Articolo »

Intervista

«In Russia c'era un "senso di accerchiamento"»

Andrea Virga analizza geopoliticamente il conflitto russo-ucraino

Analizza per noi la questione russo-ucraina Andrea Virga, casalese, che vanta un rispettoso curriculum. Laureato in Storia alla Normale di Pisa, ha conseguito un dottorato in Storia politica all’IMT di Lucca. Studioso di socialismo, è autore di un volume su Cuba e, a breve, uscirà un suo libro di geopolitica. Attualmente insegna all’Istituto Balbo e sta conseguendo una seconda laurea in Scienze Internazionali all’Università di Torino. È anche componente del Centro Studi GRECE Italia. 

Prof. Virga, quali eventi hanno “preparato” questa guerra? Quali cause remote ci sono?

Bisogna premettere che l’Ucraina è un Paese con un’identità storica e culturale divisa tra una parte occidentale filoeuropea e antirussa, più povera, e una parte orientale ricca di materie prime con una forte presenza russa e russofona. Nel 2014, il rovesciamento del governo filorusso di Janukovyc da parte di proteste sostenute dall’Occidente ha dato luogo ad un vero e proprio conflitto civile, con un revival nazionalistico e un clima di ostilità verso la minoranza russa. Da qui, la secessione della Crimea e l’insurrezione nel Donbass, appoggiate dalla Russia, e il tentativo di repressione con l’ampio impiego di milizie neofasciste da parte del governo ucraino, che hanno causato in questi anni migliaia di morti tra combattenti e civili. Gli accordi conclusi a Minsk, con la mediazione di Francia e Germania, non sono mai stati rispettati, dato il rifiuto dell’Ucraina a concedere autonomia alle regioni ribelli.

Ma qual è stata la causa prossima che ha spinto Putin ad attaccare?

L’evento scatenante dell’attuale invasione russa è stata la decisione dell’Ucraina di entrare nella Nato, una prospettiva già considerata come una linea rossa invalicabile da parte del governo russo. Infatti, nonostante le promesse in senso contrario e lo scetticismo di molti decisori occidentali, dopo la fine della Guerra Fredda, l’alleanza atlantica si era espansa progressivamente fino ad attestarsi sui confini della Russia. Dal punto di vista di quest’ultima, l’eventuale schieramento di missili Nato in Ucraina, a pochi minuti di volo da Mosca, rappresenterebbe una minaccia esistenziale. Questo senso di accerchiamento ha portato Vladimir Putin a commettere una mossa così grave e pericolosa come un attacco preventivo, con il fine dichiarato di smilitarizzare e neutralizzare l’Ucraina. 

Qual è il ruolo dell’Europa?

L’Europa è la grande sconfitta in questo conflitto. Non solo le sanzioni avranno gravi ripercussioni sul piano economico, specialmente per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, ma i Paesi europei, in particolare Francia, Italia e Germania, non sono riusciti a mediare una soluzione pacifica tra i due contendenti che salvaguardasse i propri interessi di cooperazione euro-russa. Ancora una volta, il “vecchio continente” ha rinunciato a essere un attore indipendente sullo scenario internazionale. In più, stiamo assistendo in questi giorni ad un clima da caccia alle streghe preoccupante nei confronti di tutto ciò che è russo o, presuntamente, russofilo: un clima che non favorisce il raggiungimento della pace. 

E gli Stati Uniti, invece?

Al contrario, loro, dopo la sconfitta in Afghanistan, ne escono rafforzati: sono riusciti a mettere in seria difficoltà il proprio principale rivale geopolitico, distaccandolo dall’Europa, e a ricompattare attorno a sé i propri alleati occidentali. Se è stato escluso un intervento diretto della Nato, che porterebbe a una guerra mondiale, l’obiettivo implicito è comunque quello di prolungare il conflitto, in modo da indebolire gravemente la Russia e arrivare a un cambio di regime. È fallito, però, un isolamento totale del nemico, dato che molti Paesi, specie asiatici e africani, hanno rifiutato di condannare e/o di sanzionare la Russia, la quale può contare dunque su un mercato di miliardi di persone.

L’ultimo attore è la Cina...

Anche la Cina ha tratto vantaggio da questa crisi. Nonostante un linguaggio diplomatico prudente, la posizione di benevola neutralità verso la Russia ha, da un lato, consolidato i rapporti tra le due potenze a favore del gigante asiatico, dall’altro posto comunque le basi per un ruolo di mediatore tra le parti, viste le buone relazioni con l’Ucraina. 


Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Doriano Costanzo

Doriano Costanzo
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!