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Viaggio d'autore al percorso artistico di Vignale

“L’arte moderna è la capacità di esistere oggi avendo in sé la stratificazione comprensiva del passato che torna in vita. Colonna è moderno perché ognuno dei suoi quadri è una citazione non fine a sé stessa, ma rivissuta, distillata e sublimata nel mondo attuale con sensibilità anticonformista. Con la sua capacità di unire passato e presente l’arte di Colonna è un anello di congiunzione nella catena del pensiero umano”. Queste le parole del famoso critico d’arte Philippe Daverio, alla inaugurazione della mostra milanese di opere sacre presso l’Oratorio della Passione della Basilica di Sant’Ambrogio. Gli fa seguito Mario Soldati che scrive: “Le amatissime colline monferrine, con le loro ondulazioni musicali, sinuose, sensuali, in quelle ore indefinite tra il giorno e la notte, sono esse stesse, dei quadri di Colonna trasformate in visioni affascinanti...”. Note critiche che ben si adattano a “GiornoNotte”, un singolare percorso artistico tra gli edifici di Vignale appena inaugurato. Nato a Torino nel 1938, figlio di Aldo, grande fotografo di montagna e di Torino, testimone del gusto del bello e alpinista di classe, Gianni Colonna vive e lavora a Cella Monte, nel cuore del Monferrato. Fin da giovane nell’ampia biblioteca familiare matura la sua formazione, arricchita da una profonda cultura classica che lo sostiene nella scelta inconsueta e lontana dal gusto degli artisti torinesi del movimento dell’Arte Povera. Allievo di Felice Casorati, compagno di studi del compianto Aldo Mondino, a tre anni ha iniziato a disegnare, prima che a scrivere. Vincitore di molti premi, tra cui il “Prix Signatures” a Parigi e quello per la Pittura alla Biennale di Roma, Colonna è protagonista di importanti mostre personali in Italia e all’estero. Uno dei suoi dipinti commissionato dalla Curia di Milano è entrato a far parte della raccolta di arte moderna dei Musei Vaticani. Oltre alle opere eseguite con la tradizionale tecnica “olio su tela”, Colonna dipinge fin da giovanissimo sulle superfici più varie. Compie così originali lavori usando la carta, i materiali plastici e anche direttamente il corpo umano. Tutte le opere di questo artista vengono realizzate mediante sovrapposizione a immagini preesistenti, siano esse pitture proprie o di altri, antiche o moderne, riproduzioni o immagini fotografiche, che come sinopie vengono rielaborate e trasfigurate. Nel momento stesso in cui drammaticamente cessano di esistere a loro volta danno vita a una nuova creazione in un continuo alternante. Da qui il titolo unico di ogni singolo lavoro, “GiornoNotte”. Un gesto moderno che ci rammenta l’inesorabile trascorrere del tempo, altro non è che la rappresentazione simbolica della vita e della morte. La caratteristica della tecnica pittorica usata da Colonna è quella di ottenere le sfumature da cui provengono le luci, con una monocromia più apparente che reale, attraverso continui passaggi sottilissimi onde non fare mai apparire il segno della pennellata. Insomma un artista classico, solitario, lontano da correnti di moda, che non ha mai dubitato del valore autentico della pittura ed è perfettamente inserito nel proprio tempo. L'itinerario con Colonna Siamo a Vignale per una iniziativa insolita: un percorso artistico tra gli edifici del comune alla scoperta delle opere di Gianni Colonna che ci riceve in piazza del Popolo (quella degli spettacoli di Vignaledanza) davanti alla cartina del suo itinerario. Parcheggio insolito sotto l’atrio della parrocchiale di San Bartolomeo. Ingresso in chiesa, dove c’è ancora l’installazione tridimensionale di radici in blu realizzata per l’inaugurazione. Ammiriamo sotto il pulpito “La lettera” (elaborazione digitale di Loris Barbano). Colonna ci spiega che è una delle sue opere che unisce arte antica (richiami ad Antonello da Messina) con il senso del mistero di una Madonna povera. Non stona con gli affreschi di Luigi Morgari. Bella l’idea sul fondo della chiesa di un book shop dove brillano libri di Vignale e della Diocesi di Vercelli. Una cartello firmato il parroco avverte: “Si prega di pagare i libri che hanno già un prezzo di favore”. Usciamo e percorriamo la ripida stradina nel verde a fianco della chiesa per l’ingresso dell’antico castello di Vignale “preso coll’inganno e colla forza” per il quadro l’Inganno. Stop sul piazzale panoramico (intitolato al cardinale Callori) con vista su Viarigi, Altavilla, Montemagno, Grana, Olivola, Ottiglio, Treville, Frassinello, Rosignano. Sul fianco della casa parrocchiale un quadro di paesaggio ispirato a Balthus, (in realtà sono le colline viste dallo studio Colonna di Cella Monte). Sulla canonica un trittico raffigurante la “Fuga in Egitto”. Torniamo sulla piazza principale. Due i quadri -”Albero”- sulla facciata del municipio (in via di trasferimento a palazzo Callori). Incontro casuale con Mariuccia Orsi Rivalta, priora della chiesa del convento, e Renato Vestri, uno dei nipoti del compianto storico Carlo Ferraris (1929-2013), che con Franco e Giancarlo ha donato al comune le targhe turistiche, che creano un secondo percorso cultura. Renato sale in auto con noi per completare questa parte esterna dell’itinerario. Usciamo da Vignale, imbocchiamo la stradina Cà Corona, (manca una qualsiasi indicazione), diretti, dribblando una famiglia di gatti, all’antica chiesetta di Santa Maria di Fossano, risalente al XII secolo, su cui si scopre in alto “La visita”. Bella l’abside con monofore e motivi in cotto a spina di pesce. Un concio di tufo rivela questa antica iscrizione: “1629. Giosafatto Istria di Camagna”. Siamo sulla super accessoriata macchina dell’artista che segnala anche le siepi laterali e al ritorno colpisce l’accensione improvvisa della radio che dice: “Andiamo in Toscana”, mentre noi siamo diretti alla chiesa del convento o della Addolorata, a mezza costa del paese. Sulla facciata in cotto, mancante del rosone, un quadro con due frati, una clessidra, due libri e un foglio, le due luci, quella della luna e quella della salvezza, titolo: “Il tempo”. Dalla vicina scuola esce per salutarci Emanuela Cavalli, ieri insegnante al liceo, oggi giovane preside con una serie infinita di piccoli plessi. Restiamo in tema per l’ultima tappa sulla facciata della scuola media statale “Besso”, con l’opera intitolata “Dove, perché, quando”. Pecore speculari che vanno in direzione opposta col riflesso nell’acqua dello stagno. Un saluto veloce sulla piazza, (torneremo a completare l’itinerario) col ricordo della conoscenza con Andy Warhol e dei trascorsi sportivi nel Toro. Gianni Colonna ha anche disegnato, ce le mostra, pagine speciali sui giornali sportivi, memorabile nel 1991 quella per il Campione del Mondo Gianni Bugno su “Tuttosport”. Tra l'altro una volta vista la realizzazione molti vignalesi si sono rivolti al Comune per aggiungersi offrendo le pareti delle loro case... Quando si dice il valori di un'idea...

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Veronica Spinoglio

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