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Intervista
Giorgia Bianco: «Essere celiaci sul mio blog senza glutine»
Casalese, è blogger divulgatrice

Celiachia? Se ne parla davvero troppo poco, ma in Monferrato e sui social diventa quasi un gioco, uno spazio informativo creato dalla casalese Giorgia Bianco, la quale si considera una blogger divulgatrice e non una influencer. Lei lo fa per passione e vuole sfatare i falsi miti sulla celiachia, che deve essere considerata da tutti una vera e propria malattia autoimmune.
Suggerimenti e consigli, per un mondo ancora troppo inesplorato, soprattutto nella nostra città, nella quale lei vorrebbe realizzare punti informativi con esperti e tecnici della materia, senza trascurare alcun dettaglio. Con un’energia incredibile, ci racconta la sua storia: potrebbe essere il primo mattoncino per un futuro da condividere con tutti i celiaci del nostro territorio. E l’esperienza di Giorgia significa solo una cosa: #siamosenzaglutine.
Giorgia ci racconta la sua storia?
A un anno e mezzo venni ricoverata al Gaslini di Genova dove ricevetti la diagnosi del “morbo celiaco”.Nonostante siano trascorsi 25 anni, di celiachia se ne parla ancora troppo poco e a Casale manca ancora tanto materiale in merito. Ho frequentato il liceo a Milano, mi sono diplomata ballerina di danza classica in accademia e, durante questa esperienza, ammetto di aver avuto tanti problemi con la gestione della celiachia, soprattutto in mensa. Ho deciso così di aprire @siamosenzaglutine, e gratuitamente divulgo la mia quotidianità da celiaca, collaborando anche con tante aziende del settore. La mia pagina vuole essere una comunità con lo scopo di informare su questa patologia, di sensibilizzare e di eliminare i falsi miti sulla celiachia, del tipo “che grado di celiachia hai?” (Vi svelo un segreto, non esistono gradi!). È soprattutto un mezzo per fare chiarezza su di una patologia ancora troppo sottovalutata, che spesso si riduce a “ma mangialo un pezzettino che non ti fa niente” o “massi, avrai un po’ di mal di pancia e poi ti riprendi”.
Ci parli di Casale. Come siamo messi?
A Casale, da quattro anni cerco di sensibilizzare tantissimo le realtà commerciali, fornendo loro contatti per acquistare e gustare prodotti di qualità in città, aiutandoli tramite pubblicità sui miei social. Ciò che mi preme di più è sicuramente dare tante informazioni in merito al tema e se ci fosse qualche realtà con la volontà di aggiungere opzioni gluten free io sarei ben disposta a dare una mano! Questo perché c’è ancora troppa poca scelta a Casale, soprattutto poca informazione. Spesso ci si dimentica che a Casale siamo tanti celiaci, tra miei coetanei e tanti bimbi nelle scuole. Con riferimento a questi ultimi, vorrei proprio riuscire ad arrivare negli istituti per parlare con loro, con le famiglie e con le insegnanti.Con questo articolo, infatti, vorrei lanciare un monito alle scuole affinché si realizzino tavole rotonde e incontri.
A livello sanitario, come viene riconosciuta la celiachia?
Non si parla di intolleranza o allergia, ma di una malattia autoimmune e questo le persone non lo sanno. Chi non ha un celiaco in famiglia non comprende fino in fondo il tema, o comunque la difficoltà nel convivere con questa patologia. A volte le persone si lasciano ingannare dalla sintomatologia: ci sono celiaci che stanno male e celiaci che non manifestano sintomi se ingeriscono accidentalmente glutine. Il punto, però, è che il danno all’intestino c’è lo stesso per tutti quanti! La celiachia ad oggi non ha una cura e proprio per questo quel pezzettino di brioche ci è assolutamente vietato per poter sopravvivere. L’unica “terapia” è la dieta senza glutine seguita in maniera rigorosa, priva di qualsiasi contaminazione crociata. Non esistono pillole o pastiglie per arginare il problema, anche se ne parliamo da oltre 30 anni rimangono in fase di sperimentazione. Siamo classificati come soggetti fragili, certificati dal Ministero della Salute. Tutte le regioni ci erogano un buono mensile con un valore che varia in base all’età del soggetto e possiamo comprare solo i prodotti che rientrano nel registro nazionale degli alimenti mutuabili. Il buono ci permette di abbattere un po’ i costi, dato il folle aumento che c’è stato negli ultimi anni: oggi un chilo di farina costa quasi 10 euro. Prezzi non certamente accessibili a tutti! E nei locali, per esempio, abbiamo sempre il sovrapprezzo.
Prodotti e dieta gluten free. Cosa deve fare un celiaco?
I prodotti dal 2000 al 2010 non erano per niente buoni. Oggi, fortunatamente ci sono prodotti ottimi. Chi mi dice “Il senza glutine fa schifo”, non è vero! Il mio ragazzo è chef, esistono tantissime ricette per i celiaci, nonostante ci siano farine di base differenti. Farro, avena (se non deglutinata), orzo, segale e kamut non sono permessi. Grano saraceno, riso e mais sono le farine base della nostra dieta. Ciò che mi preme evidenziare è che mangiare “senza glutine” non significa mangiare sano o fare una dieta per dimagrire: professionisti e specialisti affermano che sia sbagliatissimo iniziare a mangiare senza glutine per “moda”. Il celiaco, spesso, deve assumere fibre e integratori extra, nonché seguire una dieta bilanciata e varia, viste le carenze che ha seguendo una alimentazione priva di glutine.
Le persone, quando vedono i suoi video, cosa le scrivono?
Ho ricevuto tanti messaggi da parte di persone che si spaventano a fronte della diagnosi di celiachia e si rinchiudono in casa. Oppure genitori che si spaventano per la diagnosi dei figli. A loro ho risposto che la celiachia deve essere vista come un quid in più. Grazie alla mia pagina cerco di esplorare sempre di più la vita da celiaca e cerco di infondere coraggio e ‘normalità’, perché ormai è una malattia diffusissima, per cui stop all’essere considerati degli alieni. La celiachia non deve modificare i nostri obiettivi, semplicemente creare sfumature nella nostra vita… bisogna prenderla come un’opportunità! Se devo viaggiare, io non mi fermo. Parto con la mia valigia piena di prodotti senza glutine, senza dimenticare che esistono tanti prodotti naturalmente privi di glutine: frutta, verdura, pesce e riso. Mai considererei la celiachia un ostacolo o un limite!
Come ha sviluppato i contenuti sulla sua pagina Instagram?
Porto contenuti di vario genere, ma i due format che mi stanno più a cuore sono questi: “le cose che mi fanno arrabbiare da celiaca” e le “disavventure di Gio”. Il monito che lancio tramite questi contenuti è questo: dobbiamo parlarne, ridendo, ma informando. Spesso veniamo considerati, anche dagli amici, come precisini e rompiscatole. Da praticante avvocata mi voglio prendere cura dei diritti dei più deboli: non posso sentire parlare di bambini celiaci bullizzati ed esclusi dai compagni nelle scuole perché celiaci. Sento spesso notizie spiacevoli che non devono assolutamente ripetersi. La mia parola vuole essere rivolta a genitori, ai bambini e agli insegnanti. Impiego tante ore nei weekend per registrare i video, non sono sicuramente professionale, ma cerco di farlo nel migliore dei modi. Attualmente non percepisco un euro, il mio è spirito informativo! E dato che sono casalese ci tengo a far sì che la nostra sia una città inclusiva. Vorrei creare sportelli per parlare di celiachia con gli esperti con cui collaboro. La salute deve primeggiare su tutto.
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