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Concerto estivo
A Vignale si sente buona musica. Successo per il Trio
Preceduti dal saluto del sindaco di Vignale, Tina Corona, e dalla presentazione di Sabrina Lanzi, direttore artistico della rassegna, i tre ragazzi eseguono un programma decisamente rinfrescante
Una delle poche cose positive portate dal Covid19 è che dall'uscita dal lockdown siamo così affamati di musica ed eventi dal vivo che per la prima volta le agende musicali monferrine sono fitte anche ad agosto. Tante le date in cui ascoltare concerti piacevoli come quello che domenica 9 agosto alla chiesa dell'Addolorata di Vignale ha richiamato un vasto pubblico di appassionati rigorosamente distanziati e in mascherina. Bisogna dire che anche questo appuntamento del Monferrato Classic Festival incuriosiva: un trio di fiati non si sente spesso. Anche nel campo della creatività forse il lockdown sta cominciando a restituire qualcosa a quella musica che ha tanto danneggiato. Questa formazione con Asia Uboldi al flauto traverso, Gabriele Alessio al fagotto e Nicolò Unia al clarinetto fa parte di quel meraviglioso esperimento della Monferrato Classic Orchestra, che non solo ha dotato il territorio di una “sua” orchestra, ma ha permesso anche ai tanti giovani che la compongono di creare in questi mesi la propria formazione di musica da camera. La quarantena insomma ha favorito gli esperimenti musicali via Zoom: è già nato un gruppo di ottoni, un quartetto d'archi e questo trio di legni a cui invitiamo di darsi nome auspicando che possano proseguire a lungo a suonare insieme.
Preceduti dal saluto del sindaco di Vignale, Tina Corona, e dalla presentazione di Sabrina Lanzi, direttore artistico della rassegna, i tre ragazzi eseguono un programma decisamente rinfrescante: il primo e il terzo dei divertimenti per fiati di Mozart sono come una leggera brezza estiva a bordo piscina. La trascrizione (o forse l'acustica) mette il flauto molto in evidenza ed è un po' un peccato visto che l'originale, scritto per corni di bassetto, documenta tutto l'amore e la ricerca timbrica che Mozart compì per tutta la vita sugli strumenti ad ancia singola. Flauto in primo piano anche nel trio op 32 di Kaspar Johan Kummer (e in effetti Asia Uboldi se lo merita). Dove invece il trio si fa più coeso e ognuno si prende il suo giusto momento di gloria è nelle Variazioni sul tema “La ci darem la mano” di Beethoven. Otto divertissement, originariamente per 2 oboi e corno inglese, scritte nel 1797, dove come Mozart il genio sperimenta le potenzialità offerte dai fiati su tutti i registri. Non solo la trascrizione per clarinetto non è per niente male, ma il pezzo è delizioso nell'esplorare, attraverso quel semplice tema del Don Giovanni, tutte le sfumature della musica di allora: dal patetico al burlesco, dal teatrale allo stile galante. Un trio che già nell'originale di Beethoven si trasforma in una piccola orchestra, dando un gran lavoro e tante note anche al fagotto. Il pezzo piace al pubblico che non smette di applaudire finchè i ragazzi non concedono un bis.
Da segnalare, come anche questo appuntamento del MCF, sia legato anche alle arti visive. Questa volta si espongono due opere di Shozo Koike, maestro di Sumi-e, l'antica arte della piuttira a inchiostro. In uno c'è un fiore bianco, l'artista giapponese (ma che vive da decenni in Monferrato) spiega come sia il simbolo della pace per ricordare l'anniversario della seconda bomba atomica su Nagasaki. Infondo un pomeriggio rinfrescante con la musica non significa spegnere la mente.
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