Le autorità discutono e intanto i cinghiali si riproducono, devastano gli orti e i raccolti e aumentano di numero”.

Domenica scorsa, nel tardo pomeriggio, Bertana aveva finito di tagliare con il trattore l’erba di un prato sulle colline di Castelletto Merli. Ne stava spostando una parte con il forcone quando all’improvviso il cinghiale lo ha colto di sorpresa sbucando dal vicino campo di soia. “Era una furia – spiega Bertana –. Sono riuscito a colpirlo di striscio con il forcone mentre fuggiva. Era un cinghiale adulto, molto grosso e pesante. Ful era terra e perdeva sangue”.

Subito la corsa allo studio del veterinario Fabrizio Bevilacqua alla Stazione di Moncalvo che ha dato i punti di sutura al cane, un Border collie incrociato con un Golden retriever, di sei anni. Ora Ful riposa, curato con gli antiotici, e se la caverà. “Spero si riprenda presto, da quando è mancata mia sorella Franca 6 anni fa, è l’unica compagnia che ho”, dice Bertana. E aggiunge: “Sulle colline non possiamo più seminare il mais perché i cinghiali lo distruggono. L’ultimo raccolto che ho fatto cinque anni fa è andato perso per l’ottanta per cento a causa loro. Da allora non l’ho più seminato anche se mi servirebbe per darlo in pasto alle mucche”.

Non è più una scelta politica ma un’esigenza di incolumità pubblica”, aveva dichiarato a fine agosto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, nel commentare la presenza sempre più ingombrante dei cinghiali sul territorio. Cirio aveva proposto di convocare un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica sui danni da fauna selvatica e procedere agli abbattimenti selettivi. Un pensiero condiviso dal sindaco di Casale e vicepresidente della Provincia di Alessandria, Federico Riboldi, che ha invocato una legge regionale sulla caccia che si faccia carico del problema. In un incontro recente in Prefettura ad Alessandria in cui si è affrontato il tema degli incidenti stradali causati dai cinghiali, il vicepresidente della Regione Fabio Carosso aveva indicato la possibilità di utilizzare metodi alternativi e più sostenibili all’abbattimento: “Si potrebbe, ad esempio, pensare a una collaborazione con il corso di laurea in Veterinaria di Torino, per individuare dei metodi anticoncezionali di contenimento delle specie, già sperimentati con successo in altri Stati”.


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