Summer Camp: si è chiuso lo stage con l’antropologa Cattaneo
Si può intuire da pochi resti ossei che si è davanti ai resti di un cavaliere? Non è fantascienza ma una delle conclusioni a cui sono giunti gli studenti arrivati da tutta Italia a Pontestura per partecipare al Summer Camp di Osteologia ed Antropologia, organizzato dal Labanof - Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano.
Motore dell’iniziativa Cristina Cattaneo, la celebre antropologa forense, docente universitaria e medico legale, che dirige il Labanof e che di Pontestura è originaria. Il Summer Camp, si è concluso sabato mattina con un convegno al Teatro Verdi, durante il quale i 45 partecipanti hanno presentato a gruppi il risultato di una settimana di rilievi e approfondimenti sul campo.
L’unicità di questo corso sta nella centralità assegnata all’esperienza pratica: «Pulendo le ossa e ricomponendole in scheletro - ha spiegato la Cattaneo - i ragazzi imparano a leggerle e ad individuare il sesso, l’età, l’etnia e le cause di morte. Un lavoro estremamente importante che consente di arrivare a restituire un’identità a chi non l’aveva».
«E se è vero che negli ultimi anni a scopi identitari si utilizza moltissimo il Dna - ha aggiunto la “scienziata delle ossa”, consulente in casi come quello della piccola Yara Gambirasio dove il Dna ha appunto consentito di far ripartire le indagini - credo comunque che l’identificazione classica tornerà ad assumere un ruolo centrale.
Ce lo dimostrano eventi tragici come le morti durante le traversate del Mediterraneo. In quei casi, l’identificazione non può avvenire con il Dna perchè, anche se sappiamo le aree dove si trovano i villaggi di partenza dei profughi, analizzare il Dna dei familiari significa condannarli a un futuro di prigionia».
Durante la settimana gli studenti si sono cimentati su resti ossei di età disparata, dalle sepolture di Lodi Vecchio, risalenti al settimo secolo d.C., a quelle di Sant’Ambrogio del tardo antico, ai resti della zona milanese di Montenapoleone (fine 1400-inizio 1500), fino a quelli dei primi anni ‘90 del Cimitero Maggiore di Milano.
Tante le tematiche approfondite, come lo studio dei markers occupazionali, alterazioni morfologiche e patologiche che si sviluppano sulle ossa e che, hanno consentito ai ragazzi di intuire che uno scheletro con un appiattimento del femore, i denti usurati e una esopatia della clavicola doveva verosimilmente appartenere ad un cavaliere dell’Alto Medioevo (nella tomba peraltro c’erano anche ossa di cavallo!), mentre uno scheletro femminile di Montenapoleone con osteopatie sulle dita, tipiche di chi tiene a lungo le dita serrate, poteva essere di una sarta (e Montenapoleone era zona di sarti).
Oppure l’analisi delle paleopatologie, con la constatazione che le tracce di malattie debilitanti riscontrate sugli scheletri di epoca contemporanea sono più numerose di quelle presenti sui resti cimiteriali archeologici, conseguenza dell’allungarsi della vita.
A fine convegno distribuzione degli attestati e del libro di storia pontesturese “I dì del Puciu” di Marco Rollino. Cristina Cattaneo ha voluto ringraziare il Comune di Pontestura per la disponibilità dimostrata.
L’Amministrazione comunale, infatti, ha messo a disposizione gratuitamente la palestra per il pernotto, le aule e il cortile della scuola “Cesare Palazzo” per le lezioni e le esercitazioni.
Gli studenti hanno inoltre potuto usufruire della mensa a prezzi ridotti, ma soprattutto per una settimana sono stati al centro delle attenzioni dei volontari che si sono alternati per garantire al gruppo il miglior soggiorno possibile.
Molto soddisfatti sia il sindaco Franco Berra che il vicesindaco Gianni Pasino, che ha seguito in prima persona il Summer camp: «Un’occasione preziosa per far conoscere Pontestura e il Monferrato casalese a ragazzi di tutta Italia».
La giornata, alla quale si sono unite in chiusura anche l’assessore al turismo del Comune di Casale Monferrato Daria Carmi e la deputata Cristina Bargero, si è conclusa con saluti, fotografie di gruppo e un aperitivo in piazza.