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Il casalese Reposo rinviato a giudizio per la Saca di Cavagnolo. Processo Eternit: la Procura impugna la sentenza e chiede nuovamente 20 anni per Schmidheiny e De Cartier

Quattro dirigenti della Saca di Cavagnolo (Torino), una delle molte aziende del gruppo Eternit, sono stati rinviati a giudizio per omicidio e lesioni colposi dal gup di Torino Massimo Scarabello per quattro casi, di cui tre mortali, di asbestosi, mesoteliomi e tumori polmonari tra ex dipendenti. Tra loro c’è anche il casalese Luigi Reposo, 94 anni. Il 12 dicembre dovranno presentarsi anche il tedesco Othmar Wey, 80 anni, il belga Karel Vinck, 74 anni, e l’italiano Luigi Giannitrapani L’accusa sarà affidata alla pm Sara Panelli che ha già svolto l’inchiesta del processo per disastro doloso permanente contro lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Louis de Cartier de la Marchienne, condannati lo scorso 13 febbraio a 16 anni di carcere. I dirigenti citati nel nuovo processo di Cavagnolo dovranno rispondere di tre decessi, due per mesotelioma e uno per carcinoma polmonare, e della malattia di un quarto dipendente, affetto da asbestosi malattia polmonare irreversibile. Intanto la Procura di Torino ha presentato appello contro la sentenza dello scorso 13 febbraio. La pubblica accusa contesta la prescrizione per il reato di disastro doloso relativamente agli stabilimenti di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). Nell'appello, i pm Raffaele Guariniello, Gianfranco Colace e Sara Panelli affermano che il disastro ambientale a Rubiera e Bagnoli è tuttora attuale, perché la popolazione della zona continua ad ammalarsi di asbestosi e tumori polmonari a causa dell'amianto proveniente dai due stabilimenti. La prescrizione per Bagnoli e Rubiera era proprio legata al mancato riconscimento della permanenza del reato in quelle località. Il rischio, secondo i magistrati , è invece tuttora presente «per l'inerzia degli imputati» infatti le bonifiche non ancora terminate. «A oggi - ribadiscono i pm - risulta che gli imputati non si sono attivati neppure con esborsi economici per rimuovere il pericolo». Proprio per questo la Procura torna a richeidere che Schmidheiny e De Cartier siano condannati a 20 di reclusione, la stessa richiesta di pena formulata dall'accusa in primo grado e che il tribunale ha presumibilmente mitigato non rintetenendo permanente il reato a Bagnoli e Rubiera. I tre pm hanno anche richiesto di poter sostenere l'accusa anche in Appello, in luogo della Procura generale, in virtù della loro specializzazione sul caso e della estrema complessità dell'inchiesta che cponta centinaia di migliaia di pagine di incartamenti.

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