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  • 12 settembre 2023
  • Cella Monte

A Cella Monte

Storia e folklore per il percorso dedicato a Gian Giacomo Francia

Con la partecipazione straordinaria di Anna Maria Bruno

Tra storia, ironia e folklore, ha preso il via, sabato 9 settembre a Cella Monte, l’ultima tappa del percorso storico-culturale dedicato al 250° anniversario della nascita di Gian Giacomo Francia, con una rappresentazione del tutto originale, portata in scena tra le vie del centro dal Collettivo Teatrale di Casale Monferrato, con la partecipazione straordinaria di Anna Maria Bruno.

Dalla chiesa di San Quirico, ove un tempo sorgeva l’antico abitato, lo spettacolo itinerante, accompagnato dal suono dei tamburi, si è snodato fino a casa Francia, passando per Palazzo Radicati e Palazzo Ardizzone, nonché nel cortile di Davide Coppo e all’Ecomuseo della Pietra da Cantoni. Tappa obbligata, anche, in piazza del Bollo, ove sorge il pozzo con tanto di stemma della famiglia Francia di Celle, fresco di restauro.

Tra una narrazione e l’altra, illustrata dalla Bruno, a sorpresa, da una cornice, è comparso Gian Giacomo Francia, ovvero il figurante Saldì, proponendo letture nel linguaggio tipico dell’epoca, tratte dal diario dello stesso Francia.

“Correva l'anno del Signore Millesimo Settecentesimo Settantesimo Terzo e spuntava il giorno ottavo del mese di aprile, quando io apersi gli occhi alla viva luce nel luogo di Cella. All'età di anni quattro perdei la mia buona genitrice ….. Giunsi rapidamente in rettorica …. e bene me ne avvenne, …. il professore, …mi scosse tutte le fibre dell’anima, dilatò la mia mente e la mia fantasia, che si infiammò alla lettura dei classici latini e nostri, ed in ispecie di Virgilio e del Torquato. Nei susseguenti due anni fui ammesso alla scuola di filosofia e, ricevuto lezioni di lingua francese, di geografia, di disegno, di musica, di ballo, di scherma e del cavalcare, mi trovai a terminare gli studi con sufficiente corredo di morali cognizioni e forze fisiche per espormi al corso universitario…alli studi legali…”.

Dopo la laurea, Gian Giacomo Francia si trovò coinvolto nelle rivolte del 1797, già notato a Casale come uno dei principali Giacobini; del Conte Gian Battista Sannazzaro fu compagno di letture di scritti francesi e Cisalpini, scaldando la testa di tanti giovani del tempo. “Nel ’97 vennero fucilati contadini casalesi accusati di aver preso parte alle sommosse di Moncalvo. … verso Gian Giacomo venne promossa un’inquisizione fiscale. Così, il ritiro a Cella e, quando “d’uopo fu, le spalle diede”. A seguire, i fatti di Genova e il legame con Duphot; nel 1798, il rientro a Casale con nuovi guai alle porte. Poi, ancora, la Battaglia di Marengo e la liberazione…

In conclusione, la lettura di alcuni versi tratti dal suo Inno alla Libertà: “Alfin s’innalza l’Albero, che a Libertà ci chiama, la giusta nostra brama, compita alfin sarà. Voci di gioja echeggino per l’Eridanio lido, le nubi fenda il frido Viva la Libertà ….”, mentre a destare un po’ di colore, gli interventi dei figuranti contemporanei del Collettivo.


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Paolo Pensa

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