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La decisione della Regione Piemonte

Controlli sanitari ai lavoratori ex esposti amianto

Da marzo operativo il gruppo di lavoro per aggiornare il registro regionale

Sarà operativo a partire dal mese di marzo il gruppo di lavoro composto da personale del Centro Sanitario Amianto, delle Università, degli Spresal e della SCDU Epidemiologia dei Tumori dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino che avrà il compito di aggiornare il registro dei lavoratori ex esposti all’amianto, completandolo con l’utilizzo e la verifica di nuove fonti.

È quanto ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta nel rispondere all’interrogazione a risposta immediata del consigliere di Forza Italia Francesco Graglia, nell’ambito delle question time di martedì 19 febbraio, in Consiglio regionale. «Sono passati 27 anni - ha sottolineato Graglia in aula - dalla legge nazionale che ha vietato ogni forma di utilizzo e commercio della fibra di amianto e un anno  dall’individuazione delle azioni che le   Regioni devono mettere in atto per il controllo sanitario dei lavoratori ex esposti all’Amianto, cosi come previsto dal protocollo d’intesa Stato-Regioni dello scorso febbraio 2018. Occorre oggi avere tempi e nominativi certi».

«I dati per l’aggiornamento dell’elenco dei 17mila lavoratori già iscritti ad un registro regionale nel 2014, verranno richiesti a tutte le industrie e attività economiche note per aver operato in passato nel settore della trasformazione dell’amianto e per quelle note per aver utilizzato grandi quantitativi di materiali contenenti amianto - ha specificato Saitta -  Oltre alla consultazione degli archivi Inail e Inps, verrà introdotto l’utilizzo di nuova documentazione, come i libri matricola delle aziende dove si verificava esposizione ad amianto. La Regione avvierà inoltre, grazie a un accordo quadro con i medici di famiglia, un percorso ad hoc per il controllo sanitario dei lavoratori ex esposti ad amianto che prevede il riconoscimento nominativo, l’identificazione del loro medico di Medicina generale attraverso gli archivi del Servizio sanitario nazionale e la segnalazione al medico di Medicina generale dei suoi assistiti a rischio di malattie di amianto. Il coordinamento con i medici di famiglia - conclude l’assessore - appare fondamentale per assicurare un intervento capillare sul territorio regionale e tempi congrui per l’intervento assistenziale di sorveglianza, anche in considerazione della conoscenza delle condizioni cliniche degli assistiti da parte degli stessi medici».


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