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A Grana Monferrato

L'organo della chiesa parrocchiale torna a suonare

L'opera di restauro è durata cinque anni

L'organo di nuovo in unzione dopo il restauro

Lo storico organo della parrocchia di Grana è tornato a suonare. Lo scorso 8 aprile, durante la veglia pasquale, i granesi hanno potuto di nuovo sentire la sua voce dopo cinque anni di restauro.

“Il maestoso organo di Giacinto Bruna risalente alla prima metà del 1800 è tornato a essere protagonista nell’accompagnare i canti durante le funzioni suonato dal nostro organista Vittorio Dessimone – spiega Gianfranco Balliano, presidente di Grana Arte e Tradizione -. I lavori di restauro sono stati lunghi, quasi snervanti, stante gli oltre cinque anni trascorsi, ma la gioia nel sentire le potenti note di quello strumento catalogato come bene storico e artistico e definito da molti esperti ‘degno di una cattedrale’ ha fatto dimenticare la lunga attesa”.

Costruito dall’organaro biellese Giacinto Bruna tra il 1832 e il 1835, il monumentale strumento aveva visto l’ultimo restauro nel 1987 “e nel 2018 si è reso necessario procedere a una nuova revisione a cura dell'organaro Alessandro Rigola e a una profonda pulitura alla cassa armonica e alla meccanica che, va ricordato, è interamente di tipo meccanico – prosegue Balliano -.

Anche i volontari dell'associazione hanno contribuito alla pulizia interna ed esterna della cassa armonica e della tribuna e un grazie particolare va rivolto all'impresario granese Franco Balliano per il suo prezioso aiuto”. Il restauro è stato finanziato grazie ai contributi della CEI e alle Fondazioni CR Asti e Torino. Emozioni dunque durante le celebrazioni pasquali grazia anche alla corale ricostituita recentemente che vede coristi di Grana, Montemgno e Refrancore. “Il risultato è di quelli che contano e meritano di essere ricordati – conclude Balliano -. E così, con alla tastiera dello strumento Vittorio Dessimone e alla guida dei coristi Elisa Bianco, le celebrazioni nella Chiesa Assunzione di Maria Vergine sono tornate ad avere quella invidiabile solennità che solo uno strumento a canne, ben 1300, è in grado di regalare”.