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Proseguono gli incontri del ciclo "Cantiere Migrazioni"

Si è parlato di migrazioni e cambiamenti climatici in occasione dell’ultimo incontro del ciclo “Cantiere Migrazione”, promosso nelle scorse settimane nella sede del Mutuo Soccorso dal Tavolo Migranti, il gruppo di 14 associazioni riunite per ospitare autorevoli approfondimenti mirati ad offrire “un altro punto di vista” sul sempre più concitato tema dell’immigrazione.

Ospiti dell’incontro sono stati: Vittorio Cogliati Dezza, già presidente di Legambiente collegato in remoto, il giornalista e scrittore Valerio Calzolaio e la giornalista Franca Nebbia. 

«Di fronte alle catastrofi ambientali si calcola che, nel mondo, circa 25,2 milioni di persone, dal 2008 al 2018, abbiano dovuto abbandonare la loro casa - ha esordito la Nebbia - secondo l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni, i disastri ambientali hanno triplicato le migrazioni rispetto a 40 anni fa: migrare diventa una necessità per sopravvivere. Recenti studi scientifici riportano previsioni impressionanti: entro il 2050 saranno 250 i milioni di persone che migreranno a causa dei cambianti climatici. Eppure, i migranti ambientali, sulla carta, non esistono: nessun riconoscimento giuridico per loro». 

Partendo dall’accreditato dato scientifico, Dezza ha così confermato quanto riportato, precisando che «le cause del cambiamento climatico sono di origine antropica, così come riconosciuto dal 97% della comunità scientifica”. E ha aggiunto: “più del cambiamento climatico, contano gli effetti che si ripercuotono, con importanza, sia sul piano sociale sia economico. Se nulla cambierà” ha aggiunto, “sarà la distruzione del benessere sociale ed economico, con maggiori ripercussioni su quella parte del mondo che, a questo benessere, non ci è mai arrivata”. Il lento e progressivo fenomeno di desertificazione motiva i crescenti spostamenti che, inizialmente, sono interni e difficilmente rilevabili, per poi allungarsi fino all’Europa. Tuttavia, questo tipo di migrazione non viene identificata come tale per ragioni di opportunità”. Infatti, i richiedenti asilo mai motivano la richiesta dichiarando cause di natura economica e ambientale, che sono poi due facce della stessa medaglia, perché la Convenzione di Ginevra contempla solamente rifugiati per motivazioni religiose, politiche e di guerra.

Una riflessione traversale, per sollecitare i più reticenti ad uscire dai luoghi comuni e considerare “un altro punto di vista”, è poi stata offerta da Calzolaio. “Senza le migrazioni, non ci sarebbe stata l’evoluzione umana; le migrazioni pacifiche hanno portato solo vantaggi alla razza umana”, premessa oggettiva alla quale si unisce un’altra grande evidenza: “quando non viene violato il diritto di restare, solo una piccola parte della popolazione parte”. Assunti, dunque, inconfutabili ai quali, Calzolaio ha voluto aggiungerne altri altrettanto evidenti e che grazie alla fonte scientifica assumono, inequivocabilmente, il valore pieno della verità: “nel nostro genoma c’è il 2% di un’altra specie umana già presente 68 milioni di anni fa. Tutti, siamo meticci nel suo significato biologico, genetico e scientifico e, con noi, lo sono anche le religioni, la musica, le lingue e persino la cucina. Ogni individuo è il prodotto di geni trasmessi nel corso del tempo e di geni adattatisi ai luoghi e agli eventi. Nel lungo periodo” ha proseguito Calzolaio richiamando la sua ultima pubblicazione La specie Meticcia, introduzione multidisciplinare a una teoria scientifica del migrare, “si sono sovrapposte e incrociate migrazioni da e verso più direzioni. Non si tratta di migrazioni solo umane e solitarie, ma sempre articolazioni ambientali ed economiche. In parallelo, stratificazioni genetiche, biologiche e culturali hanno reso ogni ecosistema antropologicamente meticcio: ogni individuo è un mosaico genetico a se stante. Non ci sono più entità pure e popolazioni autoctone; occorre riconoscere la differenza senza che diventi paura”. “Occorre rispettare la natura” torna spesso a ripetere Papa Francesco ricordando che le crisi sociali e ambientali sono strettamente interconnesse: “sono una sola e complessa crisi socio-ambientale”.

Alla luce dell’ultimo Dpcm, ovvero del crescente rischio di contagio, i prossimi due incontri del ciclo Cantiere Migrazione, (5 novembre con “Immigrazione e Donne immigrate in Italia”, a cura dell’antropologa sociale Marina Della Rocca e della giornalista Mimma Caligaris, e del 10 novembre con “Ius Soli e Culturae” con l’attivista dei diritti Simohamed Kaabour e la giornalista Letizia Tortello) si terranno in screening. Info: 331 1113628. 


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