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In Casa di Riposo a Casale
Le due anime del pittore Mario Mazza
Mazza dipinge il Monferrato esaltandone i cangianti vigneti

Resterà allestita fino a questo fine settimana la personale di pittura dell’artista calabrese, e monferrino d’adozione, Mario Mazza, 88 primavere all’anagrafe e una mano d’oro al pennello .
In esposizione 24 opere interamente dedicate ai paesaggi del Monferrato e una dedicata alla sua terra delle origini.
La mostra, allestita sotto i portici della Casa di Riposo Ospitalità cittadina in occasione della XXX Giornata Internazionale dell’Alzheimer, è dedicata al progetto Mnemosine che, presto, vedrà l’apertura del nuovo Centro Diurno per Disturbi Cognitivi, proprio, presso la CdR.
Al vernissage, oltre a Mazza e al Direttore Sanitario della CdR Daniela Degiovanni, è intervenuto il critico d’arte Giuliana Romano Bussola con un autorevole speach sull’artista e sulle sue opere che, proprio nel paesaggio monferrino, hanno trovato rigogliosa fonte di ispirazione, senza tradire l’impronta della terra tra i due mari.
“Non è facile conciliare le due anime, quella calabrese e quella monferrina che, con pari intensità, pulsano nel cuore dell’artista” ha sottolineato la Bussola, “ma lui riesce a farlo amabilmente in una colta commistione di suggestioni, di luci e di colori. Memore della tecnica impressionista del plein air, Mazza dipinge il Monferrato esaltandone i cangianti vigneti autunnali, le bionde messi di grano punteggiate da rossi papaveri e i solari campi di girasole cogliendo, altresì, l’incessante mutevolezza della luce che accarezza l’acqua delle rogge. Della sua terra d’origine, invece, dipinge visioni nostalgiche dell’infinito mare e della selvaggia vegetazione che la abitano”.
Fedele al figurativo, Mazza ha saputo assumere una propria cifra stilistica che, sempre, lo ha contraddistinto per identità e carattere, in una miscellanea di arte, tecnica e sincerità d’animo. Tra i suoi maestri del Novecento artistico-culturale, vi sono stati Alberto Bertazzi e Giuseppe Campese.
Profili monferrini
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