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Centro e sinistra, continua la bagarre nella giunta Mascarino

Dopo le dimissioni della consigliera Daniela Degiovanni, eletta nella lista Ds, anche l'assessore Roberto Quirino ha presentato le dimissioni dalla giunta. E il segretario di Sinistra Democratica Fabio Lavagno ha immediato posto – martedì - la questione della riduzione della giunta, con una lettera che ha inviato sindaco di Casale Paolo Mascarino, aprendo così un confronto non facile fra le forze di maggioranza, con la richiesta implicita di un rimpasto e di una redistribuzione delle deleghe tra il Pd (Margherita e una parte degli ex Ds) e il coordinamento della sinistra di cui fanno parte Sinistra Democratica (l'altro troncone dei Ds), Rifondazione Comunista, Sdi e PdCI. Le dimissioni di Quirino Una mossa che era nell'aria e che già a metà della scorsa settimana era oggetto di chiacchiericcio politico, dopo l'interpartitica calda che aveva visto la sinistra porre la questione del ricambio alla presidenza di Amc, visto che sia l'azienda sia la delega in giunta erano ormai nelle mani della stessa componente politica, il Pd, appunto. Ma dal Partito Democratico pare sia venuto un secco «no» e che qualcuno abbia addirittura minacciato – a fronte di una forzatura sulla presidenza della Multiservizi - di fare cadere la giunta. Mentre Enrico Scoccati che le indiscrezioni davano per «candidato» alla sostituzione di Ottone, con uno scenario alternativo a quello delle dimissioni Degiovanni-Quirino, smentisce categoricamente che vi sia mai stata una sua candidatura per la presidenza dell'Amc e sottolinea la «strumentalità della notizia fatta probabilmente circolare per creare ancora più confusione». Lo scenario Scoccati? «Pura invenzione» Ora le dimissioni di Quirino vogliono rilanciare la questione degli equilibri proponendo quel dimagrimento dell'esecutivo che già qualche mese fa era stato proposto dallo Sdi. Cura dimagrante per la giunta? «In questa circostanza – scrive Lavagno, segretario di Sinistra democratica, al sindaco di Casale Paolo Mascarino – crediamo si debba tenere presente da un lato le iniziative legislative in corso dall’altro la forte spinta dell’opinione pubblica per la riduzione degli organi pubblici di governo e di amministrazione, sia al fine di assicurare maggiore efficienza ed efficacia decisionale, sia al fine di limitare i costi della politica. Anche a livello locale, la fase finale della mandata amministrativa dovrebbe spingerci a definire con nettezza gli impegni programmatici essenziali ai quali dare attuazione, e assicurare, anche con un serio snellimento della compagine di Giunta, che non ne mini la rappresentatività, un recupero di operatività e capacità decisionale. Per queste ragioni, sentiamo il dovere di manifestarti la nostra disponibilità a non designare altro amministratore in sostituzione di Roberto Quirino, in modo da consentirti di verificare se vi siano le condizioni per un rimpasto che porti ad una significativa riduzione dei componenti della Giunta». E le parole chiave sono evidentemente riduzione della giunta, rappresentatività, rimpasto. Altra interpartitica saltata mercoledì La questione avrebbe dovuto essere affrontata mercoledì, dopo che la precedente interpartitica, la scorsa settimana, era stata «disertata» dalla delegazione del Pd, convocata, pare, con un messaggio lasciato in segreteria telefonica al segretario della Margherita Vergnano. E a nessun, ufficialmente, dei «Ds per il PD». Insomma un pasticcio. Ma anche l'interpartitica di mercoledì è saltata, perché proprio lo stesso giorno il sindaco Mascarino ha tolto a Giorgio Ferraris (Margherita-PD) la delega dei rapporti con l'AMC e l'ha attribuita a Fabio Lavagno (Sd). La delega Amc a Fabio Lavagno Le ragioni le chiarisce lo stesso sindaco Mascarino in una nota inviata a Davide Sandalo e Franco Vergnano in cui sottolinea che mai, negli ultimi vent'anni, si era verificato che presidenza di una azienda e delega di controllo in giunta fossero attribuite alla stessa forza politica, per motivi fin troppo evidenti. Mascarino si dice quindi in un certo senso costretto ad assumere la revoca della delega a Ferraris e si rammarica anzi che non sia stata rimessa spontaneamente. La revoca peraltro non è stata resa pubblica dal Comune e la notizia del passaggio di mano da Ferraris a Lavagno si è diffusa in modo informale, più per le contrapposizioni politiche che per una corretta prassi di informazione. In ogni caso il sindaco esprime poi preoccupazione per le ripetute assenze delle delegazioni del Pd alle riunione di maggioranze convocate dallo stesso primo cittadino, cosa che rende più difficile il «dialogo politico» e che rischia anche di compromettere «lo svolgimento dell’attività amministrativa». Insomma un richiamo alla responsabilità che si conclude con l'auspicio che «il dialogo, che da parte mia non è mai venuto meno, possa riprendere al più presto, nell’interesse della collettività che amministriamo». Il PD: "Il sindaco è schierato con Sd" E il Partito democratico? Una nota diffusa ieri – giovedì - da Sandalo e Vergnano, accusano la componente della sinistra DS di «assumere un atteggiamento ostile e antagonista, tendente a indebolire e a delegittimare la costituzione» del PD e il sindaco di non aver prestato attenzione «ai momenti significativi della nascita del nuovo partito»; sì invece «al costituirsi in città del gruppo della Sinistra Democratica finendo così per manifestare pubblicamente il suo orientamento politico fino a rendersi, in più occasioni, interprete delle scelte e delle strategie della nuova formazione di sinistra. «La scelta del Sindaco è legittima – continuano Sandalo e Vergnano - ma cambia profondamente gli equilibri all’interno della Giunta fino a rendere dominante una componente politica minoritaria». Insomma nessuna rinuncia ad incarichi, nessuna redistribuzione, nessun rimpasto? Il peso del sindaco pareggia le tante deleghe accumulate dal Pd in giunta e nelle aziende? «Il tentativo di mettere in discussione i vertici delle aziende pubbliche, il ritiro della delega dell’AMC all’assessore Giorgio Ferraris e l’assegnazione della stessa all’assessore Fabio Lavagno in modo unilaterale, pur in presenza dell’annunciata disponibilità a discuterne in un quadro più generale di collaborazione; in ultimo le dimissioni dell’assessore Roberto Quirino come esempio da emulare per ridurre i componenti della Giunta sono la prova di una strategia guidata dalla Sinistra Democratica e assecondata dal Sindaco volta a destabilizzare ulteriormente la situazione. È una strategia inaccettabile e di rottura». «Nessun rimpasto, pensiamo ai programmi» E a poco più di un anno dalla scadenza naturale non si vede per quali ragioni al PD appare assurdo mettere in discussione gli equilibri e le competenze di Giunta, invece si concentrarsi sulla conclusione dei programmi: «Il Partito Democratico ritiene che questo non sia il momento di rivedere incarichi e competenze, ma di definire le iniziative prioritarie su cui concentrare gli sforzi a vantaggio della città e del territorio». Forte e chiaro. E il bello - lascia intendere qualcuno – deve ancora venire perché la improvvisa scomparsa del vescovo monsignor Zaccheo, stroncato da un infarto martedì notte, avrebbe suggerito di non alzare troppo la voce. Sempre a galla ma in affanno il sindaco di Casale Paolo Mascarino nella foto (di repertorio) impegnato in una iniziativa benefica.

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Sara Zuccotto

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