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A Cantavenna due chiese sul culmine della collina e un appello pro restauri

La parrocchiale di Cantavenna di Gabiano è l’unica in tutta la diocesi monferrina con il titolo di San Carpoforo. Ucciso a Como con altri compagni di fede, al tempo delle persecuzioni di Diocleziano e Massimiano Erculeo del 303-305, il santo, che per tradizione la chiesa festeggia il 7 agosto, è uno dei pochi sopravvissuti alla decimazione della Legione Tebea. Era venerato dai monaci della sottostante abbazia di Lucedio, da cui dipendeva un’antica chiesetta sorta sulla sommità della collina sull’area oggi occupata dalla settecentesca cappella di San Luigi Gonzaga. Nel secondo volume de “I tesori delle chiese del Monferrato”, pubblicato dall’Editrice Monferrato nel 1994, Luigi Angelino e Idro Grignolio scrivono: “Il primo oratorio di S. Carpoforo è stato probabilmente eretto nel punto ove si trova la cappella dedicata a S. Luigi Gonzaga. La chiesa anteriore a quella attuale (di cui si è conservato il campanile) era orientata est-ovest, l’odierna è orientata sud-nord. Le cronache parrocchiali hanno annotato che l’erezione è stata possibile mediante lo spianamento del culmine del colle, e grazie al materiale concorso dei cantavennesi, i quali si autotassarono e lavorarono per tre anni, ogni domenica terminati i Vespri, per trasportare la ghiaia estratta dal Po e fabbricare i mattoni necessari con la terra argillosa del posto”. E poco dopo gli autori del fortunato libro strenna aggiungono: “Lo stile è neo-classico; la facciata sobria è a due ordini, intonacata e rinfrescata di recente con vivaci graduazioni di colori. Il fronte è scompartito da quattro alte colonne corinzie, che si trasformano in lesene al piano superiore con lunetta centrale vetrata; decorazioni nei riquadri con corone e festoni di frutti e fiori. Al centro del timpano l’orologio. L’interno a croce greca, è luminoso; lucido il nuovo pavimento; due archi segnano le grandiose cappelle dedicate alla Madonna del Rosario (con un tabernacolo dorato) a sinistra, e a Cristo Re a destra… Di particolare eleganza la Mensa dell’altare sostenuta da angeli dorati, posta davanti al presbiterio ora mancante di balaustra. Su questo presbiterio, quasi ad ampliarne la dimensione, sono posti archi sorretti da alte colonne”. Un’epigrafe collocata nel presbiterio ricorda la costruzione della chiesa attuale realizzata negli anni 1855-1857 col generoso contributo di don Carlo Ravetti e coll’unanime concorso della popolazione. Il 5 settembre 1858 il vescovo di Casale, monsignor Luigi Nazari di Calabiana, consacrava solennemente il nuovo tempio di Cantavenna che in occasione del cinquantenario (1858-1908) i fratelli Ronsetti di Torino decoravano “a chiaro scuro, con tinte leggerissime”, come si legge nella cronaca del 10 dicembre 1908. Gli ultimi interventi di restauro effettuati nella chiesa risalgono al 1991. Dionigi Roggero -APPELLO PRO URGENTI RESTAURI E UNA CHIESA (S. LUIGI) CHE NON AVEVAMO MAI VISTO "Vi ha mandati la provvidenza....”. E’ la prima volta che questi 'viaggiatori d’autore' sono accolti come il Messia o quasi... Chi ci saluta così è don Don Giuseppe Rambaldi da 26 anni parroco di Cantavenna di Gabiano. La raggiungiamo attraverso Camino e la panoramica del Monferrato (è sempre bello Isolengo dall’alto e ci piace vedere che hanno riaperto il ristorante 'Monti' da cui partì, con l’insalata di lucertole, la prima nostra Guida del Monferrato, migliaia di chilometri con Aldo Timossi). Torniamo a Cantavenna, il parroco, uomo di profondi studi (ogni tanto gli scappa qualche citazione in latino ma il mio collega è preparato...) ci mostra i suoi libri le sue foto (molte in Terrasanta, è anche terziario francescano), la sua collezione di reliquiari e nel frattempo esterna i suoi 'crucci' che risalgono in primis all’urgenza dei restauri della casa parrocchiale e della chiesa (massime il campanile per cui esiste da tempo progetto). Entriamo nell’edificio sacro; gli ultimi lavori li ha visti nel 1991 e dopo c’è stato anche il terremoto. E’ una chiesa rimarchevole, dedicata a Carpoforo, santo monaco comasco, il cui culto -celebrato il 7 agosto- era nato alla vicina abbazia di Lucedio luogo di culto di livello europeo; chiesa dal presbiterio scenografico, molto bella la cappella del Rosario, sulla sinistra coi tondi dei Misteri. Manca l’organo, chissà un giorno arrivi un benefattore cui dedicarlo... Certo che prima sono importanti i restauri che segnaliamo attraverso queste righe (Fondazioni bancarie?) Coraggio. Fotografiamo due lapidi una dedicata a don Carlo Ravetti, arciprete per 43 anni (“a sue spese provvide alla nuova canonica”) e un’altra che ricorda i lavori eseguiti da don Torra nel 1908 per il 50° della sua consacrazione Per scalette e una vecchia stalla (c’è una mangiatoia in ferro da presepe) usciamo sul retro della chiesa e sul piazzale abbiamo due sorprese (tre con il panorama mozza-fiato sul Po ed è una giornata griggia). La parrocchiale prima era orientata Est-Ovest (ora è Nord-Sud), svetta il campanile dalla base romanica e si intuisce l’antica facciata compresa, sulla sinistra, una nicchia che doveva contenere una statua. A lato, una chiesa che vediamo per la prima volta: è dedicata a San Luigi. Una scritta ricorda che per il 4° centenario di San Luigi, 1591-1991, la cappella è tornata agli antichi splendori “dopo anni di triste abbandono e profanazione per iniziativa dell'arciprete don Rambaldi... Celebrando il centenario del Santo la faceva riconsacrare dal vescovo mons. Carlo Cavalla con il concorso di benefattori insigni: sen. Giuseppe Brusasca, Giuseppe Cappa, Paolo Truffa, Dino Gori, Augusto Guazzotti...”. Speriamo di non dover mettere una seconda lapide... Luigi Angelino FOTO. Cappella del Rosario, la "vera" facciata della parrocchale, una scritta ricordo in S. Luigi nella chiesa omonima sul colle di Cantavenna

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Nicola Pondrano

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