Calano le imprese artigiane: nel 2016 in Piemonte saldo negativo di 1.438 unità (-1,2%)
Le imprese artigiane, nonostante le perduranti difficoltà, si confermano, anche nel 2016, una parte importante del tessuto produttivo regionale: in Piemonte, infatti, più di un’azienda su quattro è artigiana (il 28% circa), contro un media italiana pari al 22,1%.
Dall’analisi dei dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, emerge come l’anno appena concluso sia stato ancora critico per questa parte del sistema imprenditoriale locale: se le imprese piemontesi hanno registrato complessivamente, nel periodo gennaio-dicembre 2016, un tasso di crescita lievemente negativo (-0,12%), il comparto artigiano, in linea con la media nazionale, nel medesimo lasso temporale ha subìto una flessione più importante della propria base imprenditoriale (-1,16%).
Le imprese artigiane nate complessivamente sul territorio piemontese nel corso del 2016 sono state 8.440. Al netto delle 9.878 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo appare negativo (-1.438 unità), dinamica che porta a 122.099 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine dicembre 2016 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce, come evidenziato sopra, in un tasso di crescita del -1,16%, inferiore rispetto al -1,44% registrato nel 2015 e in linea con la media nazionale del 2016 (-1,16%).
«Il tessuto artigiano piemontese - ha spiegato Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere Piemonte - continua a soffrire, mostrando fragilità in tutti i territori provinciali e nei tradizionali settori produttivi, sebbene le tendenze positive del comparto dei servizi ci diano qualche segnale di speranza. Le imprese artigiane sono tipicamente di piccole dimensioni e poco strutturate, e hanno quindi più bisogno di servizi di accompagnamento all’imprenditorialità: microcredito, reti d’impresa, internazionalizzazione, sburocratizzazione e innovazione sono gli strumenti su cui dobbiamo puntare per dare fiducia alle imprese artigiane e permettere loro di crescere e competere».
Disaggregando i dati in base alla natura giuridica, emerge come solo le società più strutturate, aventi forma di società di capitale, abbiano mostrato, nel periodo in esame, un tasso di crescita positivo (+2,95%). Le ditte individuali, che rappresentano poco meno dell’80% del tessuto artigiano, hanno purtroppo evidenziato ancora una flessione (-1,02%). Si registra una dinamica ancor più negativa per le società di persone (-2,74%) e le altre forme (-1,28%).
A livello settoriale il primo comparto per numerosità di imprese artigiane si conferma, anche nel 2016, quello edile, con il 42,2% delle realtà imprenditoriali artigiane piemontesi. Questo settore, così rilevante per il comparto artigiano, registra nuovamente un dato pesantemente negativo (-2,19%). L’industria in senso stretto, con il 22,2% delle imprese artigiane della regione, evidenzia un tasso di variazione annuo dello stock pari a -1,52%, seguita dall’agricoltura (-1,42%). Le altre realtà artigiane realizzano, invece, risultati positivi, seppur debolmente: il turismo segna un tasso di crescita pari al +0,17%, performance superata dagli altri servizi (+0,34%) e dal commercio (+0,70%). A livello territoriale, la distribuzione delle imprese artigiane è analoga a quella del tessuto imprenditoriale nel suo complesso. Un’impresa artigiana su due ha sede, infatti, nel capoluogo regionale. A Cuneo si concentra il 14,8% delle realtà; seguono Alessandria, con il 9,4%, e Novara, con una quota parti al 7,8%. Le altre province evidenziano quote inferiori o pari al 5%.
Nel 2016, le criticità maggiori si sono riscontrate a Biella (-2,43%) e Vercelli (-2,39%). Flessioni più intense della media regionale caratterizzano anche Alessandria (-2,01%) e Cuneo (-1,25%). Registrano un dato migliore di quello piemontese, ma pur sempre negativo, le altre realtà provinciali: Verbania -0,98%, Torino -0,88% e Asti e Novara -0,75%.