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L’abbraccio alle sei monache, custodi del Santuario di Crea

Sono arrivate, “finalmente” aggiunge qualcuno, le monache domenicane attese al Santuario di Crea dal giorno di Pasqua, per restarvi definitivamente. Lo slittamento di diverse settimane è dipeso da motivazioni logistiche legate al trasloco e alla disponibilità competa dei locali a loro destinati. Le abbiamo incontrate alla messa delle 7,30 di domenica scorsa, alla quale hanno partecipato prima di dedicarsi a disfare le valige e a sistemare i numerosissimi libri (6300 volumi, di cui oltre 1500 di Sacra Scrittura) e documenti portati al loro seguito, oltre che i complementi vari che abitavano il convento di Moncalieri dove erano residenti. A fine funzione, qualche fedele tra i presenti, ha già avuto modo di stringerle in un abbraccio di benvenuto.

Abbiamo così potuto vedere i volti delle religiose, Suor Gabriella, Suor Paola, che già avevamo incontrato a marzo, Suor Daniela e Mariella presenti alla funzione, suor Chiara e suor Osanna (quest’ultima 90 anni all’anagrafe). Nei nuovi e ampi spazi di Crea le monache potranno svolgere al meglio il loro servizio e ministero della parola a stretto contatto con la comunità ecclesiale e sociale.

«Attraverso lo studio, la preghiera e il lavoro - ha detto il rettore don Francesco Mancinelli durante la Messa riferendosi alle monache appena arrivate - possano essere espressione di comunione viva». Tra la comunità c’è molta attesa per il loro esercizio a Crea, un’attesa fatta di curiosità e aspettative. Ancora una volta ricordiamo che non si tratta di monache di clausura; è infatti un luogo comune associare le monache alla clausura, quell’arcaica immagine che le nascondeva dietro a grate e veli fuori dal mondo: «In realtà si è sempre e solo trattato di un’interpretazione molto parziale», ci hanno spiegato, «poiché il monachesimo, pur conservando una vita “in disparte”, è sempre stato un punto di riferimento per la vita della comunità».

Le sorelle, a Crea, svolgeranno una vita contemplativa nella continua ricerca di Dio e lo faranno  così come vuole l’Ordine dei Predicatori (più conosciuti come Domenicani), vivendo la Regola incarnandola nel contesto storico e logistico in cui vivono. A giorni, insieme al rettore del Santuario e al vescovo monsignor Gianni Sacchi, pianificheranno le attività da svolgere secondo il loro stile di vita: lectio divina, corsi di iniziazione al silenzio, di riscoperta della vita interiore, di preghiera vissuta attraverso un cammino che coinvolge anche la propria corporalità (come nei Nove modi di pregare di san Domenico), percorsi per e con le coppie di sposi. Si tratta del recupero di un approccio antico della vita contemplativa cristiana, riproposto dal Concilio Vaticano II e dell’ultimo documento di Papa Francesco, la Costituzione Vultum Dei quaerere.

Preghiera e contemplazione infatti, sono vocazione di ogni battezzato e battezzata, chiamati a vivere la relazione personale con Dio, presente nel vissuto di ogni giorno; una relazione che coinvolge l’intera persona. Modalità e tempi per incontrarle, anche queste verranno rese note a giorni. Tra i canali multimediali invece, nessun social, solo posta elettronica. «Prediligiamo le relazioni dirette fatte di ascolto e interscambio» ci hanno precisato. Info sul sito www.mariadimagdala.it


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Veronica Spinoglio

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