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Associazione Culturale

La prima uscita per gli Amici della Biblioteca di Serralunga di Crea

Domenica 30 maggio doppio evento tra paesaggio e cultura

Il gruppo di fondatori dell'Associazione Amici della Biblioteca

È tutto pronto per salutare la prima iniziativa promossa dalla neonata Associazione Culturale Amici della Biblioteca Cesare Pavese, in programma domenica 30 maggio a Serralunga di Crea, con una doppia proposta tra natura, paesaggio, cultura e pratiche del benessere psicofisico.

Al mattino è prevista una passeggiata tra il capoluogo e le frazioni di Castellazzo e Madonnina, con sosta presso l’Azienda Agricola Bonzano, per la degustazione di vini e specialità locali; nel pomeriggio, conferenza su “Erbe Aromatiche e le Piante Officinali: come prenderci cura della nostra salute con antiche ricette” a cura del farmacista del paese Piero Baracco. Per entrambi gli appuntamenti, il ritrovo è nel piazzale della chiesa parrocchiale con partenza/inizio, rispettivamente, alle ore 10 e alle ore 16.

«Il nostro intento - spiegano i soci fondatori Flaviana Olearo (pensionata/ex impiegata), Angela Bonzano (imprenditrice agricola), Piero Baracco (farmacista), Pier Angelo Piazza (scrittore), Maria Antonietta Pinto (pedagogista) e Ruth Wieschendorf (volontaria bibliotecaria) - è quello di mantenere in vita la biblioteca creata dalla passione e dedizione della compianta maestra Silvia Balbo; uno scrigno di cultura e letteratura ricco di testi interessanti».     

Così, Maria Antonietta, racconta com’è nata l’associazione: «Nel febbraio di quest’anno, ancora in piena pandemia, due di noi, ai tempi sconosciuti, si sono incontrati in prossimità della piccola biblioteca del paese. Presto, ne sono nati una repentina simpatia e il desiderio di comunicare; è stata palese l’intenzione di rendere l’incontro, avvenuto per caso, un qualcosa di ripetibile. Da quel momento, tutto è avvenuto in tempi rapidissimi e molto fluidi: dalla condivisione di pensieri ed esperienze alla messa in comune di amicizie. Da due, siamo diventati tre, poi, quattro, poi, cinque e, infine, sei. Siamo persone diverse per provenienza, cultura, status sociale, ma in comune abbiamo la curiosità, l’entusiasmo e la voglia di stare insieme».

Associarsi  in tempo di Covid-19, per Flaviana, Angela, Piero, Pier Angelo, Maria Antonietta e Ruth è stato «come darsi reciproco sostegno per uno scopo comune» raccontano unanimi. «Già dai tempi più antichi, fare comunità ha rappresentato per l’uomo il miglior modo per sopravvivere nei momenti di maggiore difficoltà e per potenziare l’efficacia di azioni volte al sostentamento della specie. Basta con l’isolamento. La gente non si guarda più, non ti invita più… Dobbiamo essere uniti, collaborare e organizzare incontri e feste, coinvolgendo anche i bambini e gli anziani». È contrastando la paura del contagio, che viene affermato il valore della vita che, a sua volta, per essere vissuta, ha bisogno di calore umano, di relazioni costruttive e fiducia nel futuro. La stessa OMS definisce “salute” uno stato di totale benessere fisico mentale e sociale e non la sola “assenza di malattie e infermità”.

«Abbiamo scelto di unirci per nutrire il cervello con le cose belle, per allontanare i pensieri dal Covid-19 e dalla routine quotidiana, per ricercare di un po' di cultura, per sentirci giovani e con ancora mille progetti. Per noi, è importante rilanciare la preposizione: “con”»


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