Processo amianto: niente risarcimenti a chi li aveva accettati nel 1993? Lo chiedono gli imputati, ma le parti lese ribattono: era un altro processo, con reati e imputati diversi
di Massimiliano Francia
Sono 6392 le parti civili del processo Eternit di Torino. Lo ha reso noto il presidente del Tribunale Giuseppe casalbore che ha annunciato per l'udienza di lunedì 1° marzo l'ordinanza con la quale si pronuncerà sia sui responsabili civili sia sulle parti civili ammesse.
Oggi il processo si è imperniato soprattutto sul diritto di inserirsi nel processo di Torino da parte di chi nel 1993 aveva accettato il risarcimento rinunciando a future rivalse nell'ambito del processo penale che aveva portato alla condanna dei dirigenti locali dell'Eternit.
Una lista che comprenderebbe parecchie centinaia di casi.
Secondo gli avvocati degli imputati - lo svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne accusati dalla Procura di Torino per disastro colposo continuato e inosservanza delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro - quell'accordo varrebbe anche per i loro assistiti.
Non la pensano così gli avvocati delle parti lese in quanto - ha detto il casalese Roberto Nosenzo - si trattava di un altro processo celebrato per altri reati.
L'avvocato Sergio Bonetto ha invece sostenuto che la difesa stia tentando di introdurre pregiudizi chiamando i loro assistiti fuori dal procedimento, dando per scontata una cronologia che vorrebbe dimostrare che sono responabili solo per certi periodi e non per certi altri.
«Ma le uniche date che valgono - ha detto il legale - sono quelle stablite dall'indagine della Procura alla base del processo, dove si parla di reati dal 1952 a tutt'oggi».
Ester Gatti (in aula per rappresentare Oltre il mesotelioma) ha poi difeso il diritto della associazioni a inserirsi nel processo: «Non si può dire che siano state costituite in data successiva ai fatti oggetto di reato in quanto le omissioni sono ancora in corso».