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Nel 90° della scomparsa
Da Fubine all'Italia: l'eredità dell'architetto Caselli
L'incontro a casa Bonetti nel suo luogo natio
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Si è concluso presso la Casa Bonetti, con l’incontro “Caselli, da Fubine all’Italia: la storia del personaggio, la cifra stilistica, l’innovazione, le innumerevoli opere, l’eredità morale", il bis di convegni volto a celebrare l’ingegnere e architetto Crescentino Caselli nel 90° anniversario dalla sua scomparsa.
Un’iniziativa congiunta del Comune di Fubine, luogo natio del maestro, e dell’amministrazione di Camagna, borgo dove ha lasciato uno dei capolavori più celebri, la cupola della chiesa parrocchiale di Sant’Eusebio, e che ha ospitato una settimana prima l’evento inaugurale, “L’ingegno dell’Architetto Caselli e la Cupola della Chiesa Parrocchiale, simbolo del Paese”.
A raccontare la vita, la formazione accademica e l’opera di Caselli è intervenuto l’Architetto Flavio Rollino, affiancato dal Professor Gianluigi Ferraris, Presidente della Fondazione Robotti e della Società Alessandrina di Italianistica, il quale ha fornito al pubblico alcuni aneddoti di vita e di ingegno dell’artista.
Operativo in oltre 60 Comuni italiani, da Cagliari, Torino, Alessandria e Fermo fino alle locali realtà del Monferrato e del Biellese, Crescentino Caselli, nato il 29 novembre 1849 da Giuseppe e Carolina Pane, dopo gli studi presso l’Istituto tecnico fisico-matematico ad Alessandria, si iscrisse alla facoltà di Matematica all’Università di Torino, dove seguì contemporaneamente i corsi di Disegno Libero presso l’Accademia Albertina di Belle arti.
Nel capoluogo sabaudo frequentò, inoltre, la Facoltà di Ingegneria al Castello del Valentino e conseguì il titolo accademico nel 1875 con una dissertazione sulla Mole Antonelliana, all’epoca in fase di costruzione e inizialmente concepita come Tempio Israelitico commissionato dalla locale comunità ebraica. Nella sua pubblicazione, Caselli mise in discussione le numerose critiche rivolte dalla comunità ad Alessandro Antonelli, Maestro e Mentore, dubbi che riguardavano la stabilità strutturale dell’ardita costruzione, terminata dopo alterne vicende alla fine del secolo grazie al contributo dell’illustre fubinese e del figlio di Antonelli, Costanzo.
In seguito, fu chiamato a Roma come assistente del matematico Luigi Cremona, conseguì nel 1878 la libera docenza in Architettura e nel 1881 fu nominato docente ordinario di Architettura presso l'Accademia Albertina di Belle Arti a Torino. Prese, quindi, a decollare la sua formidabile carriera che lo avrebbe condotto a progettare l’ampliamento della Casa Pane nella natia Fubine, i lavori del Regio Ospizio di Carità di Torino, la realizzazione del Palazzo Civico di Cagliari, la celeberrima cupola della Parrocchiale di Sant’Eusebio a Camagna – il cui progetto sottoscritto dal notaio Roberto Boeri e dall’allora parroco Don Secondo Caramellino, il Mercato e l’Ospizio di San Vincenzo a Vinovo come pure le chiese di Roncaglia, della frazione Franchini di Altavilla, e il consolidamento del campanile di Terruggia. Caposcuola del Razionalismo Piemontese, Crescentino Caselli definì un tipo di architettura fondata sul mattone, prendendo le distanze dalle strutture intonacate del Mentore Antonelli, sfruttandolo come elemento fondamentale delle sue opere, capaci di dispiegarsi nel loro fulgore materico.
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