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Iniziativa
Tanta curiosità per i cerchi nel grano in un campo di Portacomaro
Opera dell'artista Beppe Gargarella vicino alla strada che porta in paese
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Non è opera degli alieni o di figure mitologiche come si credeva negli anni Ottanta. A realizzare il primo cerchio nel grano apparso una settimana fa a Portacomaro, è l’artista Beppe Gargarella. Il cerchio, visibile per circa dieci giorni dalla strada che conduce al concentrico del comune astigiano, è spettacolare visto dall’alto e rimarrà immortalato nelle foto scattate dal drone. Il disegno geometrico di 2500 mq, 50 x 50, è stato realizzato da Giuseppe con un trattorino, ma la progettazione è stata lunga, frutto di precisi calcoli matematici e dall’estro artistico del portacomarese, aiutato nell’opera dalla moglie Lucia. “La mia pazzia non ha limiti” ama dire Gargarella che non ha frequentato alcuna scuola d’arte specifica, ma è il proprietario e ideatore dell’atelier “L’Angolo dell’Arte”, molto conosciuto e apprezzato non solo in paese per la versatilità delle su opere.
L’idea, spiega Giuseppe, era quella di realizzare l’opera in vista della festa patronale dedicata a san Bartolomeo che si è svolta questo fine settimana. Ha quindi chiesto il permesso al proprietario del campo di poter lavorare al cerchio geometrico e si è messo all’opera. Un’opera tutt’altro che facile, soprattutto perché il terreno è collinare e quindi in pendenza oltre al fatto che l’artista non poteva avere il quadro d’insieme di come stesse venendo il disegno, non potendo osservarlo dall’alto. Anche per questo motivo i primi cerchi nel grano divenuti celebri negli anni Ottanta e realizzati in Inghilterra sono stati oggetto di speculazioni giornalistiche e teorie strampalate che ne davano la paternità a forme di vita aliene, alimentate anche dai realizzatori che vinsero per lo scherzo il Premio IgNobel, assegnato agli autori di ricerche “strane, divertenti e assurde, che fanno ridere ma anche riflettere”.
Il disegno ha attirato l’attenzione dei portacomaresi e dei monferrini provenienti dal territorio che si sono fermati lungo la strada che porta in paese mentre si recavano alla festa patronale. Quattro in tutto i giorni per celebrare san Bartolomeo, in pieno rispetto della normativa vigente per evitare il contagio da Covid-19, organizzati dal Comune e dalla Pro loco cittadina in collaborazione con le associazioni del paese. Venerdì si è tenuto il tradizionale concerto di san Bartolomeo con la Banda comunale diretta dal maestro Chiara Assandri sotto il palatenda, mentre sabato e domenica c’è stata la Sagra del fritto misto piemontese da asporto o consumato presso la piazza del tamburello ma solo su prenotazione. Domenica 23 invece alle 16.30, prima edizione di “Storie di Portacomaro in camminata”: 7 km circa alla scoperta dei luoghi meno conosciuti del paese. “Tanti passi, tanti racconti, tante leggende e curiosità della nostra Portacomaro – spiegano dalla Pro loco – nel rispetto delle normative Covid19”.
A chiudere la patronale quest’anno non sono stati i tradizionali fuochi artificiali ma la messa alle ore 10 di lunedì 24 e a seguire l’esibizione degli sbandieratori del rione San Secondo di Asti.
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