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  • 17 aprile 2019
  • Rosignano Monferrato

Al Luparia

“Un tuffo nella vita”, la storia di Paolo Berta

La testimonianza di un ex istruttore dell’Agrario

Storie di vita e di coraggio, quelle che si configurano nello scenario della disabilità all’Istituto Superiore Luparia, con la testimonianza di un ex istruttore dell’agrario, nell’ambito degli incontri “I mercoledì della Salute” promossi dal Comune in collaborazione con le Consulte Comunali. Ospite della giornata, Paolo Berta, vittima di un grave incidente quand’era poco più che ventenne, e la sua storia raccontata nel libro-intervista “Un tuffo nella vita”, scritto a quattro mani con Edoardo Angelino. «Un tuffo, l’acqua del mare troppo bassa, un impatto violento sul fondale sabbioso, un dolore atroce al collo e l’impossibilità di muoversi».

Comincia così la storia di Paolo, apprezzato istruttore al Luparia dal 1975 al 1980, con un tuffo nella vita che, in pochi secondi, gli cambierà irrimediabilmente la vita stessa.  Un tuffo nell’acqua, dolore lancinante e, subito dopo, una serie infinita di operazioni, di terapie e di ricoveri, per salvare il salvabile. Niente più lavoro, niente più sport e tutto ciò che è stato non sarebbe più stato. Davanti a Paolo un baratro di disperazione, la totale dipendenza dagli altri, assistendo al dolore dei propri cari, con la consapevolezza di esserne la causa, mentre la domanda ricorrente tornava ad essere:  «Ha senso vivere così?».

Era diventato difficile dare un senso alla sua vita, mentre il pensiero di un’azione anticonservativa faceva capolino di tanto in tanto, tra l’indifferenza della società. «Solo grazie alla tenacia, all’affetto e alla dedizione dei miei genitori, al pensiero della disperazione della mia famiglia se avessi compiuto quel gesto, riuscii a reagire cercando di sfruttare potenzialità, che non pensavo di possedere, e a vivere pienamente la mia nuova condizione».

Sarà l’incontro con Rosanna Benzi, donna coraggiosa e intelligente, che ha convissuto con poliomielite fin da bambina, a cambiargli la visione e fargli capire che la vita non finisce con una malattia e che occorre combattere la cultura per cui l’handicap è qualcosa da nascondere e da tenere chiuso tra le mura domestiche. Paolo fonda così l’Associazione Idea, che raggruppa persone con disabilità diverse, per collaborare poi con il Centro di Riabilitazione  Borsalino di Alessandria e fornire sostegno psicologico ai disabili e alle loro famiglie. Malgrado le difficoltà oggettive della disabilità, Paolo ha imparato a tuffarsi nella vita e, attraverso il coraggio, a conoscere anche il sentimento dell’amore e della felicità. «Si, perché anche dal dolore può nascere la felicità» ha concluso.


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