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Processo a Novara

Eternit bis, i pm: «Strage nel nome del denaro»

Iniziate le requisitorie dell’accusa di fronte alla Corte d’Assise per 392 omicidi

Dopo 37 udienze celebrate, ieri, lunedì, il processo Eternit-bis in Corte d’Assise a Novara ha ufficialmente chiuso la propria istruttoria dibattimentale entrando nell’ultima fase, quella della discussione. I pubblici ministeri Gianfranco Colace e Mariagiovanna Compare, che sostengono l’accusa di 392 omicidi volontari con dolo eventuale nei confronti dell’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, hanno iniziato le requisitorie: una lunga udienza in cui i due magistrati hanno esposto la prima metà delle ragioni per cui, secondo l’accusa, l’ultimo patron di Eternit vada ritenuto colpevole di quei decessi. 

Il pm Colace, prima di addentrarsi nel merito, ha condotto una lunga premessa generale sul processo che si avvia a conclusione: «Stephan Schmidheiny è accusato di aver cagionato la morte di 392 persone - ha esordito - È un’imputazione definita originale, ma ciò che è originale è la vicenda di Casale Monferrato: non c’è una vicenda al mondo di malattie asbesto-correlate paragonabile a questa. Casale è unica al mondo. Con questo processo si scrive una pagina di storia».

«Un’occupazione coloniale»

Per il pm torinese, già braccio destro di Raffaele Guariniello nel primo processo, Casale è il caso di una storia industriale «simbolo macabro di una certa imprenditoria che ha i caratteri del colonialismo»: «La discesa della famiglia Schmidheiny in Italia sa di occupazione coloniale. È una storia simbolo di ritardi e omissioni, è la storia della devastazione umana di un territorio, è la storia della contrapposizione drammatica salute/lavoro. Casale è una città martire: conta 34mila abitanti e 50 casi all’anno di mesotelioma, è una strage silenziosa che si consuma tutti i giorni in ogni famiglia. Si convive con questa minaccia costante: a ogni piccolo mal di schiena la mente va al mesotelioma. È una strage dovuta all’uomo, una strage che si sarebbe potuta evitare o quantomeno contenere, una strage di cui è responsabile Schmidheiny». La Procura, ha detto il pm Colace, ha il difficile compito di provare che di quelle 392 morti è responsabile Schmidheiny. Per questo, i due procuratori hanno diviso le requisitorie in quattro parti: la condotta e l’evento, temi affrontati ieri, e il nesso di causalità e l’elemento soggettivo che saranno oggetto delle requisitorie della prossima udienza calendarizzata per il prossimo 10 febbraio.

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Silvio Morando

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