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Casale, in visita all’Istituto Leardi dove ha studiato il celebre Vilfredo Pareto e dove si celebra il 150° dalla fondazione

La galleria dei personaggi legati all’Istituto Leardi riserva non poche sorprese. E’ sufficiente sfogliare le pagine del libro curato da Andrea Testa e pubblicato in occasione del 150° anniversario di fondazione della scuola per incontrare alcune figure di elevata professionalità. Tra loro compare anche il nome di uno dei maggiori economisti e sociologi italiani, assai noto anche all’estero, Vilfredo Pareto. Era nato a Parigi il 15 luglio 1848 dal marchese Raffaele, rifugiatosi in Francia per aver partecipato ai moti mazziniani, e da Marie Meténier, sposata in esilio. All’età di quattro anni, forse grazie a un’amnistia, rientra con la famiglia a Genova, dove il padre insegna la lingua francese alla Regia Scuola di Marina. Il 7 novembre 1859, forse su richiesta del preside Ferdinando Pio Rosellini, l’ing. Raffaele prende servizio come insegnante di contabilità e agricoltura all’Istituto Leardi appena fondato. Qui il giovane Vilfredo frequenta la scuola tecnica, studiando privatamente il latino e il greco per poter accedere agli studi universitari. E anche se il giovane, come più volte aveva confermato sapeva esprimersi solo in francese e in dialetto genovese, furono straordinari i progressi da lui maturati nello studio della lingua italiana. Nel dicembre 1860 così si rivolgeva allo zio Domenico Pareto: “Questa lettera che perciò vi scrivo la faccio in italiano per mostrarvi i miei progressi in questa lingua dacché frequento l’Istituto Leardi. Vi vado tutti i giorni e sono contentissimo d’impararvi molte belle cose. Quest’anno papà mi ha voluto fare saltare il secondo anno di corso ed entrare nel terzo; per riuscirvi, dovetti imparare tutta l’aritmetica e la geometria piana durante le vacanze. Questo lavoro, che fu diretto da papà, mi riuscì assai bene poiché sono riuscito ad essere il primo nella scuola d’algebra fatta dal signor Rosellini, come lo sono in molte altre”. Durante il soggiorno casalesese l’ing. Pareto si occupa, tra le varie cose, anche dei monumenti cittadini, studiando in particolare i materiali del portale della chiesa di San Domenico, dei quali individua la provenienza dalle cave di Acqui, Frassinello e Villadeati. Nell’aprile 1862 rassegna le dimissioni dall’incarico presso l’istituto casalese e si trasferisce a Torino, dove Vilfredo consegue a pieni voti il diploma e la laurea in ingegneria. Dopo un breve incarico presso le Ferrovie romane, raggiunge Firenze dove viene nominato direttore delle Ferriere Italiane in Val d’Arno. Nel frattempo fonda la società fiorentina d’economia politica “Adamo Smith” e si converte all’economia. Determinante il rapporto epistolare con Walras, culminato nell’incontro dei due studiosi a Clarens nel cantone di Vaud e poi nell’insegnamento all’università di Losanna, come suo successore. Avvicinatosi alla sociologia negli ultimi anni della sua vita, nel marzo 1923 rinuncia alla nomina a senatore del regno, per motivi di salute, e pochi mesi dopo si spegne. Insomma, come ha acutamente osservato Sergio Ricossa, la parabola di Vilfredo Pareto è quella di un “ingegnere che diventa economista e finisce sociologo”. Dionigi Roggero TOUR DEL LEARDI GUIDA LA PRESIDE PAOLA ROBOTTI- UN BOUDOIR DA RESTAURARE Abbiamo partecipato da studenti (prima C della sezione ragioneria) al centenario dell’Istituto tecnico Leardi e ci ritorniamo oggi (venerdì, ndr.) nella ricorrenza del 150* per un ‘Viaggio d’autore’ che incomincia dalla presidenza dove regna Paola Robotti. Siamo in un edificio settecentesco che da solo varrebbe una visita e lo vale ancora di più in per la mostra storica allestita con passione e competenza (prolungata fino al 14 dicembre, giorno dell’Open Leardi, Orari 8-12, solo feriali, ndr.). La stessa presidenza è in realtà quello che era un salone di rappresentanza al piano nobile del palazzo ci si arriva dalla lunga galleria con colonne oggi vetrata. La sala-presidenza è illuminata (si fa per dire) da un grande lampadario a gocce retaggio sempre dei conti Leardi, in un angolo una curiosità una “selezione di essenze legnose” dono del geom. Mantello, artigiano-artista che ha lasciato qui molte sue opere. Un altra parete viene occupata un po’ ministerialmente dalle immagini di tutti i presidi, riconosciamo il “nostro” che era il prof. Eccettuato, bravissima persona. Usciamo. La vicina sala mostre ospita quello che è solo in piccola parte è il “tesoro del Leardi”: strumenti ormai centenari, molti per la misurazione, modellini di fornaci, di architetture, disegni topografici e planimetrie del 1911 (generale e dei vari reparti) dello stabilimento Eternit al Ronzone. Utilissima la xiloteca per ditinguere anche solo un mero da un pero ma che cosa sarò il cerfico) e, fiore all’occhiello, l’erbario realizzato da Ferdinando Pio Rossellini, il primo preside dell’istituto, sono ancora freschi i colori dei fiori... Curiosi anche i vecchi registri di Natale Palli (figlio di Giovanni e Francesa Deaglio), Camillo Venesio e il calciatore Caligaris, scopriamo che Palli era anche un convittore, il convitto era dalle foto e da una locandina (“illuminazione elettrica vitto vario e sceltissimo, lezioni di scherma...)era probabilmente al Trevisio, Poi entriamo in aula magna che si sta attrezzando per un convegno nazionale geometri, splendido l’altorileivo del Capra dedicato a Natal Palli (a cui è dedicata la bellissima sala). Imponente anche l’aula professori e da restaurare il vicino budoir. Dall’alto un’occhiata a quello che diventerà un giardino, verso via Canina, utilissimo anche per eventi all’aperto. Veloci dallo scalone al pian terreno alla biblioteca che conserva un grande fascino. A lato è stata anche ricostruita una vecchia aula. In finale ecco l’atrio grandioso con il monumento a Mellana (ma bisognerebbe togliere le bici....) e lapidi commemorative. Si, da visita guidata... Lo diremo al Fai Luigi Angelino FOTO. Un manoscritto di Pareto, l'altorilievo del Capra con il tondo di Palli; sta nascendo il giardino romantico, adatto anche per piccoli eventi

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Paolo Pensa

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