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Giovedì 5 novembre metalmeccanici in sciopero
Difesa dell’occupazione e rilancio dell’industria

Sciopero unitario di otto ore giovedì 5 novembre proclamato congiuntamente da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil I lavoratori metalmeccanici si astengono dal lavoro per protestare per il contratto nazionale Federmeccanica scaduto da dieci mesi.
La mobilitazione pone al centro sei questioni: difesa dell’occupazione, rilancio dell’industria metalmeccanica, aumento del salario, miglioramento del welfare, dei diritti, tutele e salute dei lavoratori, stabilizzazione dell’occupazione precaria, l’introduzione della clausola sociale nei cambi appalto,il riconoscimento delle competenze professionali, la contrattazione dello smart working, e della conciliazione del tempo di vita e di lavoro.Il presidio si terrà ad Alessandria dalle 10 alle 12.
Commenta la segretaria provinciale della Fiom-Cgil Anna Poggio: «I lavoratori rivendicano i propri diritti e il proprio contratto ma la protesta varrà anche per tutti i dipendenti perché il covid ha accentuato le differenze: chi era già ricco oggi è ancora più ricco e chi stava già male sta ancora più male. Non è accettabile che Confindustria chiuda i contratti senza riconoscere né retribuzioni, né diritti. Dal covid bisogna uscirne meglio e i lavoratori hanno diritto, per i sacrifici fatti, di avere retribuzioni adeguate e diritti».
Secondo un’indagine ‘empirica’ della Fiom su 167 aziende monitorate in quasi la metà (79), ci sono lavoratori contagiati e o in quarantena fiduciaria. Solo in 66 ci sono protocolli per la sicurezza definiti con Rsu e Rls, 63 aziende utilizzano lo smart working negli uffici per il 50% degli impiegati.
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